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Mater et Magistra (2)

[1]di Gino Usai

 

La Chiesa, come si dice, è “santa” per sua natura. Ma fatta da uomini, con i loro pregi e difetti, e il cammino della Chiesa nella storia è lastricato, oltre che di santi, martiri e testimoni, anche di lestofanti e peccatori. Il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, sulle vicende dei “corvi” in Vaticano, ha detto: «La Chiesa non è una realtà che decolla dal mondo verso cieli mitici e mistici. È una realtà che è impiantata nel terreno. E, qualche volta, il terreno è anche fango. E impolvera le vesti».

Cionondimeno faccio fatica ad immaginare Paolo VI compagno di merenda di Marcinkus, Gelli e Sindona organizzare logge P2 e riciclaggio si denaro sporco proveniente dal narcotraffico nelle Bahamas, o Giovanni Paolo II dare mandato a dei sicari per far impiccare Guido Calvi alle travi del ponte dei Frati Neri sul Tamigi e la volta successiva in combutta con la banda della Magliana operare il rapimento di Emanuela Orlandi.

Certamente il Vaticano è stato macchiato da fatti oscuri, poco limpidi e mai chiariti, e fa bene Nuzzi a denunciare le manchevolezze di alcuni apparati ecclesiastici e a pubblicare i documenti che gli vengono passati, com’è giusto che faccia un buon giornalista. Perché solo scoperchiando la pentola viene fuori il marcio, laddove c’è. E scoperchiare la pentola è il modo migliore per aiutare la Chiesa a ripulirsi le vesti bianche insozzate dai suoi stessi uomini.

Ma stiamo attenti a non gettare fango su tutta la Chiesa, favorendo quanti vogliono annullare la sua preziosa presenza nella società. Perché la Chiesa è una forza spirituale universale ed ecumenica, punto di riferimento e garanzia di civiltà per tutti, credenti e non credenti. E noi tutti dobbiamo aiutarla ad andare avanti e a vivificarla, partendo dal basso, dalle nostre comunità. Anche noi a Ponza faremmo bene ad adoperarci di più per rimettere in sesto le nostre due piccole parrocchie, che solo Dio sa quanto hanno bisogno dell’apporto pacato e propositivo dei laici stretti intorno ai parroci nel difficile compito di far vivere cristianamente la comunità isolana

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Attenti quindi alle storie romanzate (oggi tanto di moda e per niente innocenti) alla Dan Brawn. Già ai tempi della morte di papa Luciani si parlò di uccisione del papa. Anche in quell’occasione un brillante giornalista investigativo britannico, David Yallop, pubblicò un best seller intitolato “In nome di Dio” nel quale ipotizzava un omicidio a sfondo politico ad opera di alcuni cardinali che si opponevano agli interventi di riforma programmati da Papa Luciani dello I.O.R. E ci abbiamo pure creduto! Solo in seguito abbiamo compreso che il papa aveva avuto già in precedenza problemi col cuore e che la sua morte fu una fatalità.

Ancora nel febbraio scorso abbiamo letto un documento pubblicato dal “Fatto Quotidiano”, in cui si racconta che il Cardinale Romeo ha annunciato durante un suo viaggio in Cina che Benedetto XVI sarebbe stato ucciso da un complotto nel prossimo mese di novembre. Vedremo!

Da sempre la Chiesa, la “barca di Pietro”, è stata sballottata da onde alte e pericolose. A chi pensa di poterla affondare, come un tempo si proponeva di fare Napoleone Bonaparte, va ricordata la fulminante risposta che il segretario di Pio VII, cardinale Consalvi, diede all’imperatore: «Maestà, in tanti secoli, non ci sono riusciti nemmeno i preti!».

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 Caro Franco,

ad un non credente che esprimesse quel tuo medesimo giudizio sul Vaticano e quindi sulla Chiesa, non avrei nulla da dire, ognuno è libero di pensare ciò che vuole, di credere in chicchessia e di infangare la Chiesa in ogni momento, tanto so che le porte degli inferi non prevarranno. Ma se dovessi rivolgermi ad un cattolico, e specialmente ad un “cattolico adulto”, preso da giusti e legittimi dubbi su talune vicende del Vaticano, ricorderei quanto segue.

Nell’ultima cena donando il suo corpo e il suo sangue Gesù istituisce l’Eucarestia e quindi la Chiesa. La Chiesa dunque è il corpo di Gesù, ovvero del Logos fatto carne, donato agli uomini in sacrificio per redimerne i peccati. Questa Chiesa Gesù l’affidò ai suoi discepoli, e a Simone disse: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa». La Chiesa dunque non nasce per volontà umana ma per volontà divina. E’ Gesù che chiama gli Apostoli personalmente, uno ad uno, scegliendoli tra i pescatori, tra i peccatori, tra il popolo, tra gli ignoranti per affidargli una missione di salvezza. Il primo nucleo della nascente Chiesa quindi sono i dodici apostoli con a capo Pietro, vicario di Cristo in terra. Un nucleo che alla morte di Gesù si sbanda e si smarrisce, ma ritrova forza e vigore con la Pentecoste, quando lo Spirito Paraclito scende sulla Chiesa nascente, sugli Apostoli, e li illumina, infondendo loro forza, coraggio e sapienza, preparandoli a diffondere la parola di Cristo nel mondo, attraverso la testimonianza e il martirio. Comincia così la missione universale della Chiesa, la sposa di Cristo. A questa Chiesa i credenti aderiscono e sono fedeli, ben consci che essa comprende nel suo seno molti peccatori; una Chiesa che è santa e insieme sempre bisognosa di purificazione (simul sancta et semper purificanda) incessantemente bisognosa di penitenza per rinnovarsi.

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Mi piace concludere questa lunga riflessione con un invito ad avere fiducia nella Chiesa romana e nella sua capacità di rigenerarsi attraverso il nostro aiuto; ma questo sarà possibile solo se saremo in grado di cambiare noi stessi dentro, recuperando fede, speranza e carità e rilanciando nel mondo il valore salvifico del cristianesimo.

Perché penso proprio che il mondo abbia bisogno della guida spirituale, forte e sicura, della Chiesa Cattolica, Mater et Magistra. E anche Ponza, nel suo piccolo, ne ha un estremo bisogno. Caro Franco, diamoci da fare, nel nostro piccolo. Un abbraccio.

Gino Usai