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La burla ci sommerge

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di Franco De Luca

 

La farsa sta impossessandosi della vita isolana. È uno scivolamento graduale che voglio sottolineare perché mi sembra che la comunità ponzese non meriti di essere travolta dal gioco a discapito di ciò che la nostra tradizione ha considerato  valore.

In questo sito, qualche tempo fa, ho rilevato come si sia inclini ad affrontare problemi e iniziative di vita con spirito ilare.

L’ho chiarito quando la campagna elettorale agli inizi mi era apparsa burlesca e chiarisco ora che altri motivi di vita cittadina si consumano con la leggerezza di una battuta, col disinteresse di un gioco fugace.

Un esempio è stato dato dalla ricorrenza di San Silverio a Le Forna. Una volta segno inequivocabile di devozione e insieme di attaccamento al lavoro, di radicamento sociale. Oggi una festa sopportata a malincuore. Praticata religiosamente per lo più dagli anziani e senza nessuna attrattiva per i giovani.

Non mi addentro nelle ragioni che hanno condotto a tanto, anche se un’analisi la meriterebbero. Constato che così è avvenuto e la comunità isolana l’ha digerita come un boccone amaro, ma pur sempre digerito. Fagocitato come un fatto non importante.

Lo stesso è avvenuto per la ricorrenza di san Giuseppe. Trascorsa sotto tono e con una manifesta indifferenza. Dico dell’aspetto festoso della ricorrenza non di quello religioso che volutamente tralascio. Ma la partecipazione popolare era di facciata.

Forse ragioni erano insite al fatto che il Comitato dei festeggiamenti è stato defenestrato dal Parroco e dunque mi appare conseguenziale l’assenza di entusiasmo. Ma quello che tendo a mettere in risalto è come certe consuetudini radicate nella vita cittadina vengono mortificate, se non cassate, e la cosa passa come un gesto, tutto sommato, di poco conto, su cui al massimo spendere una battuta.

E invece non è così, o meglio, non mi sembra una valutazione corretta, perchè una comunità si manifesta nelle tradizioni, negli slanci ideali che la sua storia ha suscitato e consolidato. E che trovano evidenza anche nelle festività e nelle sue modalità di manifestazione.

Per cui, accantonati i fenomeni strettamente religiosi, penso che la cittadinanza debba esigere il rispetto degli istituti popolari e delle forme che essi hanno assunto.

Mi accora questo argomento perché anche il Comitato per i festeggiamenti di san Silverio è stato reso inattivo dal Parroco con una leggerezza non proporzionata alla rappresentatività del Comitato stesso in relazione alla importanza della festività.

Una comunità, ripeto, si qualifica anche nelle sue tradizioni e nei valori che tramandano. Mortificarli in modo sconsiderato equivale a fare un affronto alla comunità stessa.

Ancor più mortificante è vedere che questi atti vengono stimati al pari di una farsa. Da parte sia di coloro che hanno prodotto questi comportamenti, sia di coloro che li hanno subiti.

 

Francesco  De Luca