Ambrosino Vincenzo

Nessuno vuole tirare per la giacca Ponzaracconta


di Vincenzo Ambrosino

 

Caro Sandro,

ponzaracconta ha avuto il merito indiscutibile non di “ridare”, ma di “ricordare” a Ponza un po’ della sua anima perduta; pensa che molti anni fa la rivista “Ponza Mia”, questa “anima” la descriveva in diretta, ma quegli eroici “intellettuali” avevano capito che con l’avvento del turismo quell’anima o meglio “l’identità” sarebbe andata perduta e di questo si preoccupavano e lo scrissero a chiare lettere in un articolo “Le nostre presunzioni”.

Ponzaracconta ha avuto un altro merito: quello di riallacciare i legami, ormai recisi tra una parte della comunità isolana residente (quella che scrive) e l’altra che io ho definito in esilio.

Per esempio quello che tu scrivi con molta autorevolezza nel campo della botanica viene letto, conosciuto e appreso da una comunità allargata che vive sull’isola ma anche lontano nel Bronx; queste conoscenze possono far emergere ricordi di romantici incontri, l’uso curativo e culinario che si faceva un tempo, possono far comprendere meglio, la fragilità botanica dell’ecosistema isola, possono far capire l’importanza dei serbatoi genetici per quanto riguarda la ripopolazione della flora autoctona magari dopo un incendio, possono far capire che cos’è il dissesto idrogeologico e l’importanza della funzione che ha avuto ed hanno le “parracine” per arginare tale fenomeno.

Fondamentali anche gli apporti dati dal geologo Lombardi che ci parla con sapienza del sistema idrico romano: i romani avevano l’acqua che i moderni devono trasportare con le cisterne e quando è cattivo tempo rimangono assetati.

Come encomiabile è la passione storico-culturale portata avanti e raccolta in tanti libri da Ernesto Prudente.

Conoscenze e ricordi, immagini e canzoni, profumi e aromi, che raccolti da Ponzaracconta hanno avuto il merito di muovere uomini  e donne a commuoversi nel riprendere vecchie fotografie dimenticate, oppure documenti impolverati e condividerli con gli altri.

Questo, per dire quanta importanza ha avuto ponzaracconta nel mettere insieme persone e contenuti (utili, a mio avviso, anche all’elaborazione di un Progetto di gestione dell’isola) che al contrario rimanevano spersi, isolati, inutili, e dare a questi contenuti e a queste persone una cassa di risonanza globale.

Ma da quanti anni l’amico Ernesto Prudente elemosina, da solo o in poca compagnia, agli Amministratori comunali che si sono succeduti, uno spazio al Museo per raccogliere la sua enorme biblioteca e lasciarla in eredità ai posteri? Qual’è lo stato d’animo di Ernesto dopo tali rifiuti, inspiegabili e apparentemente ostili?

Ma da quanti anni Gino Usai continua a parlare dello stato di degrado dell’Archivio Comunale in cui giacciono impolverati, inumiditi resti del nostro passato? Come si deve sentire Gino se non impotente e rassegnato a vedere la sua terra credere più importante le discoteche che la difesa della storia?

Come, memoria del nostro passato, sono tutti i resti storici-archeologici, botanici e ambientali che andrebbero non solo ricordati, commemorati ma anche difesi attivamente: chi lo dovrebbe fare in quest’isola?

Quindi siamo tutti d’accordo “di recuperare la memoria prima che il tempo la cancelli”, dovremmo essere d’accordo anche di ricordarla e conservarla questa memoria, magari aiutando Ernesto ad avere una stanza nel Museo, magari sostenendo la lotta di Gino a dare splendore all’archivio Comunale.

Questi sono alcuni degli aspetti che riguardano il nostro passato e che possono trovare nuova collocazione sfruttando le opportunità offerte dalle nuove tecnologie ma anche agendo attraverso una azione politico/culturale finalizzata ad adeguare l’offerta  turistica alle reali esigenze della Ponza sognata, ricordata, che ha un passato e che deve avere un futuro.

Io non voglio prendere per la giacca nessuno, tanto meno Ponzaracconta e non penso che l’impostazione data a questo sito debba cambiare, io vorrei solo che dall’impotenza a cui ci siamo condannati (isolani di tutto il mondo), costretti a rileggere il passato senza che questo diventi realmente memoria efficace per migliorare la qualità della vita dei residenti, si passi ad una proposta organizzativa attiva ed efficace.

La Storia, la geologia, la botanica, gli usi e i costumi, la cucina, l’artigianato, le tradizioni evolutesi nel tempo in quest’isola sono tutti aspetti che devono camminare insieme e devono trovare forme di finanziamento per essere difese e valorizzate; devono trovare una equilibrata sintesi in una offerta turistica non impostata sulla domanda ma sulle reali possibilità della nostra isola di mantenere una comunità stabile per tutto l’anno.

Io penso ad una Associazione di figli e amici di Ponza, che sono presenti, in tante comunità sparse per il mondo, che leggono e/o scrivono su ponzaracconta, che potrebbero contribuire a migliorare l’isola con le loro idee, con progetti e con finanziamenti. Mettere in moto questo processo di reale contributo significa, a mio avviso, amplificare le potenzialità dell’isola, significa difendere il proprio passato, significa onorare i propri genitori, significa garantire il futuro ai propri figli.

Un’Associazione che abbia sezioni coordinate in tutte le comunità di isolani, a Ponza, in Italia e nel mondo: a Latina, come a Formia, come a Roma, come a Milano, come a New York. Il sito di ponzaracconta, oltre a continuare la sua azione attuale potrebbe diventare il collante di una discussione, tesa a rendere realizzabili idee e progetti.

La memoria diventerebbe viva, avrebbe voce nel presente, diventerebbe forza di persuasione sugli operatori nell’Amministrazione e nella società. I figli e gli amici di Ponza si sentirebbero di nuovo a casa e la comunità non sarebbe solo quella inerme, rassegnata, isolata, formata  dai pochissimi residenti invernali, ma sarebbe quella allargata, più forte, presente e attiva nel mondo.

 

Vincenzo Ambrosino

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