Mare-letteratura

Poesie di Nazim Hikmet

proposte da Silverio Tomeo

Sul mare la nuvola rossastra (1958)

Sul mare la nuvola rossastra

in mare il battello d’argento

dentro il mare il pesce giallo

in fondo al mare il muschio blu.

Sulla riva del mare un uomo nudo pensa

devo essere la nuvola

oppure il battello

devo essere il pesce

oppure il muschio.

Né l’uno né l’altro

né l’uno né l’altro.

Devi essere il mare, vecchio mio,

con la sua nuvola

il suo battello

il suo pesce

e il suo muschio.

E’ una poesia del poeta turco Nazim Hikmet (1902-1963), nella classica traduzione di Joyce Lussu. E’ una poesia dell’esilio che, dopo anni di prigione per motivi di persecuzione politica, il poeta dovette affrontare dal 1951 in giro tra l’Europa e la Russia, con viaggi anche in Italia. La raccolta che le comprende si chiama appunto “In esilio”.

Sempre di Hikmet  sono questi versi assai famosi (1942, da “Lettere dal carcere a Munevver”):

Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l’ho ancora detto.

 

In una poesia del 1958 dedicata al Mar Caspio, si chiede il poeta in chiusura:

 

Quale mare è chiuso come questo

senza notizia mai degli altri mari?

Quale mare è solitario come questo?

 

Nativo di Salonicco all’epoca dell’Impero ottomano, Nazim Hikmet fu senz’altro un’anima mediterranea, nell’epoca travagliata delle rivoluzioni e delle guerre.

 

Silverio Tomeo

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