Attualità

La nostra carenza di identità e di senso civico


di Giuseppe Mazzella

 

E’ bene che riflettiamo a voce alta su quanto sta capitando a noi ponzesi. Ci dobbiamo domandare innanzitutto perché questo accade. Bisogna, infatti, risalire alle cause delle malattie e non limitarsi a deplorare le conseguenze.  Accade perché la nostra identità non solo fa acqua da tutte le parti, ma manca ancora un forte senso civico. Ognuno è abituato a considerare e a difendere il proprio particulare, seppur legittimo, ma senza considerare l’interesse, altrettanto legittimo, degli altri. La verità è che non siamo ancora comunità. Quindi la colpa di quando sta accadendo, fatte salve le responsabilità civili e penali degli amministratori sotto inchiesta,  è anche nostra.

Da troppo tempo il nostro sport preferito, si fa per dire, è difendere il nostro orticello e maltrattare quello degli altri, purché questo torni a noi favorevole. In tanti anni raramente ho sentito un ponzese parlare bene “degli altri”, a meno che questo non rientri in un progetto di captatio benevolentiae.

Dobbiamo tornare a dare valore al senso civico, senza il quale nessuna comunità non solo non può progredire, ma neanche sopravvivere. Solo con il rispetto di tutti verso tutti, possiamo pensare a rimodellare noi stessi. È arrivato il momento che la lenta, ma inesorabile decadenza di cui sembra essersi impossessata Ponza, sia fermata. Un lavoro improbo, forse impossibile, ma il solo in grado di dare vita a una comunità civile. E il modello deve essere proposto da chi ha più anni alle giovani generazioni. Qui stiamo parlando del futuro di Ponza e della sua vivibilità. Se tutti assieme non ci sforziamo di accrescere il nostro senso civico e rinsaldare la nostra identità, la partita è persa in partenza. Bisogna finalmente capire che l’interesse dell’altro è anche il mio, quando è legittimo, e quindi dell’intera popolazione.

Da troppi anni il cittadino, e questo non vale solo per la nostra isola, ha smarrito il senso dei propri diritti, che passano per favori, proprio perché ha smarrito il senso del proprio dovere. Il dovere  di rispettare le leggi e non aggirarle, il dovere di lavorare nel proprio interesse, ma anche nell’interesse generale, il dovere di essere cittadino membro di una  comunità. In questo la funzione della famiglia, della scuola, dei vecchi, degli onesti e degli uomini religiosi, è insostituibile. E’ ora di rimboccarsi  tutti le maniche e spendere un po’ del nostro tempo per Ponza, magari semplicemente suggerendo un’idea.

E torniamo all’attualità triste di questi giorni. La caduta di una giunta ad opera della Magistratura, che verificherà responsabilità e danni, è sempre un fatto gravissimo per qualsiasi paese, anche perché siamo stati noi ad eleggerla democraticamente. Quindi il male non sta solo nei nostri rappresentanti, che saranno giustamente condannati se ritenuti colpevoli, ma nel nostro modo di essere, di vivere e lavorare.

Per cambiare è necessario intervenire con un’ottica nuova prima delle prossime elezioni di primavera, cercando di cambiare abitudini troppo abusate. Come vengono fatte normalmente le liste  elettorali? Non è un segreto per nessuno. Chi dispone di un “pacchetto di voti” ha accesso al tavolo delle trattative per proporre nomi e incarichi. Su questi accordi si formano le liste e si costruisce il programma. Invertire questo metodo può sembrare utopistico, ma è un modo per uscire fuori da questa situazione. A mio avviso l’elaborazione del programma, di un programma, è compito di tutti e ognuno può e deve metterci del suo: idee, ragionamenti, proposte, valutazioni. Quando Ponza avrà espresso un programma, definito nelle linee essenziali, è possibile passare alla scelta degli uomini e delle coalizioni più idonee per realizzarlo. Un programma che sarà il risultato di svariate istanze ed esigenze, raccolte in liberi dibattiti e confronti aperti. Io credo che bisognerà ascoltare tutti, giovani e anziani, commercianti e imprenditori, pescatori e contadini e in un’opera di sintesi, redigere delle linee guida. Un processo che impegnerà tutta la popolazione che potrà finalmente manifestare direttamente la propria visione. In questo modo facciamo a monte una prima importante scelta: quali sono i problemi urgenti da affrontare e da risolvere, identificati dalla comunità nel suo insieme, che chiunque sarà chiamato a governare dovrà poi impegnarsi a risolvere, dopo la libera e democratica competizione elettorale. Oggi questo è veramente più facile rispetto ad una volta, perché grazie alle nuove tecnologie, siamo tornati a vivere in un villaggio globale. Anche questo sito, nato per salvare il salvabile della nostra memoria e della nostra storia, mostra di essere uno strumento utilissimo per parlarci tra noi. Se non riusciremo a farlo, e qui mi appello al nostro orgoglio di ponzesi, saremo destinati ad essere continuamente colonizzati non solo culturalmente. Io non dispero, pur conscio delle estreme difficoltà della sfida che dobbiamo affrontare.

Ponza oggi è a un bivio decisivo. Riusciremo a risolvere i nodi più intricati delle nostre questioni anche gravi, nella misura in cui sapremo essere comunità, cioè finalmente ponzesi e non solo abitanti di Ponza.

 

Giuseppe Mazzella


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