Conte Maria Candida

Lettera di Maria Conte da Padova

di Maria Candida Conte

Sono le 11,30. Mentre vi scrivo, aspetto mezzogiorno per recitare, nella nostra casa, la Supplica a San Silverio, come facciamo ogni 20 del mese. Ho letto quanto altri hanno scritto su questa “nostra” festività. Condivido in pieno la speranza ed il desiderio espressi dall’amico Gino Usai nell’ultimo paragrafo del suo San Silverio dei Pescatori. Ed in tal senso, invierò la mia modesta preghiera al nostro Santo, formulando i più sinceri auguri di  bene a tutti noi ponzesi, lontani e vicini.., presenti a Le Forna, come Sandro e Mario ed Antonio Balzano… Li invidio anche, oltre che per la presenza nell’isola, oggi, anche per il coniglio ed il buon vino, che certamente gusteranno a pranzo.
Nella mia infanzia, non mancavo alle feste di Le Forna; ci accoglieva la Zia Mariuccia, che abitava accanto alla chiesa. La mia Mamma diceva che il coniglio, buono come a Le Forna, nessuno lo sapeva fare. Io ero più affascinata dalle nocchette, preparate dalla Zia, dalle bancarelle sulla piazzetta e dal rumore delle onde… Di solito, andavamo a casa della Zia la sera precedente la festa; io e Mamma dormivamo in un letto molto alto, su un materasso di sbreglie che rumoreggiavano ad ogni nostro lieve movimento. Dalla finestra guardavo il mare sotto casa; in febbraio, spesso, le onde erano grosse e se ne poteva sentire il frangersi stando in casa: il tutto mi affascinava in un modo incredibile.
Cosa pagherei, oggi, per stare lì, come tanti anni fa, a casa di zia Mariuccia, in attesa del pranzo e della processione…!
Buon San Silverio a tutti voi!
P.S.
Qualcuno potrebbe dirmi se ci sono ancora pescatori, che vanno via, dopo questa festa, lontano, per il loro lavoro?
Grazie.
Maria Conte da Padova

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