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Il gatto che si morde la coda

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di Assunta Scarpati

Non volevo scrivere nulla su Roberto… Non perchè fossi indifferente ma al contrario: perchè piena di dolore, delusione e una miriade di sentimenti non facilmente identificabili perchè offuscati dalla rabbia….

Non voglio quantificare quello che abbiamo fatto per lui: ognuno di noi porterà nel cuore i ricordi.

Voglio però spostare l’attenzione su altre problematiche che con questo triste evento tornano ad essere protagoniste, come un gatto che si morde la coda

Ponza è una realtà difficile sotto tutti gli aspetti e lo sappiamo bene…

Sulla carta 3000 abitanti che, nonostante tutto, continuano a vivere ostinatamente su questo lembo di terra…

Non abbiamo servizi, non abbiamo qualità della vita… È  solo l’attaccamento morboso all’isola che ci fa vivere qui, ma con il fiele in bocca e l’amaro nel cuore…

L’isola di Ponza: 7 km dello Stato Italiano che ci deve assicurare i diritti civili ed umani attraverso gli enti preposti, quali la Regione, la Provincia, il Comune e le categorie di competenza. Abbiamo bisogno di un’attenzione politica volta a sostenere lo sviluppo e al tempo stesso di una politica di crescita economica e occupazionale, di innalzamento della qualità della vita per tutti i cittadini, una politica che faccia dei Servizi Sociali un motore di sviluppo economico oltre che civile. La rete integrata di questi servizi costituisce una condizione fondamentale per realizzare il welfare locale che costruisca un contesto di vita sociale e civile più avanzato e, insieme al lavoro, consenta l’inserimento attivo, combatta l’assistenzialismo e le disuguaglianze, sia di sostegno alle famiglie, prenda in carico le fragilità, sostenga il reinserimento sociale dei cittadini meno fortunati e disabili.

La rete integrata dei servizi sociali a Ponza è ancora totalmente inadeguata alle esigenze del nostro paese.

Quanti anziani ci sono nelle nostre case?

Quanti bambini bisognosi di sostegno?

In quanti non ce la fanno, ad aspettare un elicottero dopo un infarto o un ictus?

Vogliamo ancora chiudere gli occhi?

Bene… Ma non lamentiamoci più.

 

Assunta Scarpati