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Sopravvivere in periodo di crisi

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di Giuseppe Mazzella

In presenza di una precarietà che si fa ogni giorno più viva e dolorosa, il bisogno potrebbe spingerci a scelte negative e controproducenti. E’ proprio in questi tempi difficili che bisogna restare vigili, perché non venga applicato il metodo che Valery stigmatizzava: “la politica come l’arte d’impedire alla gente d’immischiarsi in ciò che la riguarda”. Quello che dobbiamo perseguire, quindi, è la politica come governo della comunità. Una comunità che non deve mai smettere di sentirsi tale anche e soprattutto in tempo di crisi.

La storia si sviluppa, secondo gli esperti, su varie velocità. Quella dall’evoluzione più lunga, che produrrà gli effetti durevoli nel tempo, e quella più rapida che coincide con l’attualità. In questo esercizio difficile noi ponzesi dobbiamo sforzarci a saper coniugare la valutazione a lungo termine, senza per questo perdere di vista gli effetti immediati, quelli che ormai appaiono sempre più un’emergenza.

I processi che bisogna invertire sono vari. Uno è il graduale spopolamento al quale l’isola è sottoposta ormai da decenni e il passaggio di mano delle proprietà. L’isola è deserta per gran parte dell’anno, anche perché le persone proprietarie di molte abitazioni vivono fuori e si godono l’isola solo nei mesi estivi.

È utile, a mio avviso, tornare sulle priorità. Sono convinto che tra queste i collegamenti sono essenziali. Ripensarli, migliorarli, estenderli con altre città della costa laziale e campana, è necessario e utilissimo per spezzare l’isolamento e dare linfa e ossigeno non solo alla nostra economia, ma alla nostra vivibilità. Per far sì che questo sia possibile è necessario nel contempo inventarsi nuove attività che si svolgano in tutti i mesi dell’anno, le sole che, garantendo una continuità, sono in grado di assicurare lavoro stabile e serenità.

Nell’estate del 2008 ho avuto l’opportunità di collaborare alla realizzazione di una mostra storico-iconografica dal titolo “Ri-conoscere Ponza” che ha avuto un buon successo e che l’anno appresso ho potuto portare a Ischia, grazie al “cugino” mio omonimo Giuseppe che vive a Lacco Ameno. Nella conferenza stampa di Ponza così come in quella di Ischia tenutasi a Lacco Ameno, lanciammo assieme l’idea di ricomporre una frattura che da alcuni decenni si era creata nel tradizionale collegamento tra Napoli, via isole partenopee e le nostre ponziane. Non solo per riannodare un filo, ma per alimentare con un interscambio turistico ed economico  le nostre asfittiche economie.

Ad accompagnare la mostra un piccolo quaderno in cui sottolineavo la necessità di creare nuove attività, in grado di supportare lo scoramento e l’apatia non solo economica dei mesi invernali e a mo’ d’esempio proponevo un centro “Accoglienza Anziani”, con capitale pubblico e privato, in grado di ospitare qualche centinaio di persone e tra queste ponzesi d’Oltreoceano e non solo, per brevi o lunghe permanenze. Una struttura del genere, in grado di assicurare assistenza medica, assicurerebbe molti posti di lavoro e soprattutto per l’intero corso dell’anno. Una struttura, tanto per fare un esempio, che il Comune di Ponza potrebbe promuovere e coordinare, magari nel territorio di sua proprietà a Le Forna. Questo è solo un esempio di come possono essere ottimizzate le nostre risorse chiamando, come scrivevo nel quaderno, intelligenze ed economie tra i ponzesi emigrati, il cui legame resta ancora fortissimo con la nostra isola. Questa iniziativa, come altre che abbiano la possibilità di essere sviluppate nell’intero corso dell’anno, sono la via verso la quale, sono convinto, ci dobbiamo muovere.

Non aspettiamoci aiuti esterni perché, quanto più appaiono miracolosi, tanto più sottenderanno il rischio per noi di una “nuova colonizzazione”. Resto convinto della nostra creatività e della nostra intelligenza; dobbiamo solo armonizzare i nostri rapporti e interessi e scegliere – questa la parola chiave – quello che è meglio per Ponza e per noi tutti. E su questo ognuno ha non solo il diritto, ma il dovere di dire la sua.

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Giuseppe Mazzella