Attualità

Nasce “Cultura in cammino”

Riceviamo da Enzo Di Giovanni e volentieri pubblichiamo, con voti augurali di benvenuto alla nuova Associazione
La Redazione
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E’ nata l’Associazione ONLUS “Cultura in cammino“, che si pone l’intento di coordinare, stimolare, in una parola far sì che la cultura a Ponza diventi “sistema”.
In una Ponza frammentata in entità sempre più divise è bello sottolineare che un vento nuovo cominci a soffiare almeno in ambito culturale. Non è un caso, convinti come siamo che tutto parta dalla cultura, prima ancora che dall’economia e dalle infrastrutture. Cultura significa riappropriarsi del sentimento di sentirsi ponzesi, appartenenti ad una comunità, e non solo “abitanti” di un luogo.
Insomma proprio ciò che si propone di fare Ponzaracconta in ambito virtuale, ed è proprio per questo che ci piace comunicare tale iniziativa in primis su questo sito.
Ma cos’è, e cosa si propone “Cultura in cammino”?
Da oggi le associazioni che si occupano di cultura e sociale a Ponza avranno una casa comune. Questo non significa che tali associazioni perderanno la loro specificità: al contrario, lo stare insieme deve servire da stimolo, per elaborare progetti sempre più condivisi ed ottimizzare al meglio risorse e spazi.
Ed a proposito di spazi, il primo grande obiettivo che “Cultura in cammino” si pone è il recupero dei “Cameroni”, luogo non solo di spessore storico, ma anche, al momento, l’unico spazio esistente utilizzabile. Un luogo che nel corso degli anni è stato utilizzato da più soggetti, ma mai con un progetto organico.
Crediamo sia tempo di utilizzare quello spazio per lo scopo a cui è destinato: un museo che raccolga la nostra storia nelle sue molteplici facce, ma che sia nel contempo proiettato nel futuro. Un luogo dinamico, che applicando le moderne concezioni in materia, non sia solo espositivo ma luogo di incontro, una vera e propria cittadella dove far convivere in maniera sinergica mostre temporanee e permanenti, incontri, laboratori per ragazzi. Un luogo che applicando il concetto di rete museale possa rappresentare anche un ponte che oltrepassi il mare.
Al momento hanno aderito, attraverso la nomina di propri rappresentanti, le seguenti associazioni:
“La compagnia di Trinchetto”
“Pro-loco di Ponza”
“Nuovo teatro ponzese”
“Domus nostra”
Centro diurno “il Faro”
Ovviamente “Cultura in cammino” è aperta a tutti, associazioni e singoli.
Anzi, convinti come siamo che la cultura sia tale solo se condivisa, ci auspichiamo che siano tanti ad aderire alla nostra iniziativa e a condividere  con noi soci fondatori ambizioni, idee e progetti.
Per contatti ed ulteriori info è possibile rivolgersi presso la sede della Pro-Loco di Ponza.
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Grazie a tutti per l’attenzione!
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Enzo Di Giovanni
8 Comments

8 Comments

  1. Silverio Lamonica

    31 Marzo 2012 at 19:12

    VENGO ANCH’IO..!

  2. polina ambrosino

    31 Marzo 2012 at 19:33

    Benvenuto!

  3. Vincenzo Ambrosino

    1 Aprile 2012 at 11:18

    Caro Enzo, tutte le iniziative di costruzione di percorsi lunghi e nuovi, sono affascinanti e rispettabili ma io chiedo a tutti i proponenti, sempre, un minimo di coerenza nei comportamenti e questo che poi li rende alla lunga credibili e quindi punti di riferimento per i pochi uomini di buona volontà.
    Caro Enzo, quando il sottoscritto prese l’iniziativa di mettere la scuola, quindi l’istruzione dei giovani, al centro della riproposizione del vivere nell’isola e per questo invitai, con una lunga e articolata lettera, tutte le associazioni culturali e politiche dell’isola, chiedendo una riunione per discutere di tale idea, ottenni una “arena” pubblica nel museo, aperta ai cittadini. Parteciparono: D. Vitiello, L. Vitiello, Aversano e Tu per il Comune; E. Prudente, S. Lamonica, M. Sciarra, A. Scarpati a rappresentare le Associazioni. Ne erano stati invitati tanti altri alcuni dei quali erano presenti nel pubblico e non presero la parola. La discussione fu pseudopolitica per cui inutile, ma in particolare tu facesti un lungo discorso, in parte ripetuto più volte anche in articoli su Ponzaracconta che: manca la società, manca la coesione sociale, la cultura individualista è impossibile da cambiare ecc. Io mi chiedo, anche se quella non era la sede che io chiedevo per una discussione serena e non demagogica, perchè in quel momento che tu eri ancora delegato alla cultura, non prendevi al volo la palla e non venivi fuori con una idea di questo genere? In questo modo non perdevi un anno di tempo e non perdevi quell’occasione di creare un confine, tra il mondo degli affari e quelli della cultura, infatti l’amministrazione di cui tu hai fatto parte è stata definita “l’amministrazione dell’affare” non certo della cultura, e da te per il livello culturale che mostri di avere oggi, noi ci aspettavamo veramente molto di più.

  4. Gennaro Di Fazio

    1 Aprile 2012 at 18:18

    Caro Vincenzo,
    con la premessa che ognuno scrive come gli pare e nel modo in cui ritiene più opportuno, permettimi di chiederti di stemperare un po’ della tua veemenza nei confronti di quanti, nel bene e nel male, stanno cercando o hanno cercato di agire, a modo proprio, per il cosiddetto “bene di Ponza”. Ma, al di là di: “chi è senza peccato scagli la prima pietra”, tu stesso, nell’articolo “Ma a che gioco stanno giocando” scrivevi: “E’ più facile tirare un pugno all’avversario che stringere i pugni in tasca e contare fino a dieci”; pertanto cerchiamo di essere più accondiscendenti un po’ con tutti e prendiamo da ognuno quello che possiamo prendere al fine di quella cooperazione che sempre si invoca ma mai si applica. Anche perché spesso sono proprio i modi aggressivi, al di là delle buone intenzioni, ad ingenerare quelle contrapposizioni che chiudono le porte al cooperativismo e alla socialità.

    Con affetto e stima
    Gennaro Di Fazio

  5. polina ambrosino

    1 Aprile 2012 at 20:03

    Non vivendo a Ponza stabilmente non ho potuto seguire nè le varie riunioni nè i dibattiti che si sono succeduti sui problemi della scuola, dei giovani, della cultura e della politica, quindi posso solo agganciarmi all’ultima parte del discorso di Vincenzo: nell’ultima mia venuta a Ponza di 10 giorni fa, ho saputo dell’idea di questa Associazione di Associazioni, che non mi è sembrata affatto malvagia. Anzi. Non conosco, come dicevo, i vari presupposti; sicuramente ci si poteva arrivare prima, sicuramente si poteva fare di più. Sicuramente. Ma quindi che significa, che ora il tempo è scaduto? Che ora i presupposti non sono più validi? Mah… di certo Enzo avrà avuto le sue responsabilità nel coprire il ruolo che ha coperto nella passata amministrazione, ma ora Enzo non è un amministratore. Ora Enzo è un cittadino qualunque, o no? O siccome ha avuto un recente incarico amministrativo ora non può avere delle iniziative? E tutti quelli che hanno aderito alla proposta, allora? Avremo aderito perchè crediamo che si possa fare bene, o conta solo chi ha avuto l’idea? Chiunque può avere un’idea, ma se non viene condivisa resta un’astrazione. Quindi, credo, che tutti coloro, la mia associazione compresa, che hanno aderito, l’hanno fatto perchè PENSANO CON LA LORO TESTA E CREDONO CHE SI POSSA AGIRE PER IL BENE. Mi auguro, e l’ho scritto anche su facebook a qualcuno che ci vede del marcio in questa Associazione, che se ci sono da parte di chiunque, delle accuse da fare, si facciano, chiaramente; si dica chiaramente, cosa si pensa. Senza eufemismi, senza problemi. Vista la situazione dell’isola, non è più tempo per fare come Lino Banfi “una parola è troppa e due sono poche”, di fare bluff o provocazioni varie, ma invece di tirare fuori la faccia e dire davvero cosa si pensa, nel bene e nel male.

  6. Vincenzo Ambrosino

    2 Aprile 2012 at 16:49

    Vedete, io non ho bisogno di stemperare un bel niente; dico che Polina e la sua Associazione sono liberi di aderire a ciò che credono, al contrario sembra che ‘A Priezza abbia avuto delle riserve. Io che in questo posto ci vivo so quali sono gli esili equilibri – quanto è costato a me elaborare e scrivere quel documento? – ma so anche che ognuno di noi fa delle scelte che vanno valutate nel tempo per essere poi credibili, almeno per il mio canone di giudizio. Se l’Amministrazione Porzio è stata commissariata, pensate che tutti quelli che hanno partecipato alla sua maggioranza siano innocenti dal punto di vista politico? E se Enzo, che aveva in mano la cultura, non si è distinto dagli altri, anzi con il suo atteggiamento, con le sue analisi ha fatto capire che non c’era niente da fare prima, che aveva la possibilità di agire, e oggi al contrario ci dice che la Cultura si può mettere in cammino… voi pensate che
    quest’atteggiamento “diverso” non deve essere spiegato? Ci potrebbe far capire per esempio che avere il cosidetto potere non serve a niente e che solo dal basso che si può cambiare la società. Che “il potere logora chi ce l’ha” sovvertendo il vecchio motto di Andreotti: a questo punto mi convince senza indugio. Ma lo vorrei sentire dal proponente con una delle sue analisi molto interessanti.

  7. polina ambrosino

    2 Aprile 2012 at 20:44

    E’ molto probabile che le cose migliori nascano dal basso. Spesso, per motivi diversi, gli equilibri o squilibri, che dir si voglia, di un’amministrazione comunale, impediscono moltissime cose. Lo sappiamo tutti, anche se ogni volta ci illudiamo che sarà diverso. L’idea di raggruppare le varie associazioni, comunque, non è recente: già nel 2009 si fecero alcuni incontri per promuovere questa iniziativa, che alcuni presero con entusiasmo, altri ascoltarono imperscrutabili, nessuno si oppose decisamente. La faccenda restò sospesa… poi i problemi politici divennero di grave urgenza e la cosa finì nel dimenticatoio.Quindi chiariamo che non è nata adesso. Ma non essendo però defunte le associazioni ed essendo comunque sempre valida la proposta, essa è stata riportata all’attenzione dei vari gruppi che ,da quanto ne so, si sono incontrati, hanno discusso, e sono arrivati ad una conclusione. Ora certamente mi auguro che alle domande poste da Vincenzo, Enzo vorrà dare una risposta. Ma una cosa mi chiedo: è mai possibile che ,vivendo voi a Ponza, contrariamente a me che invece solo tramite questo mezzo riesco a non perdere il filo, dicevo, è mai possibile che non possiate chiarirvi DI PERSONA, invece che scontrarvi su Ponza Racconta? O invece accendere polemiche di tutti i tipi fra persone che vivono a 1 km di distanza e che comunque tra il porto e sant’Antonio si incontrano siucuramente, rende la cosa più chic perchè si vuole far capire, a tutti i costi , che ci devono essere per forza dei fronti opposti? La nuova piazza virtuale rende l’idea più che quella reale? Mah… Sinceramente è abbastanza triste che persino in un’isola di 7 km di strada, si preferisca lo scontro virtuale all’incontro reale.

  8. Enzo Di Giovanni

    3 Aprile 2012 at 23:33

    Carissimi Polina, Gennaro, Vincenzo, Silverio e quanti vorranno intervenire in questa discussione. Innanzitutto perdonatemi per non aver risposto prima: il fatto è che ero a Formia, senza pc, e sono rientrato solo oggi.
    Quando ho comunicato la nascita di “Cultura in cammino” (a proposito della quale è forse scontato, ma doveroso sottolineare che non è la “mia” associazione, ma la casa dei tanti amici che l’hanno fatta propria e di quanti lo faranno in futuro), non sapevo quali sarebbero state le reazioni (ne oso immaginare quello che troverò su facebook…).
    Sapevo solo che ci sarebbero state.
    Perchè non saremmo ponzesi senza polemiche. Giorni fa, parlando con Polina, mi è tornato alla mente il terzo principio della dinamica (non che sia un genio della fisica, anzi, è una delle poche cose che mi ricordo del liceo), quello che prevede che ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria. Noi a Ponza siamo così: sprechiamo le migliori energie a vuoto, nel fare e disfare alleanze, nel cercare precari equilibri. Lo dice lo stesso Vincenzo, a proposito delle sue difficoltà nello stilare un documento…
    Cosa dire?
    In realtà non ho molto da aggiungere a quanto avete scritto voi. E la cosa, devo dire, mi fa enormemente piacere. E’ un segno tangibile di quanto i linguaggi siano, al di là di ogni possibile divergenza o incomprensione, simili. E che ci sia un comune sentire, forse più che in altri momenti.
    Per cui, mi scuserete se ripeterò concetti che avete già espresso.

    L’idea di riunire le varie associazioni in effetti è vecchia. Per quanto mi riguarda è del 2009, appunto (non di un anno fa!). Ma dal momento che le idee non sono mai frutto del caso o personalistiche, diciamo pure che essa “fluttuava” nell’aria da molto prima. Io mi arrogo semplicemente il merito di averla esternata, che è ben poca cosa.
    Nel 2009 feci, da delegato alla cultura, due incontri pubblici in cui invitai le varie associazioni esistenti, sulla scorta di un elenco che rintracciai in Comune. Invitai anche esponenti riconosciuti della cultura locale, e poi amici vari. Sicuramente dimenticai qualcuno, e me ne scuso, ma allora per me era importante lanciare un segnale, smuovere il pantano. Ne vennero fuori due incontri: il primo in particolare molto partecipato, in cui illustrai il mio progetto nello specifico, e raccolsi adesioni da più parti.
    Il passo successivo fu quello di incontrare, il maniera più “selettiva”, i rappresentanti delle associazioni, per tastare con mano se dall’ideale, se dal bisogno di una nuova collettività si potesse passare al realizzarla. E qui le cose si incepparono: per ragioni che personalmente non ho mai capito, non fu possibile arrivare alla meta. A questo punto posso rispondere al quesito posto da Vincenzo: in effetti il potere logora chi ce l’ha. Almeno nel caso in cui questo potere viene speso in nome della collettività.
    Perchè, vedete, c’era in effetti una incongruenza nel mio procedere: di solito sono i movimenti, i partiti, insomma la società in tutte le sue forme a pungolare l’amministratore di turno a “fare” le cose, non il contrario. Io invece mi sono trovato un paese ingessato, forse demotivato, sicuramente non pronto a costruire soggetti sociali nuovi, più aggreganti. Non ne faccio una colpa a nessuno: sicuramente fu una mia pecca non aver compreso che il momento evidentemente non era propizio.
    Ma compresi pure un’altra cosa importante: che io, da consigliere delegato alla cultura, di più non potevo.
    L’impegno di riunire associazioni e singoli.
    Portarli a discutere senza spezzare quei “fragili equilibri” interpersonali.
    Proporre un’”associazione di associazioni”.
    Prepararne persino lo statuto.
    Una delibera di giunta con l’impegno di far nascere finalmente un museo.
    L’impegno di portare in consiglio la proposta di affidare la gestione della struttura alla nascente organizzazione.
    Di più, veramente, dall’interno non so cosa altro fosse possibile fare. E purtroppo, dall’esterno il segnale non fu colto fino in fondo, o magari non si trovarono gli equilibri giusti, perchè alla fine i gruppi decisero di non dar luogo al progetto.
    O, più semplicemente, quella era l’idea strampalata di un “amministratore”, che magari tendeva a confondere i ruoli.
    Puoi rompere gli indugi, Vincenzo. In effetti non è casuale che io scriva di partecipazione dal basso.
    Perchè se spesso il “politico” può solo proporre, soprattutto in periodi di vacche magre, il cittadino può fare. E questo “potere”, per noi comuni mortali non andreottiani, non logora affatto.

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