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Sotto il Monumento (4)

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di Franco De Luca

 

In questi giorni c’è un fiorire abnorme di pareri che si scontrano e rimbalzano, sotto il monumento.

Per  cercare di darne conto ai lettori dovrò semplificare le posizioni e accorparle in tesi cumulative, altrimenti mi perderei fra i distinguo, inconciliabili e confusionari, dei singoli componenti del gruppo che discute.

Si discute  soprattutto sulle decisioni dell’Amministrazione Vigorelli, in relazione alle attività turistiche in Ponza.

Ora, nell’isola è di capitale importanza economica l’attività turistica. Che inizia a giugno e termina il 31 agosto.

In questo modo si è dimensionata negli ultimi anni e per questo, in tale periodo, non c’erano regole da rispettare al di fuori che riuscire a capitalizzare il più possible. Determinando un coacervo di attività, a mare e a terra, in modo singolo o consociato; tutte senza licenze, senza legittime autorizzazioni, senza riscontri fiscali e garanzie legali.

Un caos disorganizzato, improvvisato, ma fruttuoso. Garantiva che l’economia sommersa e indotta alla macchina turistica fruttasse quel tanto per sopravvivere nel restante tempo chiuso al turismo.

Parlo dell’economia spicciola, giornaliera, popolare, al nero e senza scontrino. Non parlo delle imprese accertate (alberghi, bar, ristoranti, pontili, B&B, agenzie immobiliari, cooperative). Questi hanno vie obbligate di servizi e profitti; le altre sono attività a supporto di queste, illegali, in nero, non autorizzate.

Era un “sistema” con regole, procedure, vertici di comando, organizzazione sotterranea? NO, niente di tutto questo. Era un modo abborracciato e imbastito, fatto di connivenza anche delle Autorità costituite (come rilevato dalla magistratura), che stava inevitabilmente procedendo verso un “sistema malavitoso”, con avvisaglie di camorra.

L’Amministrazione che ha vinto le elezioni ha fatto della restaurazione della legalità  la sua bandiera. E sta procedendo su questa linea (già tracciata dalla Commissaria) in modo “ordinario”. Ossia le storture vanno prima eliminate e poi sostituite.

La fase che si sta vivendo a Ponza è quella della eliminazione. Revocate le autorizzazioni fuori legge, revocati i permessi stagionali, non condiscendenza verso quanto tenta di supportare attività stagionali, precarie, insicure, fittizie.

Questo è quello che è iniziato a giugno e perdurerà presumibilmente per l’intera stagione, dato che il 90% delle attività turistiche erano tollerate per l’illegalità, non a norma, insicure.

Questo soddisfa certamente la nobile aspirazione ad ossequiare le leggi ma darà un colpo mortale all’economia dell’isola. La quale si regge su pilastri di straordinarietà.

a)  – perché è tutta l’economia nazionale a soffrire, e quella turistica ne subirà gli affronti maggiori, essendo bene di lusso e non primario;

b)  – perché il tempo produttivo a Ponza è ridotto ora a 60 giorni;

c)  – perché le nuove regole da imporre e da fagocitare hanno bisogno di un tempo  burocratico lungo.

Per cui mi sembra che l’ordinarietà, che sta seguendo l’Amministrazione per debellare le storture della vita economica dell’isola, urti con la straordinarietà  del momento.

Ineccepibile l’intenzione dell’Amministrazione e meritoria, ma non adeguata al momento.

Occorre trovare un modo altrettanto “straordinario” per rendere ragione   all’attualità.

Quale potrebbe essere? Rendendo pubblico alle Autorità  (Stato, Regione, Provincia, Magistratura) che l’economia dell’isola riesce a sopravvivere se riuscirà ad esercitare le attività in questi prossimi 60 giorni (luglio e agosto).

Anticipando a queste Autorità i provvedimenti restrittivi che si adotteranno a settembre. In definitiva nessuna sbavatura nei confronti dell’illegalità, nessun compromesso, soltanto una “deroga termporale”.

Sul fronte interno lo stesso: incontrare le varie categorie di operatori ed esplicitare loro che la deroga è soltanto temporale, non sulla sostanza dei provvedimenti che a settembre cadranno come una mannaia su tutti.

Questo perché ?

Per permettere agli isolani di sopravvivere nelle restanti stagioni.

 

In definitiva quale merito può vantare un Amministratore che nella ferrea legalità affama i concittadini ?

Se, in questo ordito che ho presentato, le Autorità sovra-comunali dovessero manifestare intransigenza e chiusura per ogni provvidenziale deroga, allora, e di nuovo, l’Amministratore dovrebbe perseguire strade procedurali “straordinarie” e palesare all’opinione pubblica nazionale l’impossibilità dei Ponzesi di svernare per mancanza di sussistenza finanziaria. Se non c’è scampo a causa dei numerosi divieti allora siano chiuse tutte le attività che infrangono la legge (il che vuol dire sia chiusa l’isola). Se dobbiamo morire almeno ce la scegliamo noi la morte.

Un modo forte, rabbioso, ma anche dignitoso di affermare che la legalità va coniugata, va adattata, va umanizzata, diversamente è una tortura.

 

Sotto il monumento si dice questo e altro. Io ho detto questo, l’altro andatelo a sentirlo voi.

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Francesco De Luca