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Un canto d’amore per Ponza. Omaggio a Lino Pagano

[1]

di Franco De Luca

 

Prego la Redazione e i Lettori di Ponza-racconta di concedermi lo spazio per mettermi in sintonia con un comune amico che mi ha fatto dono di un suo libro di poesie: “Una finestra aperta in un mare di Poesia”. Che porto all’attenzione di tutti perché è un canto d’amore per Ponza.

 

Omaggio a Lino Pagano

Beata quella terra che nutre figli con la grazia di un fiore. Terra fragile come il sogno, dolce come il ricordo. Fortunati sono i suoi figli perchè hanno sorbito il nettare della bellezza. Non deperirà nel tempo, ché non deteriora l’immateriale.

Ponza è quella terra: la fortuna la inonda perché figli come te, Lino, la decantano  con trascinante passione.

Il tuo trasporto è tanto che anche noi, tutti noi Ponzesi, godiamo della bellezza che promana dalla tua visione.

L’agave che ti ha visto trastullare sui poggi di Chiaia di Luna si è disfatta in un putrido legno ma alla base del suo ceppo, ora nero, sul terreno sono sparse tante piantine.

Ci devi credere, Lino: da esse nasceranno alti steli ricchi di fiori gialli, come segno di vitalità.

La tua grazia carezzerà quei fiori come farfalla, perché tu sei ancora fra i vicoli di questo “paese di mare “.

Beato l’uomo che coltiva il sogno come svago e sa giocare col ricordo. Come te, Lino. Non conoscerai solitudine perché sarai in compagnia della tua isola. In nostra compagnia.

Omaggio  a te, amico.

 

Francesco  De Luca

 

***

“Paese di mare”

di Lino Catello Pagano

 

I rintocchi di campane lontane, nel levare del giorno,

persiane dai mille colori schiuse, ai primi raggi del sole,

case assiepate su per la collina, mille gradini per arrivar

in cima, soste obbligate per riprendere fiato, e tu lì a guardare.

I tempi che corrono veloci e io con loro

Muri di silenzio da abbattere, attraversando i giorni cupi e piovosi

di città fumose, e lontani campanili erti, nei cieli tersi di colori vivaci, e verdi valli,

tavolozza di colori perduta da un pittore dalle mani magiche.

Muri alti e bianchi di calce pennellate a mani piene,

case basse dai mille colori e l’odore di fieno,

colline dove la gente è vicina, viottoli di pietre spaccate a mano,

pensate a misura d’uomo tra archi e gradini, con frutti e piante tra i giardini,

trasporti leggeri tra vicoli e mulattiere,

ritorni sereni alle case arroccate, con il mare che s’infrange sugli scogli,

vigneti secolari e vino profumato di brezza di mare, agavi fiorite come

alberi di Natale recisi, trasportati dal vento per le vie nel maestrale.

Echi di campane lontane a sera, vecchiette con il capo chino in preghiera

rispondono al richiamo del destino, passi affrettati per la via,

un saluto a tutti e così sia, il prete dall’altare pregando Dio

innalza profumi d’incenso, e rosari nelle mani, aspettando un altro giorno,

il domani nel paese di mare: PONZA