Attualità

Schizzi di salsedine da Ponza (17)

di Franco De Luca

 

L’isola sta vivendo un’anticipazione dell’estate, tanto è  piacevole l’atmosfera che unisce mare cielo e terra in una dimensione di placida bellezza.

Colori tenui e di rinnovata tersità, profumi sparsi e avvolgenti, e quiete.

Quella che non c’è negli isolani, ballettanti fra nomi e liste, interessi e condizionamenti.

A nulla è valsa la mannaia giudiziaria dell’ultimo autunno. A nulla.

C’era da abbracciare con entusiasmo un’altra concezione del  “far politica” a Ponza, e invece si prosegue nell’autodistruttiva demolizione del vicino di casa, del compaesano, di Le Forna opposta al Porto.

Con un minimo di spirito proiettivo si può concludere che non sortirà nulla di migliorativo, perché si lasciano le decisioni ai furbetti dell’ultima ora o a quelli la cui ora è passata da decenni.

La popolazione fondamentalmente non  “vuole”  diventare “soggetto politico”, preferisce essere manipolata come “oggetto”. Cedendo ai ricatti, alle lusinghe, alle tentazioni di sopravanzare gli altri per capriccio.

La ragione di tale insània occorre trovarla nei difetti umani non certo in questa natura che semplicemente magnifica le doti che possiede.

Elevo auspici affinché la natura vinca sull’umanità, come la bellezza sulla stoltezza.

 

Francesco De Luca

 

3 Comments

3 Comments

  1. Gennaro Di Fazio

    29 Marzo 2012 at 22:23

    Caro Franco,
    nell’apprezzare come sempre i tuoi meravigliosi “schizzi di salsedine da Ponza”, mi sia concesso non approvare il rancore che stai esprimendo nelle tue ultime pubblicazioni. In fin dei conti cosa pensavi che potesse accadere alla società ponzese dopo la mannaia giudiziaria se nel frattempo non si è fatto politica e se anche fosse stata fatta, i suoi tempi ristretti non avrebbero consentito comunque di cambiare nulla. La mia ipotesi di una lista unitaria con sindaco a termine, cioè per solo 1 anno, poteva permettere di creare qualche presupposto in più, non so perchè è stata scartata “a prescindere”, forse per la paura che una volta insediato, quel sindaco sarebbe rimasto per sempre? I meccanismi per estrometterlo c’erano, ma c’era anche la persona che si sarebbe impegnata solo per 1 anno, anzi avrebbe accettato a patto che sarebbe rimasto solo 1 anno! Adesso c’è il rischio che chiunque vada, non rappresentando una grossa maggioranza politica, non riuscirà a determinare una svolta seria per l’isola; sempre se, in relazione alle enormi difficoltà amministrative, non si vada a rivotare nel 2013.
    Comunque mi dispiace che hai rancore, purtroppo la politica è crudele.
    Quando io ero giovane e facevo politica attiva per ragioni ideologiche, nel momento in cui mi lamentai di una delusione, un politico “navigato” mi disse: “se non sei avvezzo all’ingratitudine, non fare politica”. Io invece, nonostante non ne fossi avvezzo, la continuai a fare perchè il mio era appunto un impegno ideologico e ciò ti fa superare mille difficoltà e delusioni, così come a coloro che la fanno per grossi interessi economici. Ma se si pensa di fare politica per il cosiddetto “Bene di Ponza”, che secondo me non significa niente – così come ho specificato in un articolo a riguardo pubblicato su questo stesso sito – allora la delusione è veramente dietro l’angolo mentre invece la forza per riprendere la lotta stenterà sicuramente ad arrivare.
    Nel terminare, salutandoti con l’affetto e la stima di sempre, vorrei aggiungere che quanto espresso non vuole essere solo una critica, ma soprattutto una riflessione per attivare una nuova fase di ricostruzione sociale e politica dell’isola attraverso il coinvolgimento delle persone e delle organizzazioni.

    Gennaro Di Fazio

  2. Silverio Tomeo

    29 Marzo 2012 at 23:30

    Le ipotesi di un passo indietro di ogni possibile e immaginabile lista per lasciare il Commissario prefettizio per una altro anno ancora, e quest’altra di un sindaco a termine per un solo anno con le dimissioni preventivate, erano e si sono dimostrate essere soltanto ipotesi campate per aria. Abbiamo invece la dura realtà di due ex-sindaci di lontane stagioni politiche (dalla Prima alla Seconda Repubblica) in campo, e quella di un ex giornalista Mediaset allo sbaraglio, e magari una quarta lista dell’ultima ora. Quindi le forze più avvertite e consapevoli, crisi o non crisi della politica e della democrazia, avrebbero dovuto per tempo mettere in campo una proposta di alternativa per l’interesse generale della comunità isolana e per il governo dei beni comuni, per il rispetto delle regole e per il risanamento, per la democrazia e la partecipazione. Avrebbero potuto ascoltare i nuovi movimenti civici, la fragile ma esistente società civile, la nuova generazione. Ma non l’hanno fatto, non hanno osato abbastanza, hanno rinunciato, e questo significa che non avranno neppure un consigliere di opposizione, neppure il diritto di tribuna. Questo è colpa del “popolo” per la sua passività? Continuo a vedere solo populismo senza popolo, a intravedere una composizione sociale devastata dalla prepotenza dei ceti che vivono sul turismo senza regole, sulla microresistenza alla legalità, sulla deriva antropologica della deculturalizzazione di massa. Qui la comunità residente e votante non riesce ad essere “soggetto” di cambiamento perchè dissanguata dalla diaspora migrante e perchè infeudata da forti interessi corporativi e privati, difficili da spacciare per bene pubblico comune. Allora comunque vadano queste tristi elezioni frantumate in liste di fazioni senza idee e progetti, la parola tornerà alla società civile, ai movimenti spontanei, al controllo esterno di legalità, alla normativa europea di difesa ambientale. L’elitismo non è mai stato una buona risposta al populismo.

  3. Franco De Luca

    30 Marzo 2012 at 11:23

    Ai commentatori (Gennaro Di Fazio e Silverio Tomeo)

    Di solito preferisco non utilizzare uno spazio pubblico per precisazioni private, anche perché penso che ogni scritto viva di una sua propria esistenza, disincarnata dall’autore e vitalizzata invece dai lettori.
    Purtuttavia, poiché Gennaro mi sollecita in un “sentimento” privato (il rancore), voglio precisare che, se ho dato questa impressione è per mio difetto espressivo.
    Non rancore, Gennaro, perché rispetto le volontà di tutti e non penso di aver ragione “a priori”.
    Il progetto politico cui ho dato vita non ha ottenuto consenso …e va bene. Vuol dire che non era radicato nella realtà oggettiva di Ponza.
    Non porto rancore verso nessuno, e tuttavia devo constatare (questa è la mia valutazione) che i Ponzesi anche questa volta hanno preferito alienare parte del loro raziocinio valutativo e… invece di formare essi una lista, si limitano a scegliere fra quelle presentate da soggetti privi di ogni rappresentatività (i cosiddetti portatori di voti).
    Questo constato, così valuto e pace… gli eventi diranno se gli sviluppi avranno sbocchi positivi (io, pur desiderando d’essere sbugiardato, credo che saranno tutti peggiorativi).
    Tu dici: “la politica è stata assente…” e dunque non ci si poteva aspettare altro.
    Io dico che la “politica ufficiale” è stata certamente assente, ma quella che suscita reazioni individuali, quella è avvertita da tutti, quella è “sentita”. Ed a questo sentimento non si è risposto.

    A Silverio dico che a Ponza tutta la politica si radica nel “sentimento politico individuale” (infarcito più o meno di ideologia, più o meno di interesse economico).
    La mia proposta (anch’essa fondata nel sentimento politico) tendeva a muovere le coscienze, non gli appetiti.
    Fare un passo indietro e proseguire nella proposta avrebbe condotto a condizionamenti con tutto quanto non volevo compromettermi.
    Molto probabilmente non sono stato esauriente e nemmeno convincente, me ne scuso con gli interlocutori, che ringrazio dell’attenzione .
    Soprattutto chiedo venia agli altri lettori.
    Saranno i fatti, a giochi conclusi, ad inverare le ipotesi.
    Cordialità
    Francesco De Luca

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