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Autonomia scolastica nelle isole Ponziane

[1]di Silverio Lamonica

Seguo con notevole interesse le vicende dell’Istituto comprensivo C. Pisacane e le manifestazioni degli studenti per mantenere l’autonomia scolastica che, a mio avviso, si consolida soltanto se si consolida il legame tra Ponza e Ventotene, accomunate nell’origine e nel loro destino.

     Occorre, a questo punto, che le autorità preposte si muovano sul piano della normativa:

     1) Il Commissario Prefettizio del Comune di Ponza, di concerto con il Dirigente Scolastico dell’ Istituto Pisacane, dovrebbe investire del problema l’Associazione dei Comuni delle Isole Minori (credo che sia ancora operativa) perché nelle scuole di altre isole minori esisteranno situazioni analoghe e molto limitate di numero, per cui il Ministero dell’ Istruzione, Università e Ricerca potrebbe concedere la deroga dell’autonomia con 300 alunni, anziché 400 o 500. Anche perché le piccole isole (in questi casi rarissimi)si trovano in  una situazione molto diversa dai comuni di montagna che, bene o male, sono più facilmente raggiungibili.

      2) Occorre riaggregare le scuole di Ponza e Ventotene in un unico Istituto, come avveniva anni fa. Io trovo interessante che gli amministratori locali, da qualche decennio a questa parte, si scambiano la cortesia di presenziare alle rispettive feste patronali, sfilando solennemente in processione, seguiti dai rispettivi concittadini. Allo stato attuale tali manifestazioni assumono una caratteristica di mera facciata, perché questo senso di appartenenza alle comuni radici isolane e campane dovrebbe essere strasfuso in tutti gli altri settori della vita civile dei due comuni; del resto da qualche anno esiste anche  la “Comunità dell’Arcipelago delle Isole Ponziane”. In tal modo, trattandosi delle scuole di due piccole isole, non di una sola e appartenenti ad una medesima Comunità, sarebbe più facile dimostrare la complessità dell’Istituto comprensivo isolano (e il numero degli alunni già sfiorerebbe i 400, come l’attuale normativa richiede). Del resto le due isole hanno in comune i collegamenti marittimi, un settore di vitale importanza, che potrebbe essere meglio tutelato, a vantaggio degli isolani, qualora ci fosse la perfetta sintonia e coesione tra ponzesi e ventotenesi. Sta poi alla professionalità dei docenti approntare progetti comuni validi e interessanti, tali da coinvolgere in modo proficuo le scolaresche sul piano educativo e didattico e gli attuali mezzi multimediali facilitano enormemente il conseguimento di tali finalità.

       3) Sono indispensabili progetti rivolti al mondo degli adulti. Mi è stato riferito che delle richieste ci sono state da parte dell’Istituto ma senza un esito positivo. Però quelle richieste erano corredate  dalle domande degli adulti che intendevano frequentare determinati corsi? A Ponza ci sarebbe la possibilità di istituire un corso per cittadini comunitari ed extracomunitari che intendono perfezionare la lingua italiana e un altro corso rivolto a chi aspira a conseguire il diploma di ragioneria. Ma prima della richiesta da parte dell’Istituto, occorre la domanda pressante da parte degli interessati. In questo modo il numero degli alunni lieviterebbe, ma soprattutto la scuola assumerebbe una funzione ancora più preziosa, perché diventerebbe un importante luogo di aggregazione tra i cittadini in un lembo di terra in cui ciascun abitante è isola in un’isola. Tra dicembre e gennaio, di solito, ci sono le iscrizioni ai vari ordini di scuola: ora è il momento opportuno di definire un’apposita strategia in proposito.

       4) Il Commissario Prefettizio e il Dirigente Scolastico, congiuntamente, dovrebbero riunire gli operatori economici locali, chiedendo loro di finanziare eventuali progetti rivolti all’arricchimento dell’offerta formativa, istituendo anche delle borse di studio per coloro che hanno frequentato con profitto lusinghiero l’intero corso di ragioneria sull’isola, in maniera tale da limitare l’emorragia di alunni verso le scuole di Formia e altre località limitrofe. Solo la solidarietà ci può salvare da una fine ingloriosa; del resto donazioni del genere dovrebbero essere defalcate in sede di dichiarazione dei redditi. (Tempo fa invitai  “Ponza Racconta” a istituire un premio, anche una semplice targa, per i migliori elaborati degli alunni nei vari ordini di scuola e su varie tematiche, sarebbe anche un’ottima opportunità per avvicinare i giovani a questo sito e, di conseguenza, al mondo di “noi adulti”).

      5) Occorre una maggiore collaborazione da parte dei genitori nei confronti della scuola: perché irrigidirsi nella sterile polemica del “tempo pieno si e tempo pieno no”, rendendo la vita difficile al dirigente e ai docenti? Ma non sarebbe più salutare per gli alunni trattenersi di più a scuola, socializzando maggiormente con i compagni e con gli operatori scolastici, anziché tenerli a casa, inebetiti davanti allo schermo televisivo e ad altre infernali macchine della tecnologia moderna? La scuola, rispetto alle famiglie, è più attrezzata ad educare i minori nell’uso dei mezzi multimediali.

In sostanza un corso di aggiornamento per genitori non guasterebbe.

      Probabilmente quanto ho esposto è una mera utopia, ma pretendere di conservare sic et simpliciter la dirigenza scolastica a Ponza, e in senso lato l’enorme patrimonio culturale delle isole ponziane,  senza darsi da fare è un’utopia ancora maggiore.

Silverio Lamonica