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Lettere dal passato a rischiarare il presente

[1]

di Sandro Russo

“…Diciamo che ci sono persone che aspettano lettere dal passato; le sembra una cosa plausibile nella quale credere? Lettere dal passato che ci spieghino un tempo della nostra vita che non abbiamo mai capito, che ci diano una spiegazione qualsiasi che ci faccia afferrare il senso di tanti anni trascorsi, di quello che allora ci sfuggì. Lei è giovane, lei aspetta lettere dal futuro, ma supponga  che esistano persone che aspettano lettere dal passato – e io forse sono una di queste – e magari mi spingo a immaginare che un giorno mi arriveranno… (…) Aprirò la lettera e capirò con chiarezza meridiana una storia mai capita prima, una storia unica e fondamentale, una cosa che può accadere una sola volta nella vita, che gli dei ci concedono che accada una sola volta nella nostra vita e alla quale allora non prestammo la dovuta attenzione, proprio perché eravamo degli idioti presuntuosi”.

[Da: Antonio Tabucchi: La testa perduta di Damasceno Monteiro – Feltrinelli (1997)]

 

Ho letto e riletto lo scritto di Vincenzo di ieri (leggi qui [2]) e rispondo per la mia parte, che riguarda in sostanza il mio contributo a ponzaracconta. Sito nato da pochi mesi soltanto – per chi non lo ricordasse: non più tardi del febbraio u.s. (2011).

Non sono stato direttamente chiamato in causa, ma sento di avere il diritto/dovere di dire la mia, non fosse che per i sette mesi di applicazione continua alla gestione di ponzaracconta, insieme agli altri quattro Redattori – che probabilmente la penseranno diversamente da me: gioie e dolori della gestione collegiale! – Quindi diciamo pure che parlo a titolo personale.

[3]

Les escarbilles mentales de Folon

Sono d’accordo e non sono d’accordo con Vincenzo, con cui mi congratulo per la bella lettera. Ma il sito non è nato per superare la crisi “politico, economica e ambientale” di Ponza; né può candidare personale politico. Arriverei anzi a dire che le due opzioni sono incompatibili.

Il sito soffre ad essere ‘tirato per la giacca’, perché si impegni a risolvere i problemi dell’isola, magari con un “Programma di ponzaracconta”. Non più di quanto il presidente Napolitano – si parva licet – possa risolvere d’imperio la crisi nazionale, che invece dovranno essere il Parlamento e la politica a districare. Non che non ne sia partecipe e coinvolto: solo non può intervenire direttamente.

Il sito può – deve – avere ambizioni maggiori che non superare una fase contingente dell’amministrazione isolana.

Il sito non si limita a ‘poetare sul nulla’, né fa (solo) rievocazioni nostalgiche: queste attività sono però collegate all’umano sentire e al vivere civile; vorrei dire che ne sono alla base.

La stessa unità di intenti, quel “bene di Ponza” che tutti evocano, deve partire da un terreno comune fatto di cultura e passato; di ricordi, atmosfere e conoscenze condivisi.

È  quel che abbiamo fatto con la riproposizione del (ricchissimo) passato archeologico di Ponza, e perfino con  la presentazione delle “passioni botaniche ponzesi” (per il relativo, esplicito fine: leggi qui [4]), dove si dice che pur avendo ben chiari i tanti motivi di contrasto tra gli isolani, tendiamo a privilegiare quelli che invece li uniscono.

In questo senso, benvenuta la lettera e la stimolante provocazione di Vincenzo. Certo che il sito – nell’ambito delle sue possibilità e con la collaborazione di tutti – farà la sua parte!

Il sito ha avuto ed ha questo ampio seguito, non tanto – o non solo – perché ha istituito una sezione dedicata al “Dibattito”  (che a quanto si dice, funziona meglio su Facebook), ma perché ha risvegliato memorie comuni – la sezione delle foto è stata una delle più frequentate, all’inizio –; perché ha aperto ad orizzonti più ampi… Perché ha “fatto vedere le stelle”.

E si vuole qui riproporre la frase che è sempre sotto gli occhi di tutti, sul frontespizio del sito, e che per questo forse è diventata meno visibile:

[5]

Ponza Racconta

 Prima che il tempo cancelli le tracce,

raccogliamo insieme la storia e la

cultura di Ponza e dei Ponzesi

A questa dichiarazione d’intenti si era data l’adesione iniziale; e la si vuole ricordare nel momento in cui, sotto la spinta di eventi contingenti, si rischia di ‘andare fuori tema’, come più di una volta ci ha ricordato Mario Balzano.

Così accanto ai nomi evocati nella lettera di Vincenzo, vorrei qui ricordare (e ringraziare) Leonardo Lombardi, Giuseppe, Franco, Rita, Luisa, Maria, Enzo, Antonio, i tanti Silverio… – e l’elenco sarebbe lunghissimo, fino al recente articolo, postato proprio stanotte da Isidoro Feola (leggi qui [6])–: tutti quelli che hanno contribuito a ridare a Ponza un po’ della sua anima perduta.

Sandro Russo

 Nota sulla didascalia dell’immagine: “Les escarbilles mentales de Folon”; acquarello di Jean-Michel Folon (1934 – 2005). ‘Escarbilles’ sono propriamente le faville o i frammenti incandescenti di carbone che si liberano nelle fiamme e si ritrovano nelle ceneri.

Per la risposta diretta di Vincenzo Ambrosino a questo articolo, leggi qui: Nessuno vuole tirare per la giacca Ponzaracconta [7]