Ambiente e Natura

Voyage à l’île de Ré. L’île: ses phares (3)

par Sylvie Morra

Per la prima parte, leggi qui

Per la seconda parte, leggi qui


Le phare des Baleines (faro delle balene) è situato alla punta ovest dell’île de Ré, nel comune di Saint-Clément-des-Baleines. Il suo nome è dovuto al fatto che un buon numero di balene venivano nel passato ad arenarsi in quel posto.

Histoire. I lavori di costruzione sono iniziati nel 1849 secondo i piani dell’architetto Léonce Reynaud, per sostituire quello più vecchio di 29 metri, ancora presente oggi al nord del faro, costruito nel 1682 (!) sulle direttive di Vauban (*). Il nuovo Faro è in funzione dal 1854.

(*) [Sébastien Le Prestre de Vauban noto come ‘Vauban’ (1633 –1707), è stato uno dei più grandi ingegneri militari di tutti i tempi e una delle figure di maggior spicco della Francia del Re Sole].

Le Phare des Baleines è doppiato al largo (nord-ovest), sul ‘Haut Banc du Nord’, da un piccolo faro chiamato Phare des Balaineaux (delle Balenottere); quest’ultimo è una costruzione situata a 3 Km dalla punta del faro delle Balene, a nord-est de l’Île de Ré.

Le phare des Baleineaux dans la tempête (décembre 2007)

 L’altezza del faro è di 57 metri e l’accesso alla sommità si fa tramite una scala elicoidale di 257 scalini che pochi turisti coraggiosi affrontano, ma ne hanno la ricompensa di un panorama stupendo.

Il faro delle balene ha funzionato a petrolio fino al 1882, in seguito è stato munito di una centrale di produzione elettrica, poi raccordato alla rete elettrica nazionale dopo la seconda guerra mondiale.

È tuttora in attività e la sua luce ha una portata di 50 Km circa.

160 000 persone lo visitano ogni anno.

Nel 2010 la lanterna è stata restaurata e dipinta; nello stesso anno la Commission Régionale des Monuments Historiques ha deciso di classificare ‘monumento storico’ il grande faro e i suoi annessi, incluso il faro des Balaineaux.

Sempre su l’Île de Ré ci sono altri fari, come questo, le Phare de la Flotte, ma sfigurano di fronte alla magnificenza di quelli della punta delle Balene. Ci piace ricordarli ancora una volta, al tramonto…

Le Phare de La Flotte

Le phare et les oiseaux.  In certi periodi dell’anno, multitudini di uccelli imboccano il corridoio ora verso il Sud, ora verso il Nord. Gli alberi del parco adiacente al faro servono di rifugio/sosta per i piccoli migratori.

Ancora qualche anno fa questi migratori, attratti dalla lucentezza della lanterna, sbattevano contro il faro a decine. Non era raro vedere al mattino il parco cosparso di cadaveri di uccelli.

Le associazioni di salvaguardia della natura, preoccupati della preservazione delle specie, hanno richiesto all’amministrazione dei Fari che fosse montato un sistema di proiettori per illuminare la torre ed evitare le collisioni mortali degli uccelli.

Ecco un’attenzione che sarebbe stata approvata dal poeta Jacques Prevert, che ha espresso così il suo affetto per i guardiani dei fari e gli uccelli – tante volte presenti nelle sue poesie – pur nella sua insopprimile vena sarcastica:

Le gardien de phare aime trop les oiseaux

Des oiseaux par milliers volent vers les feux
Par milliers ils tombent par milliers ils se cognent
Par milliers aveuglés par milliers assommés
Par milliers ils meurent

Le gardien ne peut supporter des choses pareilles
Les oiseaux il les aime trop
Alors il dit Tant pis je m’en fous !

Et il éteint tout

Au loin un cargo fait naufrage
Un cargo venant des îles
Un cargo chargé d’oiseaux
Des milliers d’oiseaux des îles
Des milliers d’oiseaux noyés.

[Jacques Prévert (1900-1977). Poème tiré de: “Histoires et d’autres histoires”, 1963]

Il Guardiano del faro ama troppo gli uccelli

Uccelli a migliaia volano verso la luce
a migliaia cadono, a migliaia vanno a sbattere
A migliaia accecati, a migliaia storditi
ne muoiono a migliaia

Il guardiano non può sopportar cose simili
Gli piacciono troppo gli uccelli
Allora dice Al diavolo!

E spegne tutto

Lontano un bastimento fa naufragio
Un bastimento che viene dalle isole
Un bastimento carico di uccelli
Migliaia di uccelli delle isole
Migliaia di uccelli che affogano in mare

Les phares, une étape de l’aventure humaine. All’epoca dei satelliti e delle alte tecnologie quale futuro riserviamo ai fari, a queste sentinelle disposte lungo il litorale, sul bordo del mare? Certo i nuovi mezzi tecnologici sono molto efficienti, e permettono al navigatore, con un semplice colpo d’occhio su uno schermo, di ottenere la sua posizione esatta.

Sembra che il progresso abbia deciso di tenerli ormai al rango di accessori, di lasciare che gli uomini li abbandonino al loro destino solitario.

Chi può giurare che una lanterna brillerà ancora, in futuro, alla cima di questi colossi di pietra ?

Eppure, che presenza rassicurante per la gente del mare questi bagliori di luce nel cuore della notte! …segni di benevolenza lanciati al marinaio inquieto della sorte che gli riservano gli elementi.

I fari sono stati costruiti dagli uomini a forza di coraggio, pazienza e convinzione, sono i testimoni di un grado della civiltà, di una tappa nell’aventura umana: lo sviluppo del commercio marittimo, dei velieri…

Anche superati dalla tecnologia moderna, privati poco a poco della loro funzione, si ergono fieramente come a portare alta la memoria di coloro che li hanno edificati.

Per questa ragione almeno, meritano di rimanere in piedi e di conservare il loro prestigio.

 

Sylvie Morra

 [Voyage à l’île de Ré. L’île: ses phares (3) – Fine]

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