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Informazioni di base sulle droghe d’abuso (4)

di Sandro Russo

Per gli articoli precedenti, digitare:  droghe  nel riquadro in basso a sin. del frontespizio: “CERCA NEL SITO”

Sterminate sono le correlazioni che le cosiddette “droghe”, ovvero sostanze in grado di modificare, ampliare o offuscare, distorcere in vario modo le capacità della mente – hanno avuto con il pensiero umano, in tutti i tempi e in tutte le culture, con importanti implicazioni mistico- religiose, mediche, commerciali, politiche e sociali.

Si sono avute vere guerre  per il controllo delle droghe.

Guerre dell’oppio tra l’inghilterra e la Cina (due distinti conflitti: 1839-1842 e 1856-1860): fregate a vapore munite di cannoni contro sampan di legno

Tra le più recenti quella del 1977 tra la Somalia e l’Etiopia per il controllo degli altipiani dell’Ogaden, arida regione tra i due stati, importante zona di coltivazione del khat (v. in seguito).

Ma si possono anche citare il controllo militare del cosiddetto ‘Triangolo d’oro’ (regione montuosa a cavallo tra Birmania, Laos, Thailandia) e della ‘Mezzaluna d’oro’ (Iran, Afghanistan, Pakistan + India, Nepal), sedi della produzione mondiale dell’oppio.

Soldati in armi a guardia dei campi di papavero in Afghanistan

E la guerra sotterranea, degli ultimi decenni e tuttora in corso, tra gli Stati Uniti e gli Stati centro-sud americani (Perù, Bolivia, Colombia, Ecuador, Guatemala) per contrastare la produzione e l’esportazione di cocaina.

Altrettanto importanti le influenze delle ‘droghe’ su filosofia, letteratura e ‘arte’ in genere.

Dal “Club des hashishins”, raffinato circolo letterario della Parigi ottocentesca, che raggruppava artisti programmaticamente dediti all’uso dell’hashish (vedi in seguito); all’enorme influenza sulla ‘sottocultura hippie’ dello scrittore Carlos Castaneda, cui l’importante rivista americana Time dedicò una copertina.

 Copertina di TIME del 5 Marzo 1973. Il testo originale di Carlos Castaneda è del ’68: “A Scuola dallo Stregone – Una via yaqui alla conoscenza” – 1a Ed. italiana Roma, Astrolabio, 1970. Seguiranno: ‘Una realtà separata’ (1971), ’Viaggio a Ixtlan’ (1972) e vari altri.

Fondamentale per la conoscenza degli effetti di eroina e morfina – sperimentati sul proprio corpo e responsabili dello sconvolgimento della sua stessa vita – l’opera dello scrittore William Burroughs. Da un suo libro “La scimmia sulla schiena” (titolo originale Junkie, del 1953) prese il nome il modo di indicare la dipendenza da eroina e morfina.

Su un versante più propriamente conoscitivo e sperimentale si situa l’opera di Aldous Huxley. Il suo breve libro (un doppio saggio: “Le porte della percezione – Paradiso e Inferno”) egli analizza con metodo scientifico  – riferendoli con la precisione dell’uomo di scienze e la sensibilità dello scrittore – gli effetti sul suo corpo di una dose di mescalina (il principio attivo del cactus peyote). Il titolo del libro deriva da una frase di William Blake, poeta e pittore inglese (1757-1827): “If the doors of perception were cleansed, every thing would appear to man as it is, infinite!“Se le porte della percezione fossero sgomberate, ogni cosa apparirebbe all’uomo così com’è, infinita.”

Aldous Huxley: “Le porte della percezione. Paradiso e inferno” – Piccola Biblioteca Oscar Mondadori 1° ed., XVI Rist. 2005

Da questa stessa frase, e dalla vasta eco che il libro ha avuto sulla cultura giovanile emergente degli anni ’60 – ’70, è derivato il nome del gruppo musicale “The Doors” il cui mitico leader, Jim Morrison (King Lizard, il Re Lucertola) doveva morire pochi anni dopo, devastato dalle stesse droghe che celebrava nelle sue canzoni.

La tomba di Jim Morrison, al cimitero Père Lachaise di Parigi

E per citare altri protagonisti-vittime della stessa illusione di riuscire ad utilizzare “le droghe” senza esserne dominati, si possono ricordare le vicende esemplari di altri due geni della musica rock, Jimi Hendrix e John Lennon dei Beatles: il primo morto per overdose da eroina nel 1970; Lennon rimasto ‘agganciato’ alla stessa droga per anni e tirato fuori solo grazie alla enorme disponibilità di mezzi di cui era dotato (trovò la morte per i colpi sparati da un esaltato, nel 1980).

Come si vede non valgono sensibilità e intelligenza per difendersi dall’insidia delle ‘droghe’ – a questi personaggi tali doti non facevano certo difetto – ma il pericolo è nel conoscere solo superficialmente i loro effetti e/o sopravvalutare la propria forza e capacità di resistere ad esse.

Nelle prossime puntate tratteremo delle singole droghe, secondo lo schema riportato nella immagine seguente:

Sandro Russo

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