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Informazioni di base sulle droghe d’abuso. Extasy. (14)

di Sandro Russo

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Come anticipato alla fine del precedente capitolo, la presente trattazione sta seguendo una precisa sequenza logica; essa ha riguardato prima le amfetamine e quindi gli allucinogeni per preparare alla presentazione di ‘droghe’ con caratteristiche miste, non naturali, ossia non estratte da piante, ma sintetizzate in laboratorio – di qui design drugs – a partire da una componente psicostimolante e una allucinogena (v. schema qui sopra). È la numerosa famiglia dell’extasy.

Extasy è stato, all’inizio della sua diffusione, il nome gergale dato al composto di sintesi MDMA (3,4-Metilen-Diossi-Metamfetamina), che presentava analogie strutturali sia con la famiglia delle amfetamine (con cui spartisce gli effetti psicostimolanti, ‘eccitatori’), che con la mescalina (di cui ripropone gli effetti allucinogeni). Si può definire una ‘amfetamina allucinogena empatogena’. Sintetizzata per la prima volta nel 1914 in Germania, è stata usata negli USA negli anni ’70 per la terapia psichiatrica dell’alcolismo cronico e della depressione endogena; dal 1985 la Food and Drug Administration (FDA) ne ha vietato l’impiego terapeutico.

In Italia la sua diffusione (illegale) risale agli anni ’80 in contesti aggregativi, quali le discoteche ed i rave parties.

Sul mercato illecito vi sono diverse preparazioni indicate come “Extasy” – la denominazione ha avuto straordinario successo e diffusione tanto da poter parlare di una ‘famiglia’ di extasy, con sostituenti diversi, ma tutte caratterizzate in varia proporzione dalla presenza dell’effetto psico-stimolante e allucinogeno.

Oltre alla MDMA, negli schemi che seguono, sono mostrate le denominazioni (in sigla, chimiche e gergali) dei più noti composti della famiglia.

Extasy: principali preparazioni sul mercato. Alcune delle denominazioni gergali si riferiscono alla stimolazione dell’attività sessuale indotta a questo tipo di droghe 

Effetti. Le sostanze di questo gruppo determinano “stimolazione dei sistemi serotoninergico, noradrenergico centrale e dopaminergico”; in pratica l’assunzione di extasy induce eccitazione del sistema nervoso centrale, sensazioni di empatia e benessere, assenza del senso di fame e della fatica, leggero disorientamento, gradi variabili di distorsione delle percezioni sensoriali.

Gli effetti giusti e ‘ricercati’ – si può dire – per le atmosfere eccessive dei ‘rave’ dove serve energia ed eccitazione per poter ballare ‘senza limiti’, senza sentire la stanchezza e la fame, e neanche la sete; con il rischio però che le temperature elevate e la sudorazione possano portare ad una pericolosa disidratazione. Oltre allo stato di eccitazione è presente anche un certo grado di ‘sballo’, assicurato dalla componente allucinogena di questo tipo di droghe.

Molto si è letto e scritto sugli effetti catastrofici a distanza dell’uso di sostanze psicostimolanti. Studi soprattutto di scuola inglese avrebbero evidenziato, in studi autoptici, alterazioni morfologiche della corteccia cerebrale e identificato una maggiore incidenza statistica e più precoce comparsa di varie malattie degenerative del Sistema Nervoso Centrale (SNC), come M. di Parkinson e M. di Alzheimer, in consumatori abituali di queste sostanze.

L’intossicazione acuta si manifesta con agitazione, aumento della rtemperatura corporea (ipertermia), contrazioni muscolari, spasmo dei muscoli della mandibola, alterazioni metaboliche (acidosi), ipertensione arteriosa, aumento della frequenza cardiaca (tachicardia); inoltre sofferenza muscolare fino alla rabdomiolisi (leggi qui), alterazioni coagulative, aritmie severe, edema cerebrale, ‘ipertermia maligna’.

Occasionalmente si può verificare un quadro clinico inusuale – noto come ‘sindrome serotoninergica’ – specie quando un paziente utilizza contemporaneamente due o più farmaci che alterano i livelli cerebrali di serotonina attraverso meccanismi diversi. I sintomi consistono in agitazione psicomotoria, salivazione eccessiva, sudorazione, pupille dilatate (midriasi), brivido, ipertemia, tachicardia/tachiaritmie, ipertensione; possono concomitare sintomi gastrointestinali e insufficienza renale acuta (conseguente alla rabdomiolisi).

Gli effetti eccitatori a carico del Sistema Nervoso (Centrale e Autonomo Simpatico) e allucinogeni delle extasy richiedono un’attenzione medica e un trattamento che prevede, oltre al supporto delle funzioni vitali, le usuali tecniche di decontaminazione (somministrazione di carbone attivato ed eventuale lavanda gastrica entro un’ora dall’ingestione solo per quantità elevate) e l’utilizzo di sedativi (benzodiazepine) in caso di agitazione incontrollabile o attacchi i panico. Pazienti con anamnesi positiva ma senza sintomi, possono essere sottoposti a semplice osservazione clinica. In caso di ipertermia è opportuno attuare tecniche di raffreddamento rapido e un trattamento farmacologico specifico.

Paura e delirio a Las Vegas (Fear and Loathing in Las Vegas) è un film statunitense del 1998, diretto da Terry Gilliam, in cui i due protagonisti (Johnny Deep e Benicio Del Toro) si imbarcano in ogni genere di avventura, sotto l’influsso di ‘droghe’ di ogni tipo

 

Nel prossimo articolo, la cannabis!

 

Sandro Russo

 

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