Detti e Filastrocche

I proverbi di Ponza (3)

dal libro di Ernesto Prudente: “A pànje”

 

A FÈRE PORTE A CAMPA U PESCATORE

(il delfino porta da vivere al pescatore)

Il pescatore ha sempre ritenuto il delfino un ottimo collaboratore nel­la pesca. Il delfino spinge i pesci verso la costa e li blocca in migrazio­ne permettendo e consentendo al pescatore di circondargli con la rete.

 

A FISSAZIONE È PÈGGE D’A MALATJE

(la fissazione è peggiore della malattia)

Il fissarsi per qualcosa porta la persona ad uno stato di debilitazione fisica e morale peggiore di quando è veramente malata.

 

A GALLINE FA L’UÒVE É UALLE CE BRUCE U CULE

(la gallina fa l’uovo e al gallo brucia il culo)

Espressione diretta agli invidiosi e ai gelosi i quali soffrono del mi­glioramento altrui.

 

A GALLINE SE SPÉNNE DÒPPE MORTE

(la gallina si spenna dopo morta)

Il patrimonio dev’essere diviso a morte avvenuta e ciò perché da par­te degli eredi vi sia sempre rispetto e attenzione

 

A GENTE CORTE DÒPPE SETTE RÈRE DEVÈNTE FURMICULE

(la gente corta dopo sette generazioni diventa formica)

Espressione per le persone basse di statura. Ci si augura che scom­paiano perché il corto per sopperire alla deficienza fisica agisce con astuzia e furberia

 

‘AGGE DITTE A MESSE P’U CAZZE

(ho detto la messa per il cazzo)

Si usa quando le tresche amorose costringono a dissipare il frutto del proprio lavoro. L’espressione è nata dal fatto che un prete fu costret­to a dare alla propria amante l’obolo che aveva appena ricevuto per una messa.

 

‘AGGE FATTE NA TRÉZZE I VIÉRME

(ha fatto una treccia di vermi)

Lo dice chi ha avuto tanta paura. Si riteneva che la paura facesse schiu­dere i vermi nell’intestino. Se ciò fosse vero, ci domandiamo, cosa sarebbe successo a tanta gente durante i bombardamenti dell’ultimo conflitto?

 

‘AGGE FATTE U CORE CÒMME NU CHIAPPARIÉLLE

(ho fatto il cuore come un cappero)

Si usava dirlo quando ci si imbatteva in un fatto che suscitava spa­vento e costernazione.

 

‘AGGE PERZE L’AMBERE É L’ÉSCHE

(ho perso l’amo e l’esca)

Questa espressione, ancora oggi tanto di moda, viene usata per met­tere in risalto le disavventure in cui ci si è imbattuti.

 

‘AGGE RACCUMANNATE A PÈCURE U LUPE

(ho raccomandato la pecora al lupo)

Quando ci si mette nelle mani di un disonesto si finisce male.

 

‘AGGE REFUSE TIÉRZE É CAPITALE

(ho rimesso interesse e capitale)

Speravo in un investimento favorevole invece ho rimesso tutto.

 

‘AGGE TERATE A SOLE CU I DIÉNTE

(ho tirato la suola con i denti)

Ho condotto una vita piena di stenti e sacrifici

 

A GOCCE SPISSE FA U FUÒSSE

(la goccia continua fa il fosso)

Veniva usato per dire che lo stipendio certo era migliore della libera imprenditoria. Serviva anche per invitare alla piccola economia nel senso che tante gocce formano un laghetto come tanti piccoli rispar­mi formano un patrimonio.

 

A JATTE È SURECIARE

(il gatto è cacciatore di topi)

Il cattivo comportamento e le pessime abitudini acquisite in famiglia si manifestano sempre.

 

A JATTE MENE E RAFFAGNE

(il gatto graffia)

Chi è abituato a comportarsi in un determinato modo non riesce a modificare le sue abitudini. Un gatto non può far altro che graffiare.

 

A JATTE PE GHÌ I PRESSE FACÈTTE I FIGLE CECATE

(la gatta per fare in fretta fece i figli ciechi)

Ad ogni cosa il tempo necessario per la sua giusta ed equilibrata solu­zione altrimenti si fanno degli sgorbi.

 

A JATTE QUANNE NU PO ARREVÀ U LARDE DICE CHE FÈTE

(il gatto quando non può arrivare al lardo dice che puzza)

E’ nella debolezza umana criticare tutte quelle cose che sono al di so­pra delle proprie possibilità.

 

A JATTE SAZZJE N’ARRÒBBE INT’A CUCINE

(il gatto sazio non ruba in cucina)

Il disagio, il continuo sacrificio, la privazione, l’umiliazione portano spesso l’uomo a commettere azioni poco ortodosse.

 

A I CANE DECENNE

(ai cani dicendo)

Lontano da noi. Esclamazione usata quando si racconta qualcosa che non si vuole che capiti.

 

A JTE FATTE UNA MBULLÈTTE: CRAPE, ZINGHERE É CRA­PIÉTTE

(avete fatto una bolletta: capre, zingari e capretti)

Non bisogna fare di tutte le erbe un fascio. Bisogna sempre saper va­lutare persone, situazione e circostanze.

 

 À JTTATE L’UÒSSE U CANE

(ha buttato l’osso al cane)

Ha fatto concessioni da niente. Ha ricompensato con roba che per lui era inutile.

 

 À JUCATE A ZENTUÒSSE

(ha fatto una giocata inaspettata)

Si usa dirlo quando ci si trova davanti ad un tiro mancino.

 

A LAVA A CAPE U CIUCCE SE PERDE ACQUE É SAPONE

(a lavare la testa a l’asino si perde acqua e sapone)

Espressione usata in varie circostanze. E’ inutile dare buoni consigli a chi non sa metterli in pratica. E’ inutile pretendere l’impegno da un fannullone. E’ inutile esigere risultati positivi nello studio da chi non è idoneo.

 

A LEGGE È FATTE P’I FESSE

(la legge è fatta per i fessi)

Chi ha possibilità, in un modo o nell’altro, elude sempre la legge men­tre il povero uomo è costretto sempre a subirla.

 

ALECHE É PISCE: DDJE ACCRESCE

(alghe e pesci: Dio li aumenta)

Usato dai vecchi pescatori quando veniva fatto notare loro di aver posto le reti su fondali algosi.

 

ALLICCAPIATTE È PURE MANGIA

(leccare il piatto è pure mangiare)

Quando non è possibile avere una grossa quantità bisogna sapersi ac­contentare anche delle briciole.

 

A LÉNGUE NU TÈNE ÒSSE MA ROMPE LL’ÒSSE

(la lingua non ha ossi ma rompe le ossa)

Le maldicenze sono talmente micidiali e nocive da far più male di una oastonatura.

 

A LU FRIJERE SIÉNTE L’ADDÒRE

(al friggere senti l’odore)

Il risultato si può vedere solo ad opera compiuta. Mentre operi note­rai le difficoltà. Al momento opportuno sentirai la mia voce.

 

A LUNE SETTEMBRINE SETTE SE NE TRASCINE

La luna di settembre si porta dietro sette lune)

Espressione marinaresca per dire che per sette lune seguenti quella di settembre si avranno le stesse condizioni atmosferiche di quel periodo.

 

A MAGGE CIÒMME PERDETTE A LANZE

(a maggio Ciomme perse la barca)

Questa espressione serviva a ricordare che sempre, in qualsiasi sta­gione, possono verificarsi mareggiate con gravi danni.

 

A MALA NOVE A PORTE U VIÉNTE

(la cattiva notizia viaggia con il vento)

Le cattive notizie viaggiano sempre in modo rapidissimo come se il vento fosse il loro latore.

 

A MAMME CU I FIGLE É A NORE A CIÉNTE MIGLE

(la mamma con le figlie e le nuore a cento miglia)

I rapporti tra mamma e figlie si incrinano difficilmente mentre quelli tra suocera e nuora basta un nonnulla per deteriorarli.

 

A MAMME TE UARDE NFRÒNTE É A MUGLIÈRE MMIÉZE I COSCE

(la mamma ti guarda in fronte e la moglie in mezzo alle gambe)

La mamma desidera notare l’espressione del viso per rendersi conto del tuo stato morale e fisico mentre la moglie mostra interesse per la tua virilità.

 

A MARE È GHIUTE É DDJE AIUTE

(a mare è andata e Dio l’aiuti)

E’ l’invacazione dei pescatori dopo aver deposto in mare gli attrezzi da pesca.

 

AMBE ASCIUTTE

(ambo secco)

Si usa dirlo quando si incontrano due persone che godono di cattiva fame.

 

A MÈGLE ACQUE S’A VÉVENE I PUÒRCHE

(la migliore acqua la bevono i maiali)

Espressione usata per chi, approfittando del suo stato, opera una scelta prelevando il meglio e lasciando agli altri la parte peggiore.

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