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I problemi di Ponza

A proposito di Chiesa, Scuola e Politica

di Vincenzo Ambrosino


Al Dirigente I.C. Carlo Pisacane Francesco Ferraiuolo

Ai Colleghi Fiduciari di Plesso: Giuliano F., Mazzella R., Pinto F., Mazzella B.

Agli ex Dirigenti: Francesco DeLuca, Silverio Lamonica

Ai Parroci :  Padre Salvatore Maiorana, Don Ramon Fajardo.

Al Maestro: Ernesto Prudente

Al Sindaco del Comune di Ponza Rosario Porzio

Agli Assessori del Comune di Ponza: Vitiello D., Vitiello L., Schiano F., Pesce M., Di Giovanni E., Capone S.

Ai Consiglieri del Comune di Ponza : Ennia Mazzella, Elio Zecca

Al Presidente Associazione Culturale  Aniello Aprea

Al Presidente Compagnia  Trinchetto:  Cesare DeLuca

Alla Responsabile Associazione Teatrale “La Priezza” Assunta Scarpati

Alla Responsabile Associazione Ambientalista  Monia Sciarra

Al Presidente Associazione Ambientalista  Biagio Vitiello

Al Presidente Proloco Ponza:  Bonaria Mazzella.

Al Responsabile Associazione “il Faro”:  Luigi Pellegrini

Al Presidente del Comitato Ponza c’è Associazione “Eccelsa”: Franco Ambrosino

Al Presidente ASCOM Ponza:  Tommaso Tartaglione

Al Presidente della cooperativa barcaioli:  Curcio Vincenzo

Al Presidente della associazione noleggiatori:  Ben Khalid Khaled

Cominciamo con l’Appello dei parroci di Ponza

“Ogni anno chiediamo a San Silverio di mettere una parola buona per superare le difficoltà che l’isola di Ponza e i suoi abitanti incontrano – si legge nella lettera a firma di Padre Salvatore Maiorana e Don Ramon Fajardo -. San Silverio fa quello che può e infatti ogni anno veniamo a ringraziarlo, ma da qualche tempo sembra dirci che anche noi dobbiamo fare qualche cosa. I problemi di Ponza sono noti: spopolamento urbano e disorientamento dei giovani, degrado del territorio e della sua agricoltura, cattiva manutenzione, rapina delle bellezze dell’isola e inevitabile arretramento turistico.

Il mare di Ponza è in parte vietato, in parte abusato, in parte ammirato ma non è quasi mai rispettato. Cala Inferno è franata e le ‘parracine’ costruite con tanta fatica e il prezzo di tante vite per ospitare vitigni e cereali sono coperte da rovi selvatici. I pescatori, perseguitati da una valanga di leggi e decreti sono sempre più ridotti nel numero e pirati nella sostanza, facendo mancare all’isola il fascino di un mestiere che ha visto i marinai ponzesi protagonisti di una cultura della pesca, esportata in tutto il mediterraneo, che ha alimentato preziose tradizioni gastronomiche per cui l’isola era ricordata da ‘bonne vivante’ di mezzo mondo. I provvedimenti degli ultimi anni, che hanno sconvolto le attività del porto di Ponza, sono un esempio della insostenibilità di un modo di agire ‘casuale’ che procede per accontentare la voracità di singoli operatori senza tener conto di uno sviluppo armonico dell’economia dell’isola. Quasi due anni di continue riunioni e milioni di consulenze non hanno prodotto un piano organico, che azzerasse la situazione precedente e rimettesse l’isola in condizioni di poter affrontare, in armonia con le leggi e le esigenze del suo sviluppo economico, l’utilizzo virtuoso delle sue risorse naturali, nel quale rispettare e compenetrare le esigenze di chi vive il mare e di chi abita la terra. E’ il momento di decidere, assumendosene tutte le responsabilità da parte di chi ne ha il potere, se Ponza dovrà diventare un villaggio turistico gestito da pochi speculatori alcuni mesi dell’anno o se Ponza merita di essere un territorio con una sua economia e una sua cultura, capace di dare lavoro e formazione ai suoi figli e ai tanti che vengono a cercare lavoro anche da fuori. Un momento di crisi economica come quello che stiamo vivendo è l’occasione giusta per ripensare un utilizzo efficace delle risorse e questo chiediamo agli organi che governano e che decidono sul nostro territorio”.

Commento

Questo “Appello” è stato scritto dai parroci di Ponza nel mese di Giugno: da allora, sono arrivate risposte dalla politica?

Ho preso visione di questo Appello, recentemente sul sito del Partito Democratico di Ponza: non c’era nessun commento!

Ho apprezzato molto il contenuto dell’Appello perché non si ferma  al semplice, generico ammonimento, classico dei padri spirituali, dove tutti siamo peccatori e nessuno è responsabile ma coglie nel segno: l’incapacità di governare il sistema isola sta mettendo a repentaglio la sopravvivenza di questa comunità  indirizzata quindi a diventare  “un villaggio turistico gestito da pochi speculatori”.

Quante volte ho completato i miei ragionamenti sull’isola pronunciando questa identica frase: ringrazio per questo i due Parroci che dal loro “Pulpito” hanno analizzato con lucida intelligenza i mali della nostra piccola realtà.

L’incontro Scuola-Comune.

Al termine del Collegio Docente del 29/10/10 c’è stato l’incontro con i rappresentanti del Comune, Mario Pesce presente in doppia veste di ex assessore, oggi. Aggiungi un appuntamento per oggi, Consigliere del Comune e Commissario straordinario dell’ I.C. “Carlo Pisacane” e con il Consigliere con delega alla Cultura Franco Di Giovanni, il tema di confronto era: il futuro dell’Istruzione a Ponza.

La discussione è stata animata da vari interventi apparentemente contrapposti ma tutti condizionati da una verità incontrovertibile: tanti numeri-tanti servizi; per cui i rappresentanti del Comune da una parte e i docenti dall’altra hanno dovuto riconoscere tutta la loro impotenza nel trovare soluzioni in questo contesto economico e politico (isolano, regionale, nazionale).

Comunque, i problemi discussi  collegati al progressivo spopolamento dell’isola, continueranno ad accelerare investendo tutti gli altri servizi al cittadino e al peggio non ci sarà mai fine se non si definiranno, al di là dei numeri, le “soglie di compatibilità dei servizi alle piccole isole”.

Il messaggio dei docenti ai politici locali che è emerso in quella  riunione è stato chiaro: mantenere una qualità della vita idoneo agli standard nazionali è un problema di responsabilità politica che va oltre i numeri!

Non possiamo aspettare la POLITICA

In assenza dei Partiti, presenti solo nel momento elettorale, l’Amministrazione Comunale rimane l’unico punto di riferimento dei cittadini, dovrebbe per questo rappresentare le istanze collettive isolane nell’ambito istituzionale Provinciale e Regionale, dovrebbe organizzare la società economica, difendere la residenza, promuovere dibattito, auspicare la partecipazione, creare, attraverso la trasparenza degli atti amministrativi, speranza e fiducia nel futuro.

Se siamo qui a fare “Appelli”, ad essere disperatamente preoccupati “la cosa” non funziona in questo modo!

Ma intanto la scuola dell’autonomia, intesa come istituzione che produce sapere, conoscenze e nuova cultura anche per il territorio, non può aspettare la POLITICA, deve interrogarsi per comprendere se:

adattarsi al sistema culturale e politico dell’isola (che ha prodotto questa economia turistica  del consuma/inquina da una parte, incassa/ fuggi dall’altra e il conseguente spopolamento e degrado di tutte le attività sociali e culturali) o provare a cambiarlo attraverso una offerta formativa che prospetti uno sviluppo sostenibile per tutelare l’ecosistema isola e in questo processo far diventare protagonisti i cittadini residenti?

Prospettare il nuovo significa educare le nuove generazioni a vivere l’isola nelle  quattro stagioni, a valutare il territorio come risorsa da proteggere per il presente e per le future generazioni e non come si fa adesso come opportunità da sfruttare per poi scappare.

La scuola quindi deve dotarsi di un progetto educativo, di una nuova offerta formativa, deve organizzarlo per renderlo esecutivo, deve coinvolgere tutte le realtà  culturali individuali e associative locali, (a cominciare dai rappresentanti in indirizzo), deve chiamare a raccolta le intelligenze isolane disperse per l’Italia, in questa che io definisco essere l’unica via per prima rallentare e poi fermare lo spopolamento invernale.

Il nostro sfruttamento turistico.

Lo spopolamento invernale è un dato di fatto che è collegato al sistema turistico intensivo sviluppato individualmente e intuitivamente dagli operatori ponzesi. Con questo voglio dire che nessuna Amministrazione ha saputo programmare uno sviluppo economico e quindi anche turistico basato su una offerta consapevole. Lavoriamo d’estate solo trenta giorni ed è un lavoro caotico, individuale, aggressivo che lascia ogni anno che passa i suoi segni negativi sul territorio e sulla vita sociale della comunità. Il turista che viene a Ponza consuma e fugge! Ma anche l’operatore turistico si è adeguato: l’isola è diventata un’opportunità economica per cui si viene ad aprile, si apre l’attività, ci si lamenta dei disservizi, si condanna gli amministratori per queste disfunzioni, poi si prende il malloppo e si scappa! Questa è l’economia turistica che siamo riusciti a sviluppare fino ad oggi. Aggiungi un appuntamento per oggi. Al residente invernale, che rimane a fare da custode al “centro commerciale chiuso per ferie invernali”, spetta di pagare il conto salato in quanto ad aumento di tasse, disservizi, noia, abbandono e questo clima contribuirà ad accrescere l’esodo invernale. La scuola può fare da sola?

La scuola è una istituzione tra istituzioni isolane deboli  e solo dalla presa di coscienza di questa complessa crisi, che riguarda tutti gli aspetti della riproduzione della vita in una isola, che si deve partire per comprendere il da farsi.

Non basta ovviamente avere la consapevolezza della complessità nell’analisi dei problemi ma bisogna avere anche la volontà di mettersi a collaborare insieme, (parlo ovviamente di dialogo e collaborazione tra istituzioni) per trovare delle soluzioni affinché  si possa invertire la marcia verso il definitivo fallimento.

Quindi sistema economico, problemi strutturali, emergenze idrogeologiche, gestione delle risorse ambientali e archeologiche, servizi ai cittadini, qualità della vita dei residenti, superamento della individualità commerciale e sociale non sono tematiche da esaminare singolarmente o peggio affrontarle quando diventano emergenze, ma devono diventare un unico discorso da inserire organicamente in un progetto per il progresso di una vita sociale, culturale e civile per i residenti di Ponza.

Ho parlato di progresso e non di crescita perché io penso che Ponza abbia bisogno di un PROGETTO di gestione delle risorse ambientali ed economiche dell’isola; le nuove infrastrutture da programmare  devono essere utili a mantenere un’elevata qualità della vita dei residenti e non a scimmiottare prospettive continentali; l’incremento dei profitti verrà dalla valorizzazione ed efficienza dei servizi pubblici e privati e non dalla loro crescita; la nuova occupazione verrà fuori dalla differenziazione dell’offerta turistica e dalla intelligente  gestione del territorio e non dal caos e dal clientelismo.

Queste tematiche hanno bisogno di nuovi interlocutori, hanno bisogno di una rinnovata formazione culturale.

Lo sviluppo sostenibile

Lo sviluppo sostenibile nella società contemporanea e in particolare nella nostra isola si richiama alla necessità di conciliare due obiettivi fondamentali: tutelare gli ecosistemi e promuovere lo sviluppo socio-economico”.

E’ divenuto ineludibile alimentare  una nuova cultura della sostenibilità capace di formare i cittadini alle scelte consapevoli ed etiche nei consumi, negli stili di vita, nella mobilità, nel risparmio energetico, nella riduzione e differenziazione dei rifiuti e in genere, nel rispetto dell’ambiente.

Risorse ambientali da proteggere e valorizzare per fini turistici e commerciali, per creare nuova occupazione, per allungare la stagione turistica.

Questa ricerca, di una nuova etica sociale ed economica ambientale è stata sempre stroncata dalla stragrande maggioranza dei ponzesi e come si sa gli amministratori sono lo specchio del livello culturale dei cittadini, per questo non possiamo delegare solo all’Amministrazione Comunale il nostro futuro, ci aspettiamo però amministratori più attenti, più sensibili alle istanze collettive, propensi allo studio, alla ricerca e al dialogo.

Qualsiasi iniziativa isolata è destinata a fallire

Un insegnante nell’ultimo collegio docenti nel presentare il suo progetto di educazione ambientale relativo alla raccolta differenziata diceva che “noi a scuola abbiamo spiegato, raccolto, differenziato ma poi il nostro lavoro viene svalutato dalla società privata di raccolta RSU che infila tutto nello stesso compattatore e lo porta via”…….. Qualsiasi iniziativa isolata è destinata a fallire!

Ribadisco il concetto: gli uomini e le donne di questa isola che hanno capito che si rischia seriamente il fallimento devono fare gruppo, diventare opinione pubblica, farsi ascoltare e dimostrare valide le proprie ragioni.

Bene hanno fatto i Parroci a lanciare il loro appello e bene sto facendo io a richiamare l’appello dei parroci ed amplificarlo nell’ambito della scuola e oltre, bene farà il dirigente a promuovere una discussione in merito e benissimo faranno tutti i Signori in indirizzo a prendere iniziative per creare le premesse di una rinascita culturale dell’isola.

Le responsabilità del fallimento pesano sulla nostra generazione

Il Sindaco dovrà essere coinvolto e dovrà a Sua volta coinvolgere, gli assessori dovranno essere sensibilizzati a collaborare perché siamo tutti educatori soprattutto quando abbiamo delle responsabilità. E a vari livelli abbiamo tutti delle  responsabilità come genitori, come docenti, come parroci, come amministratori, come operatori economici a cominciare dai presidenti delle organizzazioni commerciali e culturali.

Questi sono gli aspetti, non solo didattici, da analizzare e da rielaborare per farli diventare a vari livelli progetti di studi ma anche progetti di fattibilità per un concreto progresso dell’isola. E’ sicuramente, quello dell’offerta formativa, un lavoro didattico trasversale che deve coinvolgere tutti gli insegnanti nei vari ordini di scuola; la progettualità della scuola deve essere coordinata. Un unico filo conduttore: la formazione del nuovo cittadino per una economia sostenibile.

Creare i programmi, riempire di contenuti e di attività concrete le programmazioni individuali e trasversali, ma soprattutto, ripeto, coinvolgere tutte le agenzie culturali, sportive, politiche e religiose dell’isola. La scuola, quindi la cultura dovrà essere intesa come conoscenza, come approccio alla legalità del fare, come sensibilità ambientale, come  capacità di rapportarsi in un lavoro di gruppo moderno e collaborativo.

Creare il nuovo cittadino non è un’impresa facile, ma dobbiamo cominciare a provarci, ne vale della sopravvivenza della scuola ma anche per dare un senso alla funzione dell’istruzione a Ponza, che non dovrà essere più marginale ma diventare il fulcro per la rinascita di una  vita duratura per le future generazioni.

Cordialmente

Vincenzo Ambrosino

Ponza 30/11/2010

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