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Prefazione a “Adespota”. Un diario di bordo fatto da due argonauti

[1]

di Predrag Matvejevic’

 

È un grande onore per il nostro sito ospitare lo scritto che Predrag Matveievic’ ha posto a prefazione dell’ultimo lavoro di Andrea Simi e Antonio De Luca: “Adespota’. Il libro sarà presentato a breve sia a Roma che a Ponza (Vedi nella sezione Agenda).

Di Predrag Matvejevic’ su questo sito sono già stati segnalati, nel maggio 2011, l’opera “Breviario mediterraneo” (leggi qui [2]) e nel gennaio u. s. “Pane nostro” (leggi qui [3]).

La Redazione

 

Prefazione a “Adespota”. Un diario di bordo fatto da due argonauti

 

I loro nomi sono uniti in una raccolta intitolata “Adespota”. Fanno parte di un’ispirazione vicina. Condividono un periplo parallelo. Seguono spesso un tracciato convergente.

Nello svolgersi della loro navigazione ci sembra talvolta di distinguere l’uno dall’altro, ma non sempre. Hanno in comune non solo un itinerario.

Non oserei parlare di dioscuri moderni, malgrado tutto quello che collega fra di loro Andrea Simi e Antonio De Luca. La comparazione forse sarebbe troppo banale.

Una straordinaria sorpresa per noi, questa raccolta di due poeti che appaiono spesso al di là delle quinte della moda corrente. Le fatiche unite di due autori, colti e talentuosi, compongono insieme un’opera inattesa.

Navigano l’uno accanto all’altro sul mare, sopratutto quello Mediterraneo. Sbarcano nei golfi e nelle darsene. Si fermano nei porti e nelle città marittime. Partecipano ad un itinerario condiviso. I due filtrano come conchiglie marine la stessa acqua. Ne traggono nutrimento e ispirazione. Siedono sulle banchine ingombre di reti e di cordami, nell’odore di sentina, di cambusa, di cima catramata da calafato. Seguono sentieri tortuosi. Dalla scogliera che sa di arziglio salgono nella macchia, tra ginestre, lentischi e corbezzoli, verso vigne terrazzate con duro lavoro. Annusano il mirto, il rosmarino, il finocchio selvatico. Bevono vino salmastro guardando il mare, verso sud. Verso l’altra, invisibile sponda.

È utile scoprire alcuni luoghi degli incontri, indicati nel racconto poetico di Simi e De Luca:  Roma, Ponza, Atene, Napoli con Capri, il vecchio Pausilipon, Portovenere, Istanbul con le ombre di Nazim Hikmet, il Mare del Bosforo, Liguria, Marsiglia, Odessa, Lisbona, porti Arabi, ma anche Dublino, Ginevra, Monaco di Baviera, il Brasile; una breve sosta finisce a Buenos Aires (“un grande teatro”), e via di seguito. Ma il Mediterraneo rimane sempre l’epicentro del periplo.

Anche il titolo merita di essere approvato. Viene evidentemente dal greco: metra adespota sono versi “senza padrone”, cioè di cui non è certo l’autore. Ma anche liberi, indipendenti, incoercibili o, se si preferisce, incontenibili. Il libro diventa omogeneo grazie ad une forte coerenza interna, una rara convergenza d’ispirazione. I temi o “contenuti” non hanno niente a che fare con le cartoline descrittive che spesso invadono questo tipo di scritti:

“Ascoltai già nel ventre di mia madre, nella casa aperta alle onde e al vento, quel mare d’inverno”.

“Ho stivato negli anni tutto di me nelle navi viaggiate tra isole e correnti, tra boccaporti e sapori di ruggine”.

“Per questi mari ogni tempo è un andirivieni fra isole e scritture”.

La vita è “un viaggio sperimentale fatto involontariamente”, confessa uno dei due autori, trovandosi “sopra ogni mare degli abissi del sogno, fuori dal grande Molo..,  sulla fine delle estati.., nel sud della vita.”

“Il viaggio sono io senza frontiere”.

“E’ triste lottare per perdere, è più triste perdere senza lottare.”

Il repertorio sarebbe lungo, bisogna cercarlo nel libro, evidenziarlo e confermarlo.

E’ libro inatteso. Ricco di cultura. Viene in un momento di sofferenza del Mediterraneo.

Abbiamo  bisogno oggi di un’opera simile.

L’abbiamo aspettata.

 

Predrag Matvejevic’

 

Per la postfazione ad “Adespota”, di Simone Perotti, leggi qui [4]