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Una lettera di vent’anni fa

Proposta da Antonio Usai

Gent. Redazione di “ponzaracconta”,

qualche giorno fa ho trovato, tra tante scartoffie accumulate negli anni, una copia del numero “0” di un giornale che ebbe vita a Ponza nell’autunno di giusto venti anni fa. Si chiamava “Il dibattito” e purtroppo non ebbe grande fortuna: un’altra occasione mancata per la nostra isola! 

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In questi ultimi tempi, anche sul sito di “ponzaracconta”, a ragion veduta si parla tanto della crisi dei giovani di oggi, isolani e non, della mancanza di sani valori in cui credere, e della crisi della politica, nazionale e locale, che ha deluso profondamente gran parte degli italiani, ponzesi compresi, specialmente dopo gli accadimenti del 17 settembre scorso. 

Ebbene, attraverso questa lettera scritta da mia figlia Francesca, allora appena sedicenne, avuto il suo consenso, vorrei trasmettere a tutti coloro che vedono incerto il futuro della nostra isola e dei nostri giovani, un messaggio di speranza e di amore per Ponza, un sentimento di attaccamento alla terra degli avi che per Francesca resterà  valido per sempre e che trasmetterà certamente a suo figlio come ho fatto io con lei. 

Sapere che tante persone con sangue ponzese, anche se vivono molti mesi l’anno lontano da Ponza per motivi di studio o di lavoro, continuano ad amare l’isola e a seguire con trepidazione le vicende, belle e brutte, che la riguardano, potrà aiutare a rafforzare quel senso di appartenenza che spesso sembra smarrito sia tra i ponzesi della “madre patria”  che tra quelli della “diaspora”, come si diceva una volta, e a lenire le profonde ferite degli ultimi mesi?

 Antonio Usai

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Vacanze nella mia isola

di Francesca Usai

 

Per un turista qualunque arrivare a Ponza significa cominciare una vacanza in un’isola magnifica, conosciuta in tutto il Mediterraneo. Invece per me ogni arrivo è causa di forti emozioni: mi sento agitata e commossa, perché ripenso a tutte le volte che sono tornata a Ponza, dopo un anno di scuola, felice di rivedere i miei parenti, quelle spiagge, quelle strade, quelle piazze dove giocavo da bambina e delle quali ho dei magnifici ricordi.

Esiste quasi un’attrazione magica che mi lega a quest’isola fantastica e varia nelle forme, infatti non resisterei senza venire qui almeno qualche giorno all’anno: il distacco sarebbe troppo doloroso! L’impatto con il paesaggio avviene dal traghetto, ed è sempre lo stesso: ci sono persone curiose che si guardano intorno cercando di memorizzare i tratti fondamentali del porto, facendo scorrere lo sguardo dalla punta del molo alla piazza del Comune, al Corso, a Sant’Antonio, ma la reazione che avviene in me è di compiacimento e soddisfazione perché sono orgogliosa delle mie origini ponzesi e perché so di essere nettamente privilegiata rispetto a quelli che vi arrivano per la prima volta.

Il mio rapporto con Ponza è maturato con il passare degli anni: da bambina non mi rendevo perfettamente conto dei nostri spostamenti e sicuramente non mi soffermavo a contemplare le bellezze della natura, ma trascorrevo pomeriggi al mare e a giocare sulla spiaggia di Sant’Antonio con i miei amici del posto, a cui mi lega ancora una profonda amicizia.

Per la mia crescita questo tipo di socializzazione è stato molto importante, dato che in città non si riesce a stare in diretto contatto con la natura e con gli altri dal momento che i genitori ti sono sempre accanto.

Dopo un po’ di anni ho perso di vista la mia compagnia ed è stato proprio allora che ho cominciato a guardarmi intorno e a girare per l’isola. La differenza fondamentale che intercorre fra tutti i posti di villeggiatura dove sono stata e Ponza, è che mentre nei primi arrivavo con lo spirito intraprendente di una ragazza che vuole stare con gli amici per divertirsi, possibilmente senza genitori, a Ponza mi sento tranquilla, libera da ogni affanno e impegno, disposta a passare il tempo con i miei familiari. In fondo quando mi trovo qui mi sento nuovamente bambina perché riesco a tirare fuori emozioni e aspetti del mio carattere che altrimenti sarebbero nascosti. Bastano dei fiori, una barca, il mare a farmi sorridere proprio come una volta, mentre ormai troppo spesso per la mia giovane età mi sento oppressa dai miei impegni e dalle mie responsabilità.

Quest’isola mi trasmette un senso di libertà e di pace che riesce a farmi rinascere e, anche se ogni anno che vengo a Ponza sono sempre più grande, non lo sarò mai troppo da non saper apprezzare e amare questa terra che mi ha potuto dare così tanto.

 

Luglio 1991

Francesca Usai