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Appelli e improvvisazione sono il nostro destino

[1]

di Vincenzo Ambrosino

 

Ho letto quello che ha scritto in “Senza perdere la schiuma” Peppe Tricoli (leggi qui [2]), che in effetti ha ribadito, quindi rafforzandoli, i miei argomenti espressi in “Utopia, velleità, interessi corporativi non fanno una proposta politica” (leggi qui [3]).

Alla fine  entrambi concludiamo dicendo: “…ma è inutile aspettare le liste almeno che i capi-lista ci facciano l’onore di spiegarci perché sono scesi in campo e quali sono gli eventuali programmi di risanamento e cambiamento”.

Qualcuno volutamente fraintendendo le mie parole ha detto che io non faccio distinzione tra i vecchi e i nuovi, tra gli innovatori e i furbetti, ventriloqui e/o riciclati. Quindi mi accusa di fare confusione, permettendo così ai vecchi poteri di perpetuarsi.

Io tento di dialogare con i presunti innovatori perché dei vecchi, dei ventriloqui e dei riciclati sono stato, sono e sarò sempre un avversario (dichiarato), quindi le mie critiche sono rivolte a chi si propone novità; a questi, a cui sono interessato, io mi permetto di esprimere i miei amichevoli rimproveri, spesso critiche, avvertimenti: in definitiva le mie analisi.

Vedete, sarà un vizio “pseudo leninista” il mio, quello di volere uno strumento per poter cominciare un minimo di concerto e quindi parlo sempre di contenitore da riempire di contenuti, non a caso, vi ricorderete che ho parlato di Associazione di tutti gli amici di Ponza esterni e interni per poter far decollare idee come quelle di Tobia o di Giuseppe Mazzella di Rurillo, ma al contrario, qui a Ponza si fanno incontri senza neanche costituirsi in comitato cittadino, dove si possa riconoscere un coordinatore, un segretario che  redige un verbale, un cassiere che prende adesioni e sponsorizzazioni.

Ma come si può partire senza un minimo di organizzazione?

Dopo quell’incontro caratterizzato dalla presenza di Franco Ambrosino e Franco De Luca a “Le Querce” sono seguiti altri al ristorante “Da Arcangelo” al ristorante “Da Angelino” e sabato si ritorna “Da Angelino”. Ma qual’è l’obiettivo – lo chiedo a Franco – quello di raccogliere le istanze che vengono dal basso? Che facciamo? …andiamo casa per casa a sentire i capricci, i bisogni e le passioni dei singoli cittadini? Ma questo sistema potrà essere intrapreso da chiunque e via con la demagogia, con chi promette di più, a chi la spara più grossa. Questo sistema non solo è inadeguato ma è pericolosissimo, e contraddice qualsiasi obiettivo di unità consapevole.

A “Le Querce” dopo aver fatto il mio appello all’unione, che non poteva che essere rivolto alle associazioni economiche-commerciali già esistenti, ho detto che quella assemblea di individui ben disposti, almeno si costituisse in comitato elettorale, individuando un presidente, un segretario, un cassiere affinché nelle riunioni successive ci fosse un minimo di ordine del giorno, con interventi scritti e strutturati in modo da individuare capacità ed elaborare un programma.

Al contrario a Ponza si cercano prima i consensi e poi si costituiscono le organizzazioni; a Ponza si stravolgono gli ordini quindi devo concludere che: il problema non è la governabilità, ma il consenso per vincere le elezioni!

L’amico Antonio Usai, che ha avuto esperienze amministrative, ha lanciato il suo ammonimento: “gli aspiranti alla carica di Amministratori comunali, tanti o pochi che siano, sanno a quali difficoltà andranno incontro una volta eletti? Oggi non basta più gettare il cuore oltre l’ostacolo. Date per scontate le qualità di base che gli Amministratori della cosa pubblica devono avere – onestà, amor di patria, spiccato senso del dovere, spirito di servizio, disponibilità ad ascoltare i cittadini, buona volontà, determinazione, capacità comunicative, capacità di rapportarsi con le altre istituzioni statali (gli Enti sovra ordinati — Regione, Provincia, Ministeri) – bisogna possedere buone conoscenze amministrative, in materia finanziaria, di bilancio, di demanio, di edilizia privata e pubblica.

Quindi senso critico ed una grande responsabilità si richiedono ai cittadini ponzesi quando saranno chiamati ad esprimere il proprio voto per eleggere il nuovo Sindaco e il Consiglio comunale, che guideranno l’amministrazione per i prossimi cinque anni”.

Oddio, caro Antonio, se avevamo di questi candidati pensi che staremo in queste condizioni. Pensa che in quella riunione alle Querce, l’unica a cui ho partecipato, qualcuno chiedeva a quanto ammontava il debito comunale, qualcun altro rispondeva non lo sappiamo, qualcun altro diceva circa 11 milioni. A questo punto il primo preoccupato diceva: “Ma qui bisogna sapere con sicurezza quanto è il debito, nessuno può seriamente impegnarsi della cosa pubblica senza sapere lo stato delle casse comunali”; mentre l’altro, rappresentando solo se stesso, ribadiva:“Ma anche se fossero 11 milioni, pensi che Ponza non abbia, massimo  tre anni, la possibilità di mettere in pari il bilancio e di sollevarsi? Io saprei dove e come prendere i soldi!”

Vedi, caro Antonio, questo è il nostro livello e come ho avuto modo di dire in altra occasione, oggi ribadisco: qui si recita a soggetto e si è orgogliosi della individuale capacità di improvvisazione.

 

Vincenzo Ambrosino