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Cari amici di Ponza racconta… La lettera del Sindaco

[1]

di Piero Vigorelli

 

Cari amici di Ponza racconta,

ho letto la vostra nota sull’estate rovente (leggi qui [2]) e con grande franchezza devo dirvi di non condividerla in toto.

Sono corretti i riferimenti ai tanti problemi di cui l’isola soffre da anni, mai risolti o affrontati con faciloneria nel passato, dei quali tutti paghiamo amaramente le conseguenze. Non condivido invece la ricetta che abbozzate.

 

Ad esempio: criticate la “tassa di sbarco” di 1,5 euro a persona (non residente). Sostituisce la “tassa di soggiorno” di un euro a notte per persona introdotta dal Commissario Prefettizio, che avrebbe dato un bel colpo al portafoglio dei turisti (28 euro per una famiglia di quattro persone soggiornanti una settimana, contro i sei euro dello sbarco). Entrambe sono leggi dello Stato.

 

Contiamo di incassare oltre 150mila euro direttamente dalle compagnie di navigazione. Con questi soldi già da questo autunno bonificheremo e renderemo fruibili a tutti i molti segreti archeologici di Ponza (cisterne, grotte, necropoli), d’intesa con la Sovrintendenza che apprezza enormemente la scelta del Comune. In questo modo aggiungeremo al turismo tradizionale anche la fascia di un turismo più culturale, che si reca nelle località che hanno questa offerta anche nei mesi meno dedicati alle ferie estive, ottenendo così un risultato di allungamento della stagione turistica della quale Ponza ha estremo bisogno.

 

Voi dite: con quei soldi si potevano migliorare i collegamenti fra l’isola e la terraferma. Vi assicuro che 150mila euro sono un cucchiaino di lenticchie se calcolate che Laziomar ha sovvenzioni statali di quasi 14 milioni di euro e assicura quel servizio che tutti critichiamo. La soluzione è la privatizzazione di Laziomar, che per fortuna è partita il 6 agosto e che spero possa concludersi positivamente il prossimo mese di gennaio. Sono certo che il privato (ancorché sovvenzionato dalla Regione Lazio per quella identica cifra), sarà più efficiente del pubblico. Ad esempio non accadrà, come avviene oggi, che i marinai dell’aliscafo Monte Gargano in avaria a Formia, risiedano da un mesetto in albergo e girano i pollici, mentre sull’aliscafo avariato i lavori devono ancora iniziare.

 

Secondo punto di dissenso: i lavori pubblici a Frontone per un valore di quasi due milioni e mezzo. Perdonatemi, ma c’è poco da scherzare. Attualmente solo un centinaio di metri della spiaggia sono in sicurezza. Dopo l’intervento la spiaggia sarà sicura per quasi duecento metri. Attualmente si rischia parecchio in quel sentierino sotto la roccia franosa che porta alle vasche dell’antica peschiera romana (e non a caso c’è un vistoso cartello segnaletico che segnala il pericolo). Dopo l’intervento si potrà giungere alle vasche con tranquillità.

 

Si, ma… dite voi: a Chiaia le reti non sono servite a nulla. Condivido pienamente: si tratta di soldi buttati al vento, che a regola prevedono altri soldi ogni tre anni per rifare le reti. Non a caso vi è noto che ho chiesto alla Regione Lazio di mettere fine a questo spreco con un investimento definitivo: la creazione di una diga soffolta che consenta il ripascimento e l’allungamento della spiaggia di una cinquantina di metri, allontanando così il rischio che eventuali frane o cadute di semplici sassi possano coinvolgere persone o cose.

 

E poi non ho aperto Chiaia quest’anno essenzialmente perché ho scoperto, quando ero pronto a farlo, che il Comune non aveva più una assicurazione per responsabilità civile nei confronti di terzi e che, di conseguenza, nel malaugurato caso di un incidente, avrebbero risarcito il danno il Comune e i suoi amministratori.

 

Terzo dissenso: la straordinaria scalinata di epoca romana di Cala Inferno che secondo voi deve essere ripristinata come buon esempio di soldi spesi bene. Forse non siete al corrente che il 12 luglio di quest’anno proprio sopra quella scalinata è caduto un masso del diametro di tre metri. Per fortuna c’era il cartello di divieto all’inizio del percorso e per fortuna nessuno aveva violato l’invito perentorio a non scendere giù. Cala Inferno è una delle zone più pericolose dell’isola e su questo non si può far finta di nulla.

 

Sulla chiusura dello Sporting Frontone vedo che chiedete di chiudere la polemica. Proprio oggi l’ordinanza del TAR del Lazio ha confermato la “chiusura forzata” del 22 agosto scorso dando ragione ”all’interesse pubblico curato dall’Amministrazione”. Mi basta questo, non ho alcuna necessità di polemizzare con i titolari di una struttura che il Comune ritiene a buon diritto essere fuorilegge.

 

Mi avete invitato cortesemente a dare risposte adeguate e spero di avervi corrisposto. In un’altra occasione, perché sono già stato troppo lungo, vi dirò di altre importanti iniziative che stiamo prendendo per evitare il “soporoso letargo” invernale e rilanciare l’economia di Ponza.

 

Piero Vigorelli

Sindaco