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Ponzesi che viaggiano (2)

[1]

di Sandro Russo

 

Per la prima parte di questo articolo: leggi qui [2]

 

…Torniamo con altre storie sui ponzesi che viaggiano…

Sono passati molti anni. Finita la guerra (o eccezionalmente anche durante-), cominciano ad apprezzarsi gli effetti positivi della forzata emigrazione degli anni precedenti… Arrivano “i pacc’ d’America” che contengono ogni ben di Dio… Ricevere “il pacco dall’America” era una delle cose più eccitanti che potevano accadere, ai tempi. Arrivava annunciato da un cartoncino giallo dell’Ufficio Postale e si andava a prenderlo con la giusta trepidazione. Ci si soffermava con attenzione sul rivestimento di stoffa che lo avvolgeva, da cui si poteva percepire la cura nel confezionarlo e riconoscere addirittura ‘la mano’ di chi aveva cucito i punti; con timbri, stampiglie e ceralacca (Ah! …la ceralacca! Un’altra delle cose che gli anni ci hanno portato via!)…

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Ancora prima di aprirlo ’u pacc’ d’America si preannunciava con il suo odore, che era quello delle gi-gomme in esso contenute – mai ci aveva neanche sfiorato l’idea che potessero chiamarsi in modo diverso che gi-gomme  (chewing-gum): dolcissime, profumatissime, ‘alla frutta’… Chissà perché, i’ gi-gomme erano ferocemente osteggiate dai vecchi, che prendevano questa moda giovanile quasi come un affronto personale: Mazzeca, mazzeca… t’hanna cade’ tutt’i diént’! …Ca si t’a gnutte… Muore! (Mastica mastica… Ti devono cadere tutti i denti! …Se la inghiotti, muori!).

E poi… – sempe ‘’ndù pacc’ d’Americai cciucculate, u’ ’ccafé, i’ pret’i zùccher’; i’ calze ’i nailòn (ambitissime!), fino ai vestiti da sposa – ’i tulle – completi di strascico e tutto il resto – i’ fenemiént’ – che il padre emigrato o il fratello maggiore mandava alla figlia/sorella che si doveva sposare; altre volte arrivavano ‘i vestiti ’i carnevale’, di raso celeste o di tulle giallo, con enormi rose rosse appuntate sul davanti. Nel senso che malgrado la povertà qui da noi sembravano ‘di carnevale’, mentre forse nelle intenzioni del mittente erano vestiti eleganti ‘da sera’ (…le famose “serate di Ponza” …ma come gli veniva in mente!?).

Comunque, dell’arrivo del pacco si veniva a sapere immediatamente – nelle piccole comunità i segreti hanno vita breve – ma la famiglia beneficiata faceva un muro di mistero, mentre, tutt’intorno, i parient’ cchiù a’llasc’ e i vicini sbirciavano con malcelata invidia e cercavano di capire, da segni indiretti, l’entità della fortuna che era capitata comm’ e ’nu tern’ a’ llott’.

E alla fine ognuno riceve un regalino, nu’ penzierìn’, anche quelli che avevano manifestato u’ ppoc’ ’i uàllera! (un po’ di invidia maligna). Ma di questi eventi ho una memoria parziale, più che altro per sentito dire, oltre ad alcune poche cose che ho vissuto direttamente; era per dire dell’alone mitico del pacco dall’America, da parte degli isolani.

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E arriviamo così al periodo in cui in Italia inizia il boom… Con un po’ di ritardo anche sull’isola arrivano ‘i turisti’ e con essi il benessere economico. Quest’epoca la ricordo bene, perché gli anni ’70-’80, più o meno, sono quelli in cui d’inverno mi muovevo con un gruppo di amici di Ponza, per andare a sciare “al Nord”. Nomi come Silverio ’i Maurino, Domenico Musco, Mimma, Antonietta, Irma, Daniele ’i Ortenzia, Mario e Antonio Balzano, Deni Prudente… Si va in folto gruppo in Trentino o sulle Dolomiti, e chi più chi meno, tra cadute e grandi risate, si cerca di imparare a sciare. Di quel periodo ricordo gran divertimento, risa da aver mal di pancia e l’occupazione ‘quasi militare’ di un residence o di un piccolo albergo… Qui i camerieri, nei primi giorni, ascoltano perplessi i discorsi e le richieste di questi ‘strani’ ospiti che parlano solo e strettamente ‘in lingua’. Il bello è che la simpatia profusa dal Gruppo è tale da sciogliere anche il gelo di quei rudi montanari (…evidentemente in tempi pre-leghisti) e alla fine del soggiorno sono gli stessi camerieri, il personale, gli addetti agli skilift a masticare qualche parola di napoletano-ponzese; mai il contrario!

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Altri viaggi insieme hanno riguardato mete non sciistiche.

I posti di mare sono da evitare, se si organizza un viaggio con amici isolani…

– E po’che tène ’sta Sardegna cchiù ’i Ponza? (…E poi, che cosa ha questa Sardegna, più di Ponza…?)

Ma anche i posti all’estero sono a rischio:

– A mmé ’stu’ Sri-Langa…! …Fa tropp’ càud’! (troppo caldo!) …E d’u’ mare vulimm’ parlà’? …L’acqua è trola e i piscie nun tenene u’ stesse sapore..! (…l’acqua è torbida e i pesci non hanno lo stesso sapore!)

L’adattabilità ad alimenti diversi è un altro campo minato. Bisogna portarsi dietro litri di olio di oliva, valigie di pasta, blocchi di parmigiano! Le uova e qualche pomodoro si possono trovare un po’ dovunque, ma di spezie neanche a parlarne… Ho visto crisi quasi di pianto ad un pranzo importante, dove le aragoste erano state guarnite con coriandolo fresco, invece che col prezzemolo (in effetti sono molto simili d’aspetto): – Sciuu..! …ma chest’erva fete ‘i pimmece!Hann’ arruinate i’ rraoste!  (Puu! …Ma quest’erba puzza di cimice! …Hanno rovinato le aragoste!)

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Somiglianza delle foglie del coriandolo (Coriandrum sativum : in alto; appena un po’ più frastagliate) con quelle del prezzemolo (Petroselinum hortense: in basso a dx); entrambi Fam. Ombrelliferae. Ma il sapore è moolto diverso! Sotto, i semi del coriandolo che si usano, insieme ai pistacchi, per guarnire la mortadella!

 

Ritorniamo al punto da cui eravamo partiti.

Vogliamo proporre ai lettori di ponzaracconta, di parlare sul sito dei propri viaggi, in Italia e all’estero…

Le esperienze che li hanno visti divertiti, arricchiti, scombinati, confusi… Sempre tenendo nel cuore e nella mente l’isola amata.

Somiglianze, differenze, fatterelli divertenti o storie con morale…

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Lettori di ponzaracconta: …sappiamo che ci sono tra voi noti viaggiatori…  Folli, geniali, romantici, avventurosi…Vi aspettiamo su queste pagine..!

 

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