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Il falò di Venerdì Santo a Ponza

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di Silverio Lamonica

Il falò di Venerdì Santo è una tradizione molto antica. Forse risale al settecento. Serviva certamente ad illuminare la processione notturna con il Cristo morto e la Madonna Addolorata che lo segue, in un’epoca in cui non c’era la luce elettrica (introdotta nell’isola dall’italo-americano Franco Feola negli anni ’30 del secolo scorso).

Ricordo che fino all’età di 12 – 13 anni, assieme agli altri coetanei andavo a raccattare i’ pennicilli (i tralci di vite della potatura, annodati in fasci) e i’ fascine (rami secchi di ginestra e altri arbusti). Li immagazzinavamo in un ripostiglio di via Amalfitano, oggi proprietà di Salvatore Sandolo, perché erano destinati al fucarazzo della spiaggia di Sant’Antonio che veniva allestito il Giovedì Santo. Ma quello non era il solo fucarazzo dell’isola, perché se ne faceva anche un altro, almeno, di fronte all’emporio Musella, di dimensioni più ridotte, a cura dei coetanei del ‘Porto’, con cui si faceva gara. Poco tempo dopo, quest’ultimo fu soppresso, data la vicinanza alle abitazioni circostanti e rimase solo quello di Sant’Antonio.

A partire dagli anni ’60, se non erro, di questa tradizione se ne occupò solo Renato Pasqua, il famoso e instancabile agente ecologico,  fino a qualche anno fa. Oggi, purtroppo, non vive più a Ponza. Ma la tradizione è rimasta, perché spontaneamente i ponzesi ammassavano sulla spiaggia legna da bruciare, ma ahimé, senza controllo. Infatti, alcuni incoscienti vi ammassavano di tutto: dalle porte verniciate, alla plastica e ad altro ancora. Quest’anno il tutto è stato sequestrato, giustamente. Però non è giusto che un’antica tradizione venga soppressa per qualche incosciente, perché ciò vorrebbe dire che siamo tutti imbecilli. Allora del falò se ne occupavano i ragazzini e poi Renato, oggi se ne dovrebbe occupare la Pro Loco, qualche Associazione Culturale, come ‘La Compagnia del Trinchetto’ ecc. con il Patrocinio del Comune.

Speriamo che la tradizione non scompaia: sarebbe come sopprimere il Palio a Siena.

 

Silverio Lamonica