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Neapolis

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di Antonio De Luca 

 

Mi chiamano le corporee voci di lontananze

complici sirene rive di incantesimi e oracoli

Napoli arrivo a te sponda dove vidi l’alba

Napoli attraverso questa vita

dove di tutto è arte e ragione.

È qui, con me tante primavere e autunni

fughe e ritorni inverni ed estati

ogni molo marittimo e acquisizioni

navigli odori di bucato e di cucina

voci di strade voci dal mondo

voci di isole e poeti disertori in fuga,

il tempo del viaggio non è quello del mondo

il tempo è la sostanza di cui penso

sono disceso da me e Oltre smarrito

Navigare Necesse Est la nuda volontà degli dei.

Le strade della città stanno dentro di me

come meridiani e paralleli sugli oceani

l’abisso sono io la terra il sogno

numen inest il poeta latino li celebra

è delizioso vivere davanti al mare

camminare per moli e panchine

tracciare versi all’oblio

tra odori di caffè e muffa di libri

tra cime e la miseria in antichi bassi

la vita e il suo splendore

innamorarsi davanti al mare

un dio offrì quanto di sapere mi fu concesso

come già l’antico greco sapeva i suoi giorni.

Napoli, Ponza salmastra isola rifugio

dove le burrasche agitano il mare

e circondano la mia casa,

amori miei, donne amate, capitani e poeti

Achille ed Elena Ulisse e Argo la patria

tutti state per questa riva

sognatore io davanti al mare

la vita me la sono inventata, distillata

chiedo agli dei che il mio nome sia Nessuno

sui versi che lascio sia scritto Caino.

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Antonio De Luca

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