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Quinto: Non uccidere (2)

di Sandro Russo

[1]Il corteggiamento di due cavallucci marini (Hippocampus hippocampus)

Leggi qui la prima parte [2]

…L’Oriente! In quel paese per molto tempo rimasto sconosciuto agli Europei si svilupparono culture tanto diverse tra loro, come possono esserlo quelle della sconfinata Cina e dell’India misteriosa; agli antipodi, anche per quanto riguardo il rispetto per la vita.

In Cina – chi ha messo piede in un mercato cinese (Canton, per parlare di uno a caso) può ben dirlo – si assiste a tutti i livelli al disprezzo supremo per la vita; alla noncuranza per il dolore di ogni essere vivente. Paesi contigui – anche se le distanza sono enormi – hanno sviluppato invece un rispetto ‘religioso’ per la vita in ogni sua manifestazione.

Altri paesi, altri viaggi. Il rispetto per la vita, nel sub-continente indiano e culture correlate, specie tra quelle a tradizione buddhista, è assoluto. Vi ho vissuto per qualche anno. Ero colpito all’inizio dall’abitudine di avere, nel cortile di casa o tra le capanne, un serpente (non velenoso) in funzione anti-ratti. ‘Il serpente Gabriele’, lo chiamavamo, tenendolo a rispettosa distanza!

Lo sguardo dal basso. L’attenzione al mondo minimo e segreto, quello dei piccoli animali e degli insetti, è stata anticipata, per spettatori in una certa fascia di età, dai documentari naturalistici di Walt Disney; brevi cortometraggi che accompagnavano il film vero e proprio, a cartoni animati, che si andava a vedere (Bambi, Alice nel paese delle meraviglie e tutti gli altri…). Facile e un po’ ingiusto considerarli ora stucchevoli e antropocentrici, associati ad un insopportabile commento off che cercava di fare dell’umorismo sugli sforzi per sopravvivere degli animali rappresentati. Per noi ragazzini di allora – in epoca, si può dire, pre-televisiva – rappresentavano un mondo favoloso, mai visto prima; anche se ora tanto inflazionato da essere divenuto un genere scarsamente richiesto.

I tempi più recenti è notevole l’opera di una coppia di appassionati naturalisti e cine-amatori, diventati per forza di cose registi: i francesi Claude Nuridsany e Marie Pérennou. Grande successo ha avuto soprattutto il loro primo film: ‘Microcosmos: Le peuple de l’herbe’ del 1996, nel quale vengono applicati un occhio naturalistico e delle innovative tecniche di ripresa, alla vita degli animali che vivono tra l’erba. Un mondo che è anche il nostro; prati che giornalmente calpestiamo con noncuranza, con scarsa o nessuna attenzione alle vite che nascondono. Le immagini sono molto belle e la visione ravvicinata fa scoprire dimensioni estetiche inaspettate nella silhouette di una mantide fotografata sullo sfondo della luna piena o nel dispiegamento delle zampe di una zanzara che sta completando la sua metamorfosi. Gli stessi Autori hanno riproposto un tema simile in un film successivo: ‘Genesis’.

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Le locandine dei due film dei naturalisti francesi: ‘Microcosmos: il popolo dell’erba’ (1996) e ‘Genesis’ (2004)

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Immagini dai due film sopracitati. In alto: una larva di bruco e chiocciole in amore. Sotto: api su fiori di papavero e di salvia

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La Natura violentata. Il mercato di Canton. Appunti di un viaggio in Cina [ott. -nov. ’94] – A Canton (o anche Guǎngzhōu), giungiamo con un treno super efficiente da Hong-Kong. E’ il primo approccio con la Cina vera, quella continentale; se uno riesce a sopravvivere, è vaccinato per il resto del viaggio. Il posto giusto per vaccinarsi è il mercato di Canton. Qui si vende ogni genere di animale, che cammini su quattro o su due zampe, che strisci, nuoti o voli. Una particolare sezione è dedicata a cani e gatti, ma numerosi sono anche serpenti e tartarughe, topi e scorpioni… Tutto da mangiare, ovviamente!

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I cavallucci marini della foto d’apertura essiccati pronti per il commercio, al mercato di Canton

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La maggior parte degli animali sono vivi, ma a fianco ci sono quelli morti o già spellati. Quello che più colpisce è la completa indifferenza dei locali nei confronti del dolore degli animali. Qui usano legarli per le zampe – un maialino vivo, per esempio – al manubrio della bicicletta, imperturbabili alle grida dell’animale; e lo lasciano penzolare così, tanto che per il peso e gli scossoni, le articolazioni presto si lussano e le zampe cominciano ad allungarsi, fino a che solo la pelle tiene.

Si può vedere un cervo, ancora vivo, immobile sopra una catasta di altri animali morti. Mai avuta esperienza di tanto terrore, negli occhi di un essere vivente. Oltre un certo limite gli animali – come gli uomini del resto – rimangono paralizzati, catatonici; solo gli occhi si muovono ancora.

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Ma queste sono storie di una quindicina anni fa; ora al mercato di Canton sicuramente saranno diventati più sensibili e gentili  – Hope! …Di certo non ho avuto il coraggio di tornare a vedere!

Una speranza per la Natura. Questa l’ho sentita raccontare nel giro dei pescatori subacquei. Ce n’era uno abbastanza noto, campione di immersione in apnea e grande sterminatore di pesci. Raccontava di come da un giorno all’altro avesse smesso di uccidere i pesci. Pare che fosse sott’acqua, intorno a uno scoglio, alle prese con una cernia. E’ noto che le cernie abitano tane con una doppia via di accesso; lui l’aveva vista intanarsi e da esperto qual’era aveva fatto il giro dello scoglio alla ricerca dell’altra uscita. Non aveva visto niente, così aveva infilato una mano con tutto il braccio nel buco, verso l’alto della tana, per rendersi conto della situazione. E lì aveva sentito un battito forsennato, che ha pensato fosse il cuore dell’animale.

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Forse era solo la sua cattiva coscienza a fargli percepire la paura dell’altro; forse è riuscito per un attimo a sentire i pensieri dell’animale, aggredito nel suo ambiente e nella sua casa, da un orrido bipede mascherato. E neanche saprei dire qual’è, la frequenza cardiaca di una cernia; riporto questa storia perché mi ha colpito: un passo verso l’empatia, la capacità di ‘sentire’ il diverso da sé.

Ad un altro livello di consapevolezza può intervenire il senso estetico: se sia più bello vedere volteggiare un uccello in cielo o andarlo a cercare tra le foglie, interrotto nel suo volo aggraziato, sporco di terra e coperto di sangue. E il cane sarà coinvolto nel rito sanguinario al fianco dell’uomo. Parlo ai miei amici cacciatori!

Ma – si dirà da più parti – la violenza e la ferocia sono nella natura stessa! Basta vedere il gatto che gioca col topo o con l’uccellino caduto dal nido… Certo, questa osservanza alle ‘regole della Natura’ la tiriamo in ballo solo quando ci fa comodo! D’altronde, una cornice teorica è facile da costruire; poco più di cent’anni fa sembrava del tutto lecito e da buoni cristiani che frequentavano la Chiesa, asservire gli schiavi, nello stesso paese che ora ha un nero per presidente! – [La fine dello schiavismo in USA porta la data ufficiale del 1865, coincidente con la fine della guerra di Secessione. Oggi la schiavitù è una condizione formalmente illegale in tutto il mondo occidentale, come sancito dall’adozione, da parte delle Nazioni Unite, della “Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo”, del 1948. Il mondo islamico si è rifiutato di aderire a questa Dichiarazione e ne ha una sua propria, la “Dichiarazione islamica dei diritti dell’uomo”. Nel mondo islamico la schiavitù è di fatto praticata – N.d.R.].

***

A volte è sembrato di poter identificare nella cultura e nella religione le chiavi per comprendere il rapporto tra Uomo e Natura. Ma non è l’unico mezzo di comprensione; possono capire meglio coloro che hanno avuto un’infanzia in campagna, o una figura di riferimento, nella loro formazione, che li ha addestrati ad una sensibilità diversa. Con qualche differenza. Non facile da colmare. Nel senso che anche un contadino e un cacciatore hanno una buona conoscenza del relativo campo d’azione, ma è strumentale: ad avere un raccolto migliore o ad essere più furbi della preda da cacciare.

Conoscere – è vero – è già un passo nella direzione dell’avvicinamento e della comprensione; ma l’altro registro è quello dell’empatia; il sentirsi parte di un tutto inscindibile. Non è solo attenzione… E’ uno sguardo, un modo di rapportarsi all’ambiente intorno, che apparirà diverso.

Nel senso di questo haïku:

Un essere nato uomo e un altro nato gatto
Camminano insieme
Per la via rugiadosa

[Kato Shuson; 1905-1993]

Sandro Russo

[Quinto: Non uccidere (2) – Fine]