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Considerazioni agostane

[1]

di Franco De Luca

 

Appare più facile, nel declino di questa torrida estate, evidenziare “tipologie” nella popolazione che ha visitato Ponza. “Tipologie psicologiche”, ossia persone che presentano tratti della personalità comuni e, per di più, ben marcati.

E’ sul finire della stagione bella che tali tratti si rendono più manifesti, perché in questo periodo la mente scorre l’intero periodo, come a farne un resoconto finale.

In tale passaggio mentale questi “tipi” si stagliano e si rendono riconoscibili. Parlo di quelli che trattano noi Ponzesi con una certa sufficienza, come persone buone e amabili, capaci di districarsi fra le vicende paesane, ma inadatte  alla vita complessa delle città. Persone cioé fondamentalmente ignoranti, nel senso proprio che ignorano le intricate relazioni cittadine; con interessi minimi, e tutti di marca paesana, e dunque sempliciotti. Astiosi col vicino di casa e incuranti di quanto ostacola e infierisce sulla vita a livello nazionale e internazionale.

Quanti ne avete conosciuti di questi tipi che ci parlano come ai bambini, semplificando il lessico per rendere più comprensibile lo scambio; che sorridono sempre come per non darci pensieri gravi. Hanno la presunzione di sentirsi abitanti di un mondo in cui noi, isolani, non sapremmo come comportarci perché manchiamo della bussola della conoscenza. Non abbiamo visto abbastanza il mondo e perciò non possiamo comprenderlo. Loro sì che lo possono, perché sono “uomini navigati”.

Quanti ne sono passati anche quest’estate. Anzi, alcuni sono rimasti ancora fra noi. Accompagnano la nostra esistenza anche oltre la stagione calda. Sorridono con una smorfia stereotipata, si avvicinano come amiconi di antica data, con una finta battuta umoristica sulle labbra; sempre, come se fossimo ammaestrati.

Fateci caso: non presentano mai dubbi ma sempre finte certezze; hanno la ricetta per ogni problema, e te la dicono come ad un minorato: con parole semplici e con frasi brevi.

Il brutto, ovvero ciò che ancor più ferisce, è che questi “uomini navigati” trovano ponzesi compiacenti che si adattano al ruolo di  “mezzano”.

Loro si mettono “in mezzo” fra questi saccenti e il popolino, che siamo noi. Fanno da intermediari. Sono servizievoli, sono tuttofare (trovano la benzina quando manca, parlano al noleggiatore per lo sconto  ecc.), sono portatori del pensiero del “navigato”. E’ evidente che non parlano con la propria testa ma a loro va bene così, anzi, sono fieri di ripetere frasi di cui non valutano la gravità.

Questi “mezzani” di solito si reclutano in zona porto; sono faccendieri che trovano il tornaconto nell’insinuarsi in quanto può portare un utile. Di solito… ma sono rinvenibili un pò dovunque.

Rassicuro: sono pochi, sono identificabili, anche identificati. E schifati dai Ponzesi.

Questo va detto con forza: sono schifati dai compaesani. Che non sono sempliciotti, ignoranti paesanotti, incapaci. Sono persone degne.

Anche questa è una “tipologia psicologica”.

 

Francesco  De Luca