di Lino Catello Pagano
Sì lo so che è la distanza
che mi fa parlare di Ponza,
ma più ne scrivo e meno la sento,
questa lontananza;
parlo di lei come di una donna amata
nel mio ricordo di ginestre profumata
Sento la sua brezza
e come una carezza,
mi trascina al tempo passato,
che non ho mai dimenticato;
le voci che sento
quelle che porta il vento
Non so se le ho sognate
o solo ricordate…
Sento ancora l’odore del mare,
che il mio cuore fa sussultare
e ogni ricordo riaffiorare
Ponza da emigrante…
Eppure mai distante!
le case colorate
in sequenza allineate…
Va la gente dal molo a Sant’Antonio,
lungo il Corso;
si ferma per un sorso
e poi via di nuovo,
stavolta in senso inverso;
si passa giù dal porto
si arriva al lanternino:
Si vede Santa Maria,
seguendo l’arco della via,
brillare nella luce della sera…
Le vecchie dicono preghiera,
un ora-pro-nobis e via
e poi un’Ave Maria,
Una musica che viene da lontano
spinge i giovani a ballare…
Piano piano sale la notte dal mare,
si mette un po’ di maestrale;
porta in faccia il sapore del sale,
si insinua negli occhi e li fa lacrimare.
È lunga una notte passata a rimuginare
Era tutta qui davanti la mia vita,
e invece è già finita!
Accompagnami Ponza in questo cammino
Come facevi quand’ero bambino…
L’aurora ormai è vicina,
si accende ed è mattina,
un nuovo giorno è nato
e mi sento emozionato
Racconto Ponza per non dimenticare,
penso a quanto c’è da tramandare,
per quando non ci saremo,
per i giovani che non vedremo
Prenderò a due mani il coraggio
e affronterò questo viaggio!
Le esitazioni del cuore le lascerò passare,
arriverà il momento
e sarà come un vento
una sferzata di levante
che porterà i pensieri
come un’onda che s’alza da distante
a riportarmi a ieri
allora piccolo e coraggioso
come oggi vecchio e pauroso
Sto attingendo forza dal pozzo della vita,
perché non è ancora finita.
Voglio viverti ancora isola mia,
e sarà il ritorno,
per quanto dura possa essere la via,
la rinascita dell’anima mia.
Cadrò ai tuoi piedi
come quando ero bambino
sfinito dai giochi, nell’erba supino
ti guardavo e entravi in me,
tutta intera…
al calar della sera.
Lino Catello Pagano