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La navigazione postale a Ponza: dai Borbone alla SPAN (1)

 

[1]di Gennaro Di Fazio

 

Foto viaggio inaugurale dell “Isola di Ponza”

 

E’ stato il ricordo di mio padre Vincenzo (detto Muscardine) ed il lavoro che egli svolgeva come ormeggiatore del porto di Ponza dal dopo guerra agli anni ’70, ad indurmi ad intraprendere questa ricerca sulla navigazione postale sull’isola.

Ma prima di iniziare mi corre l’obbligo di fare i dovuti ringraziamenti alle sotto elencate persone che con il loro apporto mi hanno permesso di portare avanti questa mia idea:
–    A Ernesto Prudente, Giuseppe Tricoli e Mirella Romano; da essi, e dalle loro ricerche, ho attinto notizie inerenti a questo lavoro;
–    A Maurizio Appicelli – cui sono molto riconoscente – il quale, nonostante non mi conoscesse, mi ha dato il permesso di utilizzare brani e foto dei suoi libri: “Postali nel golfo di Napoli” e “Linee marittime per Ponza e Ventotene”, molto utili alla mia ricerca.

Al fine di rendere più piacevole la lettura di questo lavoro ho inserito foto e disegni dell’epoca, mentre per evitare che potesse annoiare, ho deciso di pubblicarlo in più puntate.

 

La navigazione postale – che per definizione si intende servizio pubblico o sovvenzionato che garantisce il collegamento con le isole –  inizia nel 1840 sotto il regno di Ferdinando II di Borbone (1810 – 1859; in carica dal 1830), detto anche “Re Bomba” (così definito dai suoi nemici perché molto duro nei confronti dei movimenti democratici); all’inizio tra Napoli e la Sicilia e successivamente con le  isole minori.

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Ferdinando II di Borbone

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Primo battello a vapore del mediterraneo il “Ferdinando I”

Durante i moti rivoluzionari del 1848 tale servizio viene però sospeso ed i vapori vengono requisiti.

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Nel 1850 si costituisce la “Società di Navigazione Napoletana”

Nel 1852 l’armatore Giacomo Close, inglese residente a Napoli, acquista 2 vapori in legno con propulsione a ruota: il “San Venefrede” e il “Flavio Gioia”, destinandoli al collegamento con Ischia e le isole ponziane

[5] “San Venefrede”

La tariffa da Napoli a Ventotene era di 2 ducati per la prima classe e 1 ducato e mezzo per la seconda
Il ducato, rapportato all’euro in data 2001 sarebbe stato di 1 ducato = € 16.03

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Purtroppo tale iniziativa, dimostratasi poco redditizia, venne sospesa ed i battelli furono dirottati su altre linee.
Nel 1857, la Società di Stato, denominata “Messaggiera Marittima”, inizia i collegamenti per le isole del golfo di Napoli e per Ponza e Ventotene, con il vapore a legno “Antelope”.

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Siccome in quel periodo erano attivi il carcere di Ponza e il penitenziario di S. Stefano, tali collegamenti andarono a soddisfare anche la necessità del trasferimento dei detenuti.

[8]                                                                                                                        Foto del penitenziario S. Stefano

[9]                                                                                                      Interno del penitenziario “Piazza della Redenzione”

Il vapore “Antelope”, già utilizzato per le isole delle Sicilia, era stato costruito in Inghilterra nel 1853, con scafo in legno e dislocamento di 150 tonnellate di stazza. Era un vapore tipo “Avviso” o “Aviso”, cioè in origine una piccola nave da guerra con 4 cannoni.
I suoi viaggi con Procida, Ischia, Casamicciola, Forio, Ventotene e Ponza era bisettimanale e durante l’inverno il viaggio era interrotto a Ischia, con pernottamento dei passeggeri a spese della stessa società di Navigazione, per poi riprendere  il giorno dopo.

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Foto antica del porto d’Ischia

Nel prezzo del biglietto era anche compreso il vitto che in genere consisteva in zuppa di brodo, fave secche, asparagi sott’olio pane e vino.

 

Ma prima dell’inizio della spedizione dei ”Mille”, vi è di nuovo  la sospensione del servizio “postale” e la  conseguente requisizione dei vapori al fine della sorveglianza delle acqua del Regno Borbonico
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Navi a Gaeta   1860

 

Navi a Napoli 1860

Con l’annessione del Sud al Regno d’Italia, i piroscafi del Regno Borbonico, molti dei quali già con propulsione ad elica in sostituzione di quella a ruota, furono assorbiti dalla flotta Sarda. Ma a quel punto i servizi per le isole del Mezzogiorno divennero lenti e nella riorganizzazione del servizio marittimo le società di Navigazione Napoletane non ebbero neanche l’invito a partecipare alle aste, nonostante l’ex Regno Borbonico avesse una flotta mercantile di maggiore tonnellaggio ed in perfetto stato d’uso (seconda in Europa solo dopo quella inglese) in relazione al florido commercio delle sue industrie che preferivano chiaramente i collegamenti per via mare a quelli terrestri i per mancanza all’epoca di strade facilmente percorribili.

Flotta mercantile del Regno Borbonico nel 1860:
9.848 bastimenti per 259.910 tonnellate di stazza, dei quali:
– 17 piroscafi a vapore per 3.748 tonnellate;
–  23 barks per 10.413 tonnellate;
– 380 brigantini per 106.546 tonnellate,
– 211 brick schooners per 33.067 tonnellate,
– 6 navi per 2.432 tonnellate,
e moltissime imbarcazioni da pesca.

Il governo piemontese pertanto assegnò i collegamenti postali con le isole agli armatori liguri come riconoscenza al loro apporto nella spedizione dei “Mille”; ma nel 1862  furono costretti a noleggiare i vapori napoletani che per rivalsa inalberarono la bandiera del Regno Borbonico.

[13]                                                                                                                                              Bandiera del Regno Borbonico

Nel 1865 gli armatori Garavini e Aiello Galatola si accordano e fondano la “Società Anonima Procida – Ischia” assumendo l’obbligo di garantire il servizio postale per le isole del golfo e quelle ponziane.

Nel 1880, Antonio Manzi, uno ei maggiori soci della “Procida – Ischia”, lascia questa società ed insieme ad altri facoltosi delle isole fonda nel 1882 la “Società Anonima di Navigazione a Vapore”

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Nel 1893 detta società vince l’affido delle linee postali tra Napoli e le isole ponziane

Continua