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Resoconto de ‘La Serata Ponzese’ del 6 febbraio, a Latina

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PONZA NON E’ SOLTANTO ESTATE

PAROLE-IMMAGINI- SUONI

LO SPETTACOLO VIVO DELL’ISOLA

DOMENICA 6 FEBBRAIO 2011 – ORE 17.30

TEATRO PONCHIELLI – LATINA

di Dante Taddia

E’ stata una bella serata.

Rivedere i volti noti  che spesso s’incontrano solo l’estate,  abbronzati e cu ’nu ggins e ’na magliètta”, che in inverno o in città si stenta quasi a riconoscere: eppure sono loro, sempre gli stessi amici, che in questa serata si sono presentati per parlare di Lei e di quanto  amore abbiamo per quest’isola.

Può sembrare strano che un non ponzese come me abbia avuto il desiderio, direi piuttosto la gran voglia, di riunire conoscenti e amici per parlare di Ponza; di come solo l’estate abbia tutti i riflettori puntati su di lei: del gossip, della cronaca vacanziera, del sole e del mare. Mentre appena si sopisce il gran clamore estivo – che comunque dà modo al mare di riprendersi per la tanta gente che l’offende, lo depreda, lo sfrutta  e lo stropiccia – quando cioè arriva l’inverno, tutto va nel dimenticatoio:

Ponza sembra quasi non esistere e insieme a lei coloro che ci vivono tutto l’anno.

Ecco allora la voglia di farne sentire la voce e mostrare lo spettacolo vivo dell’isola.

Ben trovati tutti: se ci leggete è perché ci vogliamo bene e vogliamo bene alla nostra isoletta, che è enormemente grande per il grande amore che abbiamo per lei.

Tutti conoscono Ponza, tutti ne sono entusiasti, tutti ne parlano ma l’estate dura solo tre mesi circa mentre Ponza per chi la vive e chi ci vive è per tutto l’anno e allora  ecco che:

PONZA NON E’ SOLTANTO ESTATE

Il nostro incontro è stato un richiamo per tutti per fare capire come si vive a Ponza quando si torna alla vita invernale di tutti i giorni, in cui spesso:

Vogliamo perciò far vedere, con eventi simili a questo e soprattutto a chi non è ponzese, che a Ponza esistono vivacità e semi di  dinamismo, nelle attività che gli amanti veri dell’isola fanno e continuano a fare.

Vogliamo parlare dei figli di questa terra che si sono fatti onore e che continuano a farlo dando lustro alla loro isola nei vari campi, mentre sullo schermo scorrono le immagini  del dvd che gli amici de ‘Il Brigantino’ hanno realizzato – sapete quindi dove trovarlo quando verrete a Ponza – o forse preferirete vedere queste immagini dal vivo e farle vostre.

Abbiamo parlato di amici di Ponza, di coloro che l’amano e infatti Loro, i miei collaboratori, non sono ponzesi ma amano l’isola e  lo vogliono esprimere così: con un omaggio floreale quando i profumi dei fiori ci inebriamo, specialmente a maggio. Per rallegrare la serata un intervento musicale: il Maestro Roberto Battista, un vero artista del pianoforte e la voce di Pio Maria Franco in ERA DE MAGGIO.

Ma dobbiamo riconoscere che molte cose non vanno proprio come vorremmo.

Abbiamo parlato di anziani, o anche  semplicemente di chi per una ragione qualunque ha bisogno di un aiuto immediato e deve fare ricorso magari a un trasporto veloce dall’isola in un ospedale in terraferma.

Ci dicono che L’ELIAMBULANZA non potrà più assicurare il suo servizio in quanto lo spazio adibito a eliporto non presenta le  dotazioni di sicurezza necessarie; pertanto… si potrà solo fare ricorso all’elicottero della Marina Militare per queste emergenze.

Una domanda forse un po’ cattiva: ci accorgiamo di questo solo alla fine dell’estate? Che non si poteva garantire il servizio..? Proprio quando trasporti tradizionali veloci come l’aliscafo o l’hydrojet non sono in attività?

Ma continuiamo a fare scorrere le stupende immagini di Ponza assolata e colorata e l’attenzione si ferma sulla spiaggia lunata, la spiaggia più bella del mondo: CHIAIA DI LUNA.

Quando potremo tornare a fruire di questa stupenda spiaggia che ha visto tutta la nostra vita di giovanissimi, giovani, ragazzi e ora maturi sempre presenti a fare bagni e tuffi?

Ecco la domanda ‘indiscreta’ cui seguono gli interventi dei presenti: Armando Raponi, Alessandro Romano.

Quando sarà possibile tornare ad avere la nostra spiaggia senza numero chiuso di presenze, senza che l’occhio vigile, nel vero senso della parola di vigile urbano, conti i cento posti disponibili, dopo di che neanche il cartello ‘posti in piedi’… e siamo esclusi da quella meraviglia.

Tutte le soluzioni sono buone ma per cortesia soluzioni! Non prese in giro.

La falesia non si tiene certo perché ci mettiamo delle reti paramassi: se non si interviene  come di dovere non c’è rete che tenga.

Certo possiamo ‘gradonare’ la falesia – e allora addio anche a quel poco di natura originale che abbiamo – per farla diventare  un terrazzamento anonimo su cui impiantare magari qualche sparuto albero ‘forestiero’ che dopo poco – non abituato ai venti salmastri come gli indistruttibili vastaccetti – soccomberà,  lasciandoci una immagine ancor più brulla di prima.

Decidiamo forse di spostare la linea di spiaggia riempiendo di materiale litico locale e lasciare alla natura il suo compito di erodere, alterare, depositare e ricostruire come ha sempre fatto nei milioni di anni che conta la nostra terra?

Va bene anche questo?

Facciamo qualcosa e non lasciamo i più vecchi, coloro che hanno amato in quella spiaggia e hanno amato quella spiaggia di chiudere la loro esistenza terrena col desiderio di una bagno salutare in quell’acqua che nelle giornate di calma ci lascia quasi sospesi tra sogno e realtà.

Scusate lo sfogo ma lo avevo veramente in gola questo grido di ribellione contro l’immobilismo.

Durante la nostra serata abbiamo parlato, con dati alla mano, della popolazione di Ponza e della sua evoluzione nel tempo.

Le cifre sono sconfortanti: NON SI NASCE PIU’ A PONZA: NON CI SONO PIU’ PONZESI.

Sì, genitori, nonni e familiari sono di Ponza ma loro, i nuovi nati, nascono a Formia, a Latina, a Napoli o magari in elicottero o, per fortuna, per quell’unico che ha avuto il forte desiderio  di non lasciare l’isola, e ha voluto nascere sul campo d’atterraggio, vivificando con il suo arrivo quel suolo.

Una medaglia a lui e alla mamma per questo ponzese che se pur piccolissimo ancora, ha voluto mettere subito in chiaro che le sue radici sono sull’isola e dell’isola.

E a proposito di giovani, segnaliamo anche l’intervento di Cesare De Luca che ci parla della sua Associazione “La Compagnia del Trinchetto” e delle numerose iniziative che sta portando avanti: scuola di vela, corsi di ginnastica e di danza. Fortunatamente – ci dice Cesare – anche con l’appoggio delle Istituzioni

Parliamo tanto di 150 anni di Unità d’Italia. Ci ricordiamo che nel 1860 Garibaldi, avanzando da Marsala costrinse il nuovo re di Napoli Francesco II a ritirarsi a Gaeta e quindi, abbandonato dai Francesi, ad arrendersi? Così PONZA ENTRÒ A FAR PARTE DEL REGNO D’ITALIA.

PONZA E’ ANCORA ITALIA  DOPO 150 ANNI; non lo dimentichiamo

E se è Italia perché non possiamo raggiungerla a nostro piacimento in modo decente e in sintonia coi tempi?

Una  domanda  molto pertinente:

COME MAI NON CI SONO PIU’ LE CORSE CON ALISCAFO FORMIA-PONZA-FORMIA (…E a Ventotene non va meglio!)

(E’ Franco Schiano che interviene). Ci auguriamo che non sia solo un intervento che si esaurisce con questa serata e che abbia il seguito.

Ponza, non dimentichiamolo, è ricca di tradizioni che è giusto conservare, e lo spirito partenopeo di cui è permeata ci fa ricordare quella così caratteristica di quando ci si riuniva nella corteglia e magari c’era anche una bella fumante tazza di caffè uscito da una verace caffettiera napoletana.

Ne abbiamo approfittato per introdurre un INTERMEZZO MUSICALE: Anna Pannozzo canta“TAZZA ’E CAFÈ”

Le altre tradizioni non debbono finire! Mi piace  ricordarle qui:

SAN SILVERIO – LA FESTA DEI  MORTI – L’IMMACOLATA – SAN SILVERIO INVERNALE – SAN GIUSEPPE – A PASQUA, LA PROCESSIONE  DEL VENERDI’ SANTO, CON L’INCONTRO DELLA MADONNA COL SUO FIGLIO MARTORIATO, IL GRANDE  FUOCO… E PASQUETTA (a Ponza,  piccoli si’ ma grandi nell’animo, si chiama PASCONE!) – LA MADONNA DELLA CIVITA – LA MADONNA ASSUNTA..

E sorseggiando un caffè  scopriamo che per fortuna ci sono  persone che amano tanto l’isola da mettere  per scritto i loro sentimenti: gli scrittori di Ponza

Sono i figli di quest’isola che fanno sentire la loro voce

Ma è l’isola tutta intera che ci ispira o il mare che la circonda?

Forse è proprio il mare, tanto bello  da fare una serenata

Anna Pannozzo canta MANDULINATA

Seguono alcune letture da scrittori ponzesi

ERNESTO PRUDENTE, ‘IL DECANO’, e poi:

SANDRO RUSSO

SILVERIA AROMA Poesie

TOMMASO LAMONICA Poesie

SILVERIO LAMONICA Poesie

RITA BOSSO, da “Memorie di Amalie”

La serata è articolata proprio per suscitare qualche problema dormiente e allora parliamo del PORTO A CALA DELL’ACQUA e, a seguire, ascoltiamo due canzoni cantate da Mauro De Stefano: ‘O MARENARIELLO e “QUI FU NAPOLI”

Abbiamo parlato di figli ponzesi e dei loro scritti.

Permettetemi di fare una piccola deroga personale: io non sono ponzese ma marito di una ponzese doc Luisa Guarino (tanto per la cronaca, mia suocera Olga che insegnava a Carate Urio in provincia di Como, dove Francesco ‘Ciccillo’ Guarino era segretario comunale, è venuta espressamente a Ponza per essere sicura di far nascere una figlia ponzese!

Mi sento perciò isolano, ponzese se non altro d’adozione e per l’amore che nutro per questo meraviglioso scoglio ho scritto anch’io su Ponza.

Un brevissimo racconto in anteprima, da una raccolta  che sarà presto pubblicata “…E ANDAVAMO TUTTI ALLA CALETTA”

Parlo del ‘Mariroc’ e con l’atmosfera che per noi quella sola parola evoca, le note del pianoforte di Roberto Battista bene sottolineano quanto ci sia stato caro quel posto e quel periodo

TRE  CANZONI ANNI ’60: ROBERTA – ESTATE – SAPORE DI SALE

Ho lasciato la seguente  nota dolens alla fine:

Non lasciamoci portare via l’isola…

Ogni pietra ci appartiene –  scusate il plurale – ogni pietra appartiene  all’isola. Non svendiamo le sue bellezze !

LA VENDITA DEL FARO DELLA GUARDIA

UNIAMOCI, TASSAMOCI, CON UNO SFORZO DA PARTE DI OGNUNO: COMPRIAMOLO NOI!

QUESTO SIMBOLO DEVE RESTARE DI PONZA

Concludiamo la serata con un’altra musica coinvolgente

DOVE STA ZAZA’

Arrivederci amici ponzesi, con l’augurio che al prossimo incontro ci sia la gradita sorpresa di  sapere che qualche nostro intervento ha sortito l’effetto che tutti ci aspettiamo, di vedere realizzato quanto speriamo.

Dante Taddia