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Il vecchio teatrino rischia di chiudere

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di Vincenzo Ambrosino

 

Prima scena

Dopo mesi di organizzazione siamo a Punta Incenso per la festa dell’albero: presenti tutte le maestre dell’elementari, le autorità civili e militari, tutte le madri che hanno organizzato l’occorrente per la festicciola;  gli uomini della protezione civile con gli alberi e i badili, i bambini festosi e eleganti. Discorso del Sindaco, discorso del preside, letture dei bambini, si piantano gli alberi, si festeggia e tutti a casa. L’indomani articoli sul giornali con fotografie. Le maestre, i genitori non sono concordi sulla riuscita della festa: polemiche!

Morale: Chi fa sbaglia

 

Seconda scena

La Laziomar ci vuole togliere la seconda corsa della nave: bisogna raccogliere le firme, bisogna fare la lettera, bisogna andare dal Sindaco, bisogna organizzare una delegazione per partire, bisogna contattare i giornali, bisogna sensibilizzare la politica continentale. Ma chi, in prima persona, fa tutto questo?

Morale: Armiamoci e partite!

 

Terza scena

Siamo a scuola; per motivi meteo-marini la nave domenica sera non arriva: bisogna organizzare il mantenimento dei ragazzi a scuola; ma non ci sono professori in servizio; richiamare quelli locali che hanno il giorno libero, fare in modo che qualche professore di un’altra scuola vada a sostenere il lavoro dei colleghi. I genitori si ribellano per la disorganizzazione.

Morale: Ma chi te lo fa fare, chi ti paga?

 

Quarta scena

Siamo a scuola si deve decidere sul tempo pieno: alcune mamme sono contrarie, altre invece lo vogliono; i numeri non ci sono per scegliere diverse alternative, o tutti scelgono il tempo pieno o non può partire. Non far partire il tempo pieno significa togliere un’altra opportunità ai giovani e anche perdere altri posti di lavoro. La discussione è molto accesa ma ognuno rimane sulle sue posizioni. Si perde il tempo pieno.

Morale: Gli asini litigano e i barili si rompono!

 

Quinta scena

L’assessore deve organizzare una manifestazione pubblica: si trova da solo in una sala da pulire, lavare. Gli operai del comune sono impegnati. Si sente perso, bisogna ordinare le bibite, i dolci, i fiori, il discorso ce l’ha in tasca. Prende la scopa in mano e comincia nella sua solitudine a pulire.

Morale: Hai voluto la bicicletta?

 

Sesta scena

In un angolo della strada Panoramica all’esterno dei bidoni dell’immondizia si accumulano ogni giorno sempre più rifiuti speciali: materassi, mobili, elettrodomestici, letti. Qualcuno si chiede: “E’ mai possibile che questa cosa io la vedo e i vigili no? Ma un giorno il camion dell’immondizia si ferma e sgombera il tutto! Quel tale chiede al conducente del camion: “Ragazzi non è la prima volta che raccogliete queste cose buttate per strada ma avete mai indagato chi si serve del servizio pubblico per fare sfratti privati?” L’operaio del camion risponde: “ A noi ci hanno detto di raccogliere… il controllo spetta ad altri”.

Morale: Fatti i fatti tuoi che campi cento anni!

 

Settima scena

La banchina nuova è piena di automobili, molte in deposito. Ci sono componenti di intere famiglie che per recarsi al loro posto di lavoro vanno ognuno, individualmente, con il proprio mezzo. Ci sono altri che utilizzano lo spazio pubblico per esporre e noleggiare le proprie, numerose, autovetture. Ma un giorno i pescatori tornando da mare trovano le loro autovetture con tanto di multa.

Morale: Chi si fa pecora il lupo se lo mangia!

 

Ottava scena

C’è da organizzare il focarazzo: parte l’appello di un volenteroso nostalgico, questo appello viene raccolto da altri volontari. Bisogna andare al comune, in capitaneria, coinvolgere il prete, firmare l’autorizzazione, assumersi le responsabilità, raccogliere il legno, disporlo in spiaggia, accenderlo. Alla fine tutti contenti!

Morale: Ma se succedeva un qualsiasi problema?

 

Nona scena

Persone che dall’esterno commentano le relative scene: “Ma si poteva fare meglio! Ma hai visto, sono sempre gli stessi che si mettono in mezzo, avranno sicuramente degli interessi. Ma chi te lo fa fare a parlare lo vedi che poi dicono che sei sempre tu che non ti sai fare i c…. tuoi. I professori sono dei fannulloni, non si sanno fare rispettare, la colpa è della scuola!

Per fortuna che ci sono i fessi: mentre loro facevano gli altruisti io sono riuscito a convincerlo e mi sono fatto approvare il progetto.

Morale: “Cornuti e mazziati”

 

Decima scena

Discorso di un idealista ai cittadini di Ponza

Amici cittadini non potete più delegare; per mandare avanti il teatrino ponzese ci vogliono non solo i primi attori, ma anche chi pulisce, chi crea le scene, chi si occupa delle luci e chi fa gli spettatori. Cari cittadini a rotazione una volta si fa gli attori, una volta si va a pulire, un’altra ci si deve occupare delle luci e ancora a turno si fa gli spettatori.

I numeri son talmente risicati, le competenze sono talmente scarse, che bisogna che ci si sposti da una manifestazione all’altra a fare gli autori, i protagonisti e gli spettatori felici e plaudenti.

C’è da fare il tempo pieno a scuola, per tanti motivi? Tutti insieme si decide di farlo! C’è da fare il focarazzo per tanti motivi? Tutti insieme si contribuisce. Non ci sono alternative per chi vuole vivere in un’isola!

Bisogna stare dietro alla scuola, solidarizzare con i professori residenti, bisogna incoraggiare il barista a rimane aperto anche d’inverno. Bisogna ringraziare sempre chi va a raccogliere le firme, questa diventerà un’attività a tempo pieno per il prossimo futuro. Rispettare, riconoscere pubblicamente i volontari che vanno a pulire i sentieri; quel cittadino che rompe le palle perché la strada è sporca non va isolato ma va ringraziato.

Bisogna premiare il vigile che sta sempre in mezzo alla gente a controllare e a correggere. Bisogna ringraziare quel prete che non parla solo dal pulpito ma che utilizza la sua autorevole figura per far crescere la comunità intorno ai valori di solidarietà e armonia.

 

Ultima scena

 

Appello a Franco Ferraiuolo, Antonio Balzano, Piero Vigorelli

 

Cari futuri Sindaci,

ho letto i vostri programmi ma credetemi, la cosa più importante da fare é motivare i cittadini a vivere l’isola intorno ai valori di generosità, altruismo, solidarietà.

Il dirigismo, gli effetti speciali, la risoluzione di alcuni problemi strutturali serviranno a ben poco se queste opportune opere di sviluppo non vengono accompagnate da una operazione di didattica quotidiana per una nuova convivenza civile.

Il primo cittadino deve diventare l’esempio da seguire, un buon esempio da seguire infatti: non parcheggia dove non si può; cerca di non utilizzare l’auto privata; alle otto di mattina sta sul comune; va a visitare i suoi concittadini come un vecchio medico condotto; organizza il suo comune al servizio dei cittadini; i suoi vigili stanno nei quartieri non negli uffici; si circonda di collaboratori che innanzitutto hanno di queste idealità.

Se il capofamiglia dimostrerà di essere un uomo credibile, allora la gente, questa gente di Ponza, accetterà di fare i giusti sacrifici, che sono tanti.

Dal giorno dopo delle elezioni, mi aspetto un Sindaco che abbia la consapevolezza che il teatrino, per continuare ad andare avanti, ha bisogno di tutti, dal primo attore all’ultimo degli spettatori.

 

Vincenzo Ambrosino

 

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