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Questa natura: comprenderla tradurla trascriverla

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di Vincenzo Ambrosino

Questo sito è nato per ricordare, per non perdere la memoria di una comunità che ha vissuto o vive sullo ‘Scoglio’. Una storia fatta di fatica, di lotta, di privazioni e di emigrazione. Riprendere il filo della memoria di uomini e donne disperse, come in una ‘diaspora’ per ritrovare esistenze che sono segnate nello sguardo dall’isola (Noemi).

Uno sguardo che ha nostalgia del passato ma ha vergogna del presente. In passato eravamo tutti più buoni, più giovani e belli, oggi siamo diventati più brutti, vecchi e cattivi. Ma siamo ancora in vita per questo ci sentiamo responsabili.

Responsabili perchè quest’isola appartiene anche un po’ a tutti noi; responsabili perchè abbiamo capito che quest’isola ha imboccato una china che la porterà a diventare un villaggio anonimo in mezzo al mare; responsabili, (anche se paralizzati dagli eventi o impotenti perchè lontani) perché siamo convinti di avere ancora le forze e le competenze per poter dare il nostro contributo.

‘Ponzaracconta’ ha messo in moto generazioni diverse ma che si riconoscono perchè amano leggere libri, amano la buona cucina, amano viaggiare, amano la cultura, conoscono la Politica; hanno maturato esperienze di vita e professionali che li ha portati lontano, ma sono rimasti saggiamente ancorati alle loro origini e alla loro terra.

Per questo, uomini e donne hanno aperto i loro cassetti dove avevano gelosamente nascosti con cura oggetti, ricordi, poesie, documenti e sono stati felici nel poterli condividere, collaborando con altri a riempire gli scaffali del nostro museo virtuale.

Voglio ricordare Pasquale Mattei, un signore di Gaeta, forse con le nostre stesse sensibilità, che è venuto a visitare le isole nel 1850 e ha scritto per tutti noi ‘Memorie Storiche Artistiche’ dell’arcipelago Ponziano. Conosceva la botanica, la geologia, era un pittore e ci ha lasciato dei disegni meravigliosi di queste isole; in copertina c’è lui con cappello in testa, occhiali tondi e ombrello per ripararsi dal sole; prende appunti, riflette su una collina in mezzo al mare: da lontano le nostre isole; questa collina è il risultato di una aggregazione di oggetti e di pietre e su ognuna di essa c’è scritto: tradizioni, bizzarrie, storia, usi, avventure, impressioni, costumi….

L’uomo sta sulla vetta e rimarrà a lungo sulla vetta (sembra dirci) se saprà comprendere ‘l’arcano linguaggio’ che anche le pietre tentano di comunicarci.

Le isole affiorano e mutano il loro volto nel tempo più o meno rapidamente. Comprendere, la loro struttura e le dinamiche in gioco non è sempre un passaggio semplice e immediatamente comprensibile, eppure il tutto è governato da una strategia che è nascosta nella natura stessa dei luoghi in cui l’uomo è parte integrale.

Questa natura: comprenderla, tradurla e trascriverla vuol dire garantire la sua continuità.

Ecco, amici, io non voglio dibattiti noiosi che dividono, vorrei solo che anche nel nostro ricordare, nel nostro appassionarci, nel nostro contribuire alla conoscenza del passato, ci sia una logica, una volontà razionale.

Abbiamo trovato un filo di contatto, stiamo contribuendo a mettere insieme le nostre conoscenze che andranno poi interpretate per essere comprensibili ma poi abbiamo il dovere di dare una risposta progettuale affinché l’uomo PONZESE, possa rimanere sulla vetta per garantire continuità alle nostre isole per le future generazioni.

P.S.

Caro Mario, sono contento che ti sia piaciuta la mia ‘storia incompleta’ ti comunico che rimango ancora della convinzione che solo un Progetto Organico possa mettere insieme passato, presente e futuro.

Vincenzo Ambrosino