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Immagini della “mia Africa” (1)


di Lino Catello Pagano

 

Fotografare è la mia più grande malattia, amo la fotografia come si ama una donna; nel mio girovagare per il mondo ho avuto infinite possibilità di fotografare. L’Africa è stata una sorgente inesauribile di immagini e di esperienze per estrarre l’essenza del paese dove mi trovavo per lavoro.

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Nella foto qui sopra sono io in Congo Pointe Noire, in una gabbia di matti di tutti i tipi; vi faccio una piccola carrellata di facce locali: sono facce di gente semplice che vive con un pezzo di manioca (Manihot esculenta) e due banane.

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La foto ritrae la mia cassiera alla Reception Gogo – Miss Gogoliat – come la chiamavamo noi

 

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Papà Pierre. Un uomo dalla grinta di un leone, sempre pronto a giocare, senza mai mettere in discussione la sua professionalità. Capace di presentarsi con atteggiamenti da star, ma grande amico e ineccepibile compagno di lavoro. Dal punto di vista professionale sempre all’altezza della situazione. Nelle due foto è sempre lui, con una parrucca e mentre fa le “facciacce”.

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Questo è ’Ngoma, aiuto cuoco, bravo ma pieno di follia

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E questa è Alida la mia segretaria e cassiera al ristorante; anche lei con un pizzico di follia, ma quella buona

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 Quelle che seguono sono foto di bambini prese ai margini della foresta. Sono delle foto che amo moltissimo. Mi emozionano fino alle lacrime.

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Bambini fotografati nelle periferie di Pointe Noire. Tutto può servire a riparare dalla pioggia

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Due bambini che giocano;  guardate con quanto impegno copiano i grandi

 

Nei volti di questi bambini, quanta poesia e amore…

Ne ho adottati due nel lontano 1978; ora sono uomini sposati e ne sono fiero.

 

Lino Catello Pagano

[Immagini dalla ‘mia Africa’. (1) – Continua]