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Commento a Anna Maria

[1]di Vincenzo Ambrosino

Cara Anna Maria non posso credere a quello che i miei occhi hanno letto…. Franco che si fa trasportare dalla canzone “noi siam cristiani” e lo vedo cantare, diventare bambino, perché solo in quella forma fatta di incenso e di preghiera riconosce la sua identità passata e poi si distacca dalla canzone e si scopre, ammonendo altri all’importanza della razionalità. Scoprire il libero arbitrio a sessant’anni?! Ma allora quei ricordi di quel mondo atavico scritto nelle poesie è razionalità o imposizione, coercizione di una famiglia antica in un’isola chiusa? Incredibile, Anna Maria sarai rimasta delusa perché al di là della imposizione, ad di là della fede, nel messaggio di Cristo c’è appunto la fratellanza, l’uguaglianza, la libertà della scelta: portare o no la croce.

Incredibile sentire dire queste cose da uomini che hanno venerato e venerano la memoria di Mons.Dies, che non possono stare nel letto il giorno dell’Immacolata, che appartengono ai cori composti, dietro un organo, che non possono (come Lino) fare a meno di correre in chiesa a salutare “u vicchiariell”. Quei bambini erano costretti ma gli adulti oggi  come sono razionali?

Anna Maria hai la mia solidarietà, che è quella di un ex bambino che ha rifiutato di fare il chierichetto e non ha fatto mai parte del coro: l’uomo a volte si sente forte e crede di dominare con la sua razionalità i suoi pensieri, molto spesso si sente fragile e si rifugia nei suoi ricordi, nella fede e diventa a volte poeta. Io pensavo di credere nel libero arbitrio, cioè l’uomo con la sua razionalità può comandare i suoi pensieri e le sue azioni, ma non è vero, al di là della età, siamo esseri viventi che vivono in relazione, competizione, condizionati dal passato, dal presente per cui si adattano per sopravvivere; non solo i nostri genitori, i preti, i maestri ci hanno condizionati, ma anche le letture, i film, le amicizie, il posto dove viviamo che apparentemente noi crediamo di aver scelto: sono imposizioni.

La bellezza dell’uomo sta proprio nel mettere in mostra le sue contraddizioni inconsapevolmente ecco perché forse non mi meraviglia più di quello che hanno letto i miei occhi.

Ciao Vincenzo Ambrosino