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Clio

di Rita Bosso


“E’ certo questa l’omerica isola delle Sirene”,  scrive il duca Luigi Silvestro Camerini nella lettera del 5 novembre ’42 alla cugina Lucilla.

Sbarcato suo malgrado a Ponza – dopo la condanna al confino aveva chiesto di essere destinato ad una località non distante dal Veneto, sede delle sue aziende – dopo appena un mese di permanenza è incantato dall’isola e ordina ai familiari di lasciarlo dov’è, “di annullare ogni probabilità di trasferimento: qualsiasi spostamento anche temporaneo per non parlare di trasferimento mi risulterebbe sommamente sgradito per varie, ottime, essenziali ragioni. Ripetilo a sazietà a chi di dovere”.

Non soltanto ‘isola delle Sirene’ è Ponza, ma anche ‘isola delle Muse’: Clio e Talìa sono i nomi che il confinato Amleto Bittoni e la moglie danno alle figlie; la primogenita è concepita a Ponza.  Clio e Talìa sono, rispettivamente, musa della Poesia Epica e della Commedia.

Amleto Bittoni nasce a Chiaravalle (Ancona) nel 1905, da famiglia benestante, di solida fede socialista; giovanissimo, aderisce al Partito Comunista. Si iscrive alla facoltà di Chimica a Torino; espulso a causa della militanza politica, passa all’università di Bologna; comincia a collaborare all’Unità. E’ arrestato e, dopo qualche mese, assegnato al confino a Lipari.

Torna a Bologna dopo due anni, essendo stata accolta la domanda di grazia presentata da suo padre; frequenta nuovamente le lezioni all’Università ma la scoperta di alcune copie dell’Unità nelle tasche del suo soprabito provoca una nuova condanna al confino.

Amleto Bittoni arriva a Ponza nella primavera del ’31; i comunisti confinati sono spaccati in due fazioni, gli ortodossi e i bordighiani; Bittoni appartiene al secondo gruppo.

Rammenta il bordighiano Otello Terzani (*): – “Il partito ci buttò gli uni contro gli altri, i fautori della “svolta” contro i vecchi compagni! E così la vita per noi diventava un inferno, la lotta era su due fronti. Per noi c’era l’arbitrio fascista e l’arbitrio comunista

Il direttore della colonia confinaria Coviello denuncia in un rapporto l’esistenza di squadre punitive all’interno del collettivo comunista, che agiscono contro i bordighiani.

Prosegue Otello Terzani: – “Un giorno fui chiamato a colloquio dal Giovetti, il Budda. Quest’onore non lo faceva mica a me solo, s’intende. Cominciò a tirar fuori tutto il mio curriculum politico. Parlava tutto ampolloso. Poi disse: “A Lipari eri contro di noi e ora anche a Ponza ti opponi alla nostra organizzazione. E’ ora di decidere”. Io non rispondevo. Mi mise davanti un documento: “La firma di Ercoli la riconosci, no? La firma di Togliatti è la firma di Stalin!” Io stavo sempre zitto. “Allora sei contro il Partito, contro l’Internazionale, contro la Rivoluzione!”

Il clima diffidente e sospettoso non impedisce la nascita di sodalizi e amicizie durature; Terzani rammenta che la figlia Pia è aiutata nello svolgimento dei compiti da Silvio Campanile (che sposerà la ponzese Maria Bosso).

“A Ponza avevamo formato un gruppo artistico, un gruppo d’amatori d’arte, via… ma abbastanza numeroso. Chi dipingeva, chi modellava la creta, chi s’era specializzato a fare calchi col gesso… perfino un decoratore c’era. Ma quello lo faceva di mestiere, Chiaravalli si chiamava. Tu avessi visto che cosa fece nella mia casina… quelle rustiche pareti non si riconoscevano più… capitelli cornici colonnine…”.

Nel luglio ’32 Amleto Bittoni sposa Diva Campanella; si stabiliscono in una casa su via Panoramica. Frequentano un compagno greco la cui figlia si chiama Clio: è il nome che i Bittoni daranno alla primogenita, che nascerà il 10 novembre 1934 a Chiaravalle (An).

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Nel 1934 la direzione della colonia confinaria emana un’ordinanza, evidentemente volta a limitare i contatti ed impedire riunioni, che limita il tempo da trascorrere fuori degli alloggi e proibisce che più di due confinati occupino la stessa casa privata. La risposta è dura: centocinquanta, tra anarchici e comunisti, rifiutano di rispondere all’appello e gettano il “libretto”, ossia il documento d’identità che ognuno è obbligato a portare sempre con sé. Amleto Bittoni è tra i contestatori: è condannato a cinque mesi di detenzione, da scontare nel carcere di Napoli.

In occasione della nascita della principessa Maria Pia di Savoia, il 24 settembre ’34, il regime concede un’amnistia ai confinati la cui pena è prossima alla scadenza: Bittoni, ormai libero, torna a Bologna dove conclude gli studi in Chimica e si laurea anche in Farmacia.

L’amicizia tra Bittoni e Terzani prosegue anche dopo la guerra, a Roma, dove il primo dirige la farmacia di Fontana di Trevi e l’altro gestisce una fiaschetteria.

 

(*) A Otello Terzani è dedicato il libro-intervista: Giorni belli e difficiliL’avventura di un comunista’  di Anna Innocenti PericcioliJaca Book, Milano (2001)

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Clio Maria Bittoni si è sposata con rito civile in Campidoglio nel 1959 con Giorgio Napolitano – 11° Presidente della Repubblica Italiana, in carica dal  25 maggio 2006 – conosciuto presso l’Università di Napoli, dove lei si è laureata in Giurisprudenza. La Bittoni, avvocato specializzato in Diritto del Lavoro, ha lavorato per molti anni nell’ufficio legislativo della Camera dei Deputati, incarico dal quale si è dimessa nel 1992, quando il marito è stato eletto Presidente della Camera – N.d.R.)

 

Rita Bosso