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Di isole e fari

di Gabriella Nardacci

 

Ho letto recentemente il bando di un concorso letterario che si svolgerà nella bella isola di Ventotene. Prende spunto dal romanzo di Virginia Woolf  “Gita al faro” da cui prende a prestito il titolo; un libro già menzionato su questo sito (Leggi qui [1]).

Il concorso prevede un soggiorno sull’isola di Ventotene, di scrittori che vogliano cimentarsi nella scrittura a più mani di un racconto in cui l’isola sia teatro della storia, con lo sguardo alle sue bellezze naturali e riferimenti agli usi e costumi locali. Inoltre le persone che scrivono verranno riprese dalle telecamere e intervistate (leggi qui [2]).

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Senza dubbio è un concorso interessante e allettante anche perchè hanno già dato la loro adesione diversi scrittori affermati. Richiamerà, pertanto, molte persone a partecipare e l’isola di Ventotene, che merita, avrà la sua celebrazione.

Mi sono così venute in mente diverse opere letterarie ambientate sul mare e per isole, tra le quali L’isola di Arturo gran romanzo di Elsa Morante, ambientato sull’isola di Procida. Qui la scrittrice è molto presa dalla bellezza della sua isola. Parla di “fiori spontanei”“delle  ginestre di cui riconosci l’odore selvatico e carezzevole quando ti avvicini ai porti…” e “…di rocce torreggianti che sovrastano l’acqua,  dove fanno il nido i gabbiani e le tortore selvatiche…” …e via di seguito.

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Un fascino simile sprigiona Verga ne I Malavoglia laddove il mare di Acitrezza si fonde con la Sicilia tutta, con i protagonisti del romanzo, con le radici e con la struggente malinconia dell’abbandono di tutto ciò…

“… soltanto il mare gli brontolava la solita storia lì sotto, in mezzo ai faraglioni, perchè il mare non ha paese nemmeno lui ed è di tutti quelli che lo stanno ad ascoltare… anzi ad Acitrezza ha un modo tutto suo di brontolare, e si riconosce subito al gorgogliare che fa tra gli scogli nei quali si rompe, e par la voce di un amico…”.

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Ho sentito necessario richiamare – soprattutto a me stessa – questo preambolo mentre mi chiedevo cosa manca al trittico Ponza-Palmarola-Zannone perché non diventino esse stesse sede di manifestazioni culturali, ad esempio letterarie. Queste isole hanno bellezze palesi e nascoste ancora in parte da far conoscere e potrebbero essere il teatro naturale per ogni tipo di evento.

In tutto ciò che ho conosciuto di Ponza, ho sempre trovato motivo per consolidare l’idea positiva e affascinante che ne ho avuto al primo impatto. La natura incontaminata di Palmarola, il mistero di Zannone, la complessità, le bellezze e la storia di Ponza e da lungi, il maestoso, solitario faro della Guardia che vigile guarda l’infinito… sono emozionanti immagini che entrano nell’animo e ne acquietano le inquietudini.

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Io non sono di Ponza e non sono legata a questo luogo da nessun grado di parentela ma amo quest’isola e credo che meriti la considerazione giusta perchè ne riconosco una bellezza oggettiva.

A volte non occorrono ne’ un dispendio enorme di energie ne’ grandi capitali.

Bastano delle buone idee, secondo me, e una grande voglia di comunicarle.

 

Gabriella Nardacci