Di Fazio Gennaro

Una favola per Ponza

 

Proposta da Gennaro Di Fazio

 

A proposito delle prossime consultazioni

amministrative locali,

sperando che questa vignetta

riesca a scatenare qualcosa.

4 Comments

4 Comments

  1. assuntascarpati

    21 Novembre 2011 at 01:30

    Gennaro….questa favola dovrebbe essere stampata a manifesto tipo “lenzuolo” su tutti i muri del paese…..

  2. Sandro Russo

    21 Novembre 2011 at 14:14

    Al tempo degli apologhi, ne propongo uno anch’io…
    (Dal web: recuperato da Sandro)

    “Un sant’uomo ebbe un giorno da conversare con Dio e gli chiese “Signore, mi piacerebbe vedere come sono il Paradiso e l’Inferno”. Dio condusse il sant’uomo verso due porte.
    Ne aprì una e gli permise di guardare all’interno. Al centro della stanza c’era una grandissima tavola rotonda. Al centro della tavola c’era un grandissimo recipiente contenente cibo dal profumo tanto delizioso che lo stesso sant’uomo si sentì l’acquolina in bocca.
    Ma le persone sedute attorno al tavolo erano magre, dall’aspetto livido e malato. Avevano tutte l’aria affamata. Avevano dei cucchiai dai manici lunghissimi attaccati alle loro braccia. Tutti potevano raggiungere il piatto di cibo e raccoglierne un po’, ma poiché il manico del cucchiaio era più lungo del loro braccio, non potevano accostare il cibo alla bocca. Il sant’uomo tremò alla vista della loro miseria e della loro sofferenza.
    Dio disse: “Hai appena visto l’Inferno”.
    Dio e l’uomo si diressero verso la seconda porta. Dio l’aprì. La scena che l’uomo vide era identica alla precedente. C’era la grande tavola rotonda, il recipiente colmo di cibo delizioso che gli fece ancora venire l’acquolina. Le persone attorno alla tavola avevano anch’esse i cucchiai dai lunghissimi manici. Questa volta però, le persone erano ben nutrite e felici, e conversavano tra di loro sorridendo.
    Il sant’uomo disse a Dio: “Non capisco!”.
    “E’ semplice – rispose Dio – dipende solo da un’abilità. Essi hanno appreso a nutrirsi gli uni gli altri, mentre quegli altri non pensano che a loro stessi”.

  3. Vincenzo Ambrosino

    21 Novembre 2011 at 21:51

    I proverbi cultura dei popoli
    Avete mai visto due somari che fanno a gara di tiro della fune? Io no! Ma sicuramente avete sentito i proverbi dei nostri nonni: “Una mano lava l’altra tutte e due lavano il viso”. In questo proverbio c’è cooperazione ma quando tutte e due servono a risolvere un problema comune: lavare il viso, migliorare la condizione preesistente.
    Infatti sempre rimanendo all’esempio del viso c’è un altro proverbio: “Nessuno ti dice lavati il viso che sarai più bello di me”. Per dire stai pur certo che nessuno muoverà muscolo per migliorare la condizione dell’altro. Quindi la cooperazione è possibile se serve per migliorare la condizione di tutti a patto che si migliori innanzitutto il particolare!
    Ma questa predisposizione naturale alla cooperazione-collaborazione è impossibile perchè ognuno ha una rendita di posizione che vuole mantenere inalterata anzi che vuole migliorare, quindi anche la percezione degli interessi è diversificata; cioè non stanno tutti intorno alla tavola con lo stesso cucchiaio per cui o periscono insieme o si salvano insieme, ma alcuni hanno cucchiai adatti allo scopo, saziarsi, altri non hanno cucchiai e sono infelici.

    Il concetto di solidarietà, collaborazione, associazionismo, sono appunto concetti che vivono nel mondo delle idee, dell’astratto, infatti si dice: “le chiacchiere stanno a zero, i maccheroni riempiono la pancia”.

    Addirittura proprio per mettere una distanza fisica tra un interesse e l’altro si dice: “A un palmo dal mio c… chi fotte, fotte.

    Quindi riassumendo: possiamo cooperare ma solo per migliorare la condizione particolare, ma visto che ciò è impossibile e quelli che parlano di queste cose, come la cooperazione, collaborazione fanno solo “chiacchiere che non riempiono la pancia”, tanto vale che a questi illusi lo si spieghi chiaramente dicendo loro: “Fai quello che vuoi, ma ad un palmo dal mio c…!”

    Non c’è possibilità di sfuggire a questa cultura dominante se gli uomini e le donne delle idee e dei concetti non cominciano a cooperare, collaborare per concetti e idee che non riempiono la pancia solo per l’oggi ma anche per il domani e per tutti.

    Ciao Vincenzo

  4. polina ambrosino

    21 Novembre 2011 at 23:00

    Come si diceva una volta, mettimmela ‘a capa ‘ò lietto!

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