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Calandrella e Parasacco

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di Martina Carannante.
 
 
 
 
 
 
 
          
Quando ero piccola, nei pomeriggi estivi, per farmi riposare nella ” controra”, la mia nonna o la mia mamma ricorrevano a strani “escamotage”. Arrivava prima a signora Calandrella che passava a controllare che tutti i bambini riposassero, se sentiva anche solo un sibilìo chiamava il marito: signor Parasacco che entrava in casa, rubava il bambino capriccioso e lo portava nel suo antro.

Da giugno a settembre sentivo sempre queste parole: “Marti’ dormi che se viene Parasacco e ti porta via io non ti difendo!! “ Ma io, testarda fin da piccola, se non volevo dormire non c’erano né Parasacchi e né Calandrelle che tenevano. Un giorno di luglio caldissimo, mamma mi aveva portato a riposare, ma aimé il sonno non arrivava. Chiacchieravo, giocavo, ridevo e scherzavo, ma di mettere la testa sul cuscino proprio non ci riuscivo! Dopo un ora di pazienza e silenzio di mamma, iniziarono le raccomandazioni. Niente, non avevo proprio voglia di dormire, ma all’improvviso vidi un’ombra nera passare fuori la persiana semichiusa del balcone. Mia madre mi disse: “Marti’ hai visto é passata Calandrella, perché tu non vuoi dormire?” Io sbruffona le dissi: “Ma che mamma, non é vero niente, non ci sta nessuno!” Neanche finii di dire queste parole che da fuori si udì una voce cavernicola dire: “Uhhhhh… ora vengo e ti prendo!” Guardavo mamma fissa negli occhi per cercare di capire se fosse stata lei a parlare, ma addirittura si sentiva grattare la persiana. Ero cosi impaurita che con il caldo che c’era sudavo freddo!! Urlai: “Vai via vai via che io ora dormo, non gioco più!!” Mi accucciai sul cuscino e mi addormentai.  I pomeriggi a seguire passavano tranquilli, subito dopo mangiato andavo a letto e mi addormentavo senza fare storie. Avevo imparato la lezione! Qualche anno dopo, quando ormai ero abbastanza cresciuta per credere a Calandrella e a Parasacco, chiesi a mamma cosa era realmente accaduto in quel pomeriggio, lei mi disse che si era talmente tanto scocciata che con la scusa di andare in bagno era andata fuori al balcone a raccogliere i panni (era la sua ombra nera che avevo intravisto nelle tapparelle, non l’ avevo riconosciuta perché aveva le lenzuola addosso), la voce era stata facile camuffarla, avevo così tanta paura che non mi accorsi di nulla.
Oggi questi “cattivoni rapitori” sono andati in pensione. Proprio l’estate scorsa, quando lavoravo come baby sitter e il piccolino non voleva dormire gli dissi: “Dormi se no chiamo Calandrella”; ma il bimbo molto più furbo di me da piccola mi disse:” E io chiamo Spiderman!”  Ci rimasi male. Oggi i bambini se non vogliono dormire, con le mamme accondiscendenti, non dormono; altrimenti si ricorre ad altri mezzi: “O dormi o ti sequestro la play! Niente cartoni animati per due giorni!!”

Tutti ormai si erano dimenticati di Calandrella e del marito, neanche l’ INPS  gli versava la pensione!! Ah poveri loro, eppure avevano lavorato tanto per anni e anni, specialmente con me. Non potevano svanire nel nulla oscurati dai mostri virtuali, così li ho voluti far rivivere, per un altra volta, proprio in questo racconto!

Martina Carannante