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Mare. Poesia

[1]

Urla

di Antonio De Luca

Urla.

Come di bimbi

sono canti.

Squarciano

la notte

sulle onde del faro.

Sotto

falesie di stelle

Si arrampicano

sulla memoria.

Le berte.

Antonio De Luca (2000)

[2]

(*) Diversi scrittori dell’antichità narrano dell’esistenza di uccelli marini che abbondano nelle isole e che di notte cantano emettendo suoni simili ad un lamento. Queste creature, definite da Plinio “Aves Diomedeae” (uccelli di Diomede) secondo la leggenda piangerebbero il loro estinto re Diomede.

Subito dopo la morte di Diomede, gli Illirici occuparono le Isole Tremiti e ne cacciarono gli abitanti. Le anime di questi, allora, furono tramutate da Venere in uccelli per fare la guardia al sepolcro del loro re.

Le Diomedee (o berte) appartengono alla famiglia dei Procellariformi; sono uccelli marini dotati di una straordinaria capacità di sfruttare le correnti d’aria, tale da permettere loro di volare per ore controvento senza quasi muovere le ali.

Il loro habitat è il mare aperto, da cui rientrano solo nel periodo della riproduzione per prendere posto in colonie localizzate sulle pareti delle coste rocciose. Notevole è anche la loro velocità in volo che, se normalmente è di 80 km/h, può anche raddoppiare con condizioni di vento favorevoli (N.d.R. – Notizie dal web)