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Ischia ed i sapori di terra: la storia di Cràteca e dei fratelli Castagna nel giorno di S. Martino (*)

[1]

di Giuseppe Mazzella di Rurillo

 Per un precedente articolo sul tema, dello stesso Autore: leggi qui [2]

“… migliaia di individui lavorano, producono e risparmiano nonostante quello che noi possiamo inventare per molestarli, incepparli, scoraggiarli. È la vocazione naturale che li spinge; non soltanto la sete di denaro. Il gusto, l’orgoglio di vedere la propria azienda prosperare, acquistare credito, ispirare fiducia a clientele sempre più vaste, ampliare gli impianti, abbellire le sedi, costituiscono una molla di progresso altrettanto potente che il guadagno. Così si spiega come ci siano imprenditori che nella propria azienda prodigano tutte le loro energie e investono tutti i loro capitali per ritrarre spesso utili di gran lunga più modesti di quelli che potrebbero sicuramente e comodamente ottenere con altri impieghi”.

[Luigi Einaudi (1874-1961) – economista ed uomo politico – Presidente della Repubblica Italiana dal 1948 al 1955) ]

[3]

“….C’è più lenta ancora della storia della civiltà, quasi immobile, una storia degli uomini nei loro rapporti stretti con la terra che li ha partoriti e che li nutrisce. E’ un dialogo che non cessa di ripetersi, che si ripete per durare, che può cambiare e cambia in superficie ma continua tenace come se fosse fuori dalla portata e dalla misura del tempo”.

[Fernand Braudel (1902-1985)]

[4]

“Nel XVIII secolo – quando, nel 1734, partirono da Ischia 52 famiglie di contadini  per colonizzare l’isola di Ponza, a 44 miglia da Ischia, per aver ricevuto da Re Carlo III di Borbone gratuitamente la terra in quell’isola lontana di circa 8 Km2 e disabitata da almeno due secoli – la popolazione dell’ isola d’Ischia nei vari “Casali” era di circa 16mila abitanti e c’erano 420 preti.

(…)

È dagli anni ’50 del ’900 che cambia l’economica dell’isola: da agricola a turistica e molto spesso con una edilizia di rapina che non rispetta il paesaggio. Nel periodo del grande boom del turismo di massa – che va dagli anni ’70 agli anni ’90 – si assiste ad un grande abbandono nei campi. Ma poi con la diversificazione dei mercati a partire forse dalla fine degli anni ’90 c’è un ritorno alla viticoltura di qualità.”

 

Giuseppe Mazzella di Rurillo

 

(*) estratto e citazioni – l’articolo completo si può leggere al link seguente su Ischianews [5]

 

http://www.youtube.com/watch?v=NP4NM90NBMo&feature=player_embedded#! [6]

 

Testo di Giuseppe Mazzella

Riprese e foto di Francesco Rando

Montaggio e regia di  Pino Della Ragione

Prodotto da IschiaNews & Eventi