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Per continuare il dibattito sulla zona ex miniera di Le Forna

di Vincenzo Ambrosino

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L’altra volta ho portato a conoscenza degli amici di Ponzaracconta un documento scritto dall’Associazione Noleggiatori voglio farvi conoscere una lettera scritta da un signore che vive alle Forna da più di sessanta anni, è stato professore di matematica e scienze naturali per tutta la vita lavorativa insegnando ad una infinità di giovani fornesi, vive nella zona interessata cioè a Cala Caparra (dove si vincono le elezioni amministrative), per cui lo ritengo altamente autorevole ad esprimere le sue idee sulla zona ex Samip e relativo sviluppo portuale. Si tratta dell’Ingegnere Aniello Aprea, che il 18/3/2009 ha inviato un documento al Sindaco del Comune di Ponza e per conoscenza all’Assessore ai lavori Pubblici della Regione Lazio.

Questo documento aveva come oggetto: “la portualità a Cala Dell’Acqua”, nel quale venivano mosse delle osservazioni e delle critiche al progetto preliminare- planimetria d’inquadramento- della Società Marina di Ponza s.r.l.

La Società Marina di Ponza s.r. l. (cambia il nome ma è la stessa società che ha costruito il porto turistico a Nettuno), ha mostrato grosso interesse per l’isola presentando addirittura due progetti uno per Ponza Centro e l’altro appunto per Cala Dell’Acqua.

Ma sembra che per Cala Dell’Acqua vi siano più di un progetto Privato in concorrenza tra di loro per accaparrarsi la costruzione di un porto alle Forna, ma di quest’ultimi poco o quasi niente la cittadinanza è a conoscenza.

Ma passiamo ad esporre le osservazioni dell’ing. Aprea:

  1. E’ assolutamente impensabile proporre

– un porto turistico senza prevedere una sistemazione adeguata degli spazi a terra che nella fattispecie trattasi di superfici abbandonate e occupate da rottami e avanzi di ogni tipo, una superficie comunque da bonificare;

– un porto turistico senza prevedere un adeguato collegamento viario con la rete stradale esistente;

– un porto turistico senza prevedere in alcuna misura un’area di rispetto per la collettività indigena, in considerazione del fatto che a Le Forna c’è la maggioranza della flotta peschereccia e un buon numero di diportisti;

  1. Il porto turistico proposto

– occupa esclusivamente la parte più appetibile e comoda, la meno costosa insomma dell’intera area a disposizione; lasciando ad Altri tutto il resto.

– è totalmente in contrasto con le operazioni di scarico della cisterna che porta l’acqua all’intera comunità. Ciò non significa che le due realtà siano incompatibili tra loro, dico solo che vanno opportunamente studiate e adeguatamente risolte in questa fase e non demandate al caso;

– farebbe gli interessi di una sola persona perlopiù forestiera, eliminando nel contempo quelle attività commerciali avviate dalle persone del luogo.

Esprime le seguenti OSSERVAZIONI

A) Una portualità nell’isola non deve essere subita, ma proposta dall’Amministrazione. Questa è tenuta ad analizzare preliminarmente la situazione attuale, in particolare il porto di Ponza. Esso porto ideato, progettato e costruito dai Borboni ha dato ospitalità e accoglienza alle navi per un lungo periodo, ma ha mostrato i suoi limiti solo dopo 300 anni, quando la navigazione è totalmente cambiata e di conseguenza le sue richieste. Esso porto, ha avuto il tallone di Achille nella geometria del luogo dove il grecale-levante ha spadroneggiato e dove la scogliera è stato l’elemento di confine della portualità. Oggi e già da diversi anni, risulta insufficiente, per capienza e per sicurezza.

B) Il porto di Cala Dell’Acqua deve perciò essere complementare a quello di Ponza. La complementarietà si estrinseca in due ordini di idee direttamente connesse tra loro:

– da un punto di vista della navigazione deve assicurare un ancoraggio sicuro in considerazione delle tecnologie e delle informazioni oggi disponibili;

– la sua posizione geografica è già tale da essere complementare con il porto di Ponza: naturalmente esposto proprio a 180° rispetto ad esso.

Deve garantire un’adeguata assistenza a terra in rapporto alle possibili richieste dei potenziali utenti.

Deve assicurare la possibilità di un comodo interscambio con il resto del paese.

Deve soddisfare tipologie diverse di richieste: diportisti a pagamento, pescatori e diportisti locali a costo zero o a tariffa ridotta, mezzi pubblici quali navi, aliscafi e cisterne; possibilità di accosto o attracco di navi crociera.

Solo se queste richieste saranno soddisfatte esso avrà raggiunto lo scopo di esistere e potrà allora contribuire in maniera determinante al secondo ordine di idee che è quello economico.

Anche in questo caso però bisogna stare molto attenti a non attribuire i vantaggi ad una categoria (i CONCESSIONARI) a danno di Altri. Anche perché l’isola è Nostra: noi ne subiamo i danni (quanti hanno perso i raccolti agricoli per il vento!? Quanti hanno perso la barca – me compreso- per il vento e il mare agitato!? Quanti sono morti perché a causa delle avverse condizioni meteoriche non hanno potuto raggiungere la terraferma!? ecc…) e noi dovremmo poter usufruire dei benefici.

Come intorno al porto di Ponza si sono sviluppate le attività produttive, analogamente succederà intorno al porto di Cala Dell’Acqua: la Banca, la Farmacia, le succursali degli uffici Pubblici, i negozi, gli alberghi ecc. avranno occasione di fiorire in concorrenza e/o in comunione con il resto della Frazione.

Nasce allora spontaneamente quest’ultimo problema la cui risoluzione va rimandata a chi di dovere.

Si tratta di beneficiare l’intera Frazione o meglio l’intera isola se si prevede un porto integrato pubblico-privato con tutte le caratteristiche suddette, ma con le garanzie e i vincoli dello Stato che tuteli la cittadinanza indigena e con tanti auguri alla Pubblica Amministrazione se sarà in grado e garante di tale progetto.

A meglio chiarire tale idee si auspica che il progetto di tale portualità, riguardante lo specchio d’acqua dalla punta del Fortino alla Montagnella, venga scelto da una Commissione che esamini un concorso di idee a carattere nazionale o meglio della Comunità Europea.

Vedete cari amici di Ponzaracconta i Ponzesi hanno idee da esprimere, ma bisogna che ci sia la volontà politica perché queste idee possano venir fuori.

I noleggiatori in sintesi hanno detto che non si può dividere il destino di Cala Feola con quello di Cala Dell’Acqua per cui un nuovo porto deve assorbire tutte le attività sviluppate dai fornesi che oggi trovano ospitalità nell’unica zona protetta: Cala Feola.

L’ingegnere Aprea ha prospettato una portualità per Cala Dell’Acqua complementare a quella di Ponza Centro che serva alle attività nautiche- diportistiche e ai pescatori di Le Forna ma che preveda la possibilità di attracchi di navi e aliscafi. Parla di una gestione pubblico-privata e infine dice che solo lo Stato e un concorso di idee a livello nazionale e/o europeo può garantire le condizioni per dare un reale sviluppo alla Frazione e all’intera isola.

Vincenzo Ambrosino